David Gemmell… Legend.
David Gemmell si spegneva tredici anni fa, la mattina del 28 luglio 2006 nella sua casa presso Hastings, in Inghilterra, in seguito a complicazioni post operatorie (e ad uno stile di vita non propriamente salutistico).
È incredibile come molto spesso ricordiamo grandi autori nel momento della loro morte, come se quell’istante amplificasse la portata della loro opera. Con lui non siamo da meno e neppure fuori luogo. Anche gli Eroi ci rimangono impressi molto spesso per le loro gloriose morti, da Achille a Tony “Iron Man” Stark, ecco questo è il modo giusto per rendere omaggio a David Gemmell, dato che tutta la sua opera è costellata dalle morti epiche dei suoi “eroi”.
Prima però di arrivare alla fatal ora, forse è meglio fare un passo indietro e vedere il cammino che l’eroe ha percorso.
Biografia di Gemmell
David Gemmell nacque a Londra nel 1948, la sua infanzia non fu tra le più semplici, figlio di una madre single e vittima di bullismo. Era portato più alla lettura, provava infatti una venerazione per “Lo Hobbit” di Tolkien e per la storia medievale, “avrebbe sacrificato qualsiasi cosa” pur di stare al fianco di Aroldo II durante la battaglia di Hastings, che alla lotta. Viveva nella costante paura dei suoi aguzzini e soffriva di incubi ricorrenti di vampiri che lo visitavano mentre dormiva per succhiargli il sangue.
La svolta importante nella vita di Gemmell arrivò con l’incontro con colui che sarebbe diventato il suo futuro patrigno, William ‘Bill’ Woodford. All’età di sei anni, dopo l’ennesima aggressione subita, David reagì colpendo il suo aggressore, ma il padre di quest’ultimo lo inseguì. Appena lo raggiunse, però, Bill fece la sua comparsa scaraventando l’uomo contro il muro.
A bassa voce, con tono gelido che non lasciava trasparire alcuna emozione, [Bill] chiese. ‘Sai chi sono?’
L’uomo stava tremando. Perfino il ragazzo [Gemmell parlava di se stesso sempre in terza persona NdA] poteva sentire la terribile paura che emanava da lui.
‘C-c-certo, so chi sei, Bill. Certo che sì.’
‘Sapevi che stavo uscendo con la madre di questo ragazzo?’
‘Gesù Cristo… giuro di no, Bill. Sulla vita di mia madre.’
‘Ora lo sai.’
Il grande uomo lasciò andare il piccolo uomo, che scivolò lungo il muro, cercando di riprendersi e inciampò mentre si allontanava. Quindi il gigante si chinò sul ragazzo e tese una mano che sembrava più grande di un casco di banane. ‘Meglio che torni a casa, figliolo’, disse.
Il mondo è cambiato quel giorno.
David Gemmell
Bullo, padre di un bullo, finito bullizzato. Se non è karma questo…
Per Gemmell, il suo patrigno rappresentò un “rifugio” e un “porto sicuro” durante la sua infanzia. Bill liberò il ragazzo dai suoi incubi, dicendogli che una notte aveva spezzato il collo di uno dei vampiri che lo infastidivano. Negli anni successivi, costrinse David a fare boxe e imparare a difendersi senza “nascondersi dietro i muri o scappare“. Questa filosofia influenzò gran parte della scrittura di Gemmell e Bill divenne l’ispirazione per Druss, Jaim Grymauch e molti altri personaggi.
Gli anni successivi furono scanditi da diversi arresti, l’espulsione da scuola all’età di sedici anni per aver organizzato una rete di gioco d’azzardo. Lavorò come operaio, camionista e buttafuori, senza però dover mai utilizzare le maniere forti per calmare i clienti, preferendo invece usare la sua parlantina (‘silver tongue‘).
Carriera giornalistica e passione per la scrittura di Gemmell
La carriera di giornalista di Gemmell iniziò su insistenza della madre. Di 100 candidati per un posto in un giornale locale, lui era probabilmente il meno qualificato per la posizione, ma venne assunto ugualmente perché la sua arroganza venne scambiata per fiducia in se stesso.
Fu durante questo periodo che iniziò la sua passione per la scrittura, ma senza molto successo. Nel 1976, in seguito ad una diagnosi di cancro, Gemmell, per distogliere la mente dalla malattia, iniziò a scrivere un romanzo. “L’assedio di Dros Delnoch” fu completato in due sole settimane. La storia era incentrata sulla difesa di una fortezza, da parte di uno sparuto numero di difensori, dall’attacco di un’immensa orda di barbari, una metafora della propria situazione. Lasciò intenzionalmente aperto il finale, in attesa dei risultati del suo test, prima di decidere se la fortezza sarebbe rimasta in piedi o caduta.
Il cancro si rivelò essere una diagnosi errata, Gemmell lasciò quindi nel dimenticatoio il libro. Quattro anni dopo, su incoraggiamento di un amico che aveva letto il manoscritto, Gemmell iniziò a perfezionarlo, un processo che durò circa un anno. Alla fine del 1982 il manoscritto venne accettato dalla Century Hutchinson e pubblicato nel 1984 con il titolo “Legend” (“La leggenda dei Drenai“). Per Gemmell, “Legend“, è sempre rimasto il preferito tra tutti i suoi romanzi.
Legend ha tutti i difetti che ti aspetti in un primo romanzo, ma ha un cuore che non potrebbe essere migliorato migliorando il suo stile. Sono orgoglioso di quel libro come lo sono di tutto ciò che ho fatto nella mia vita.
David Gemmell
Durante la sua carriera di scrittore, continuata fino al momento della sua morte, Gemmell ha pubblicato 32 romanzi e venduto più di un milione di copie in tutto il mondo.
Le tematiche nell’opera di Gemmell
La maggior parte dei suoi romanzi rientra nel filone dell’heroic fantasy, o sword and sorcery, tra i cui più grandi autori di sempre, Gemmell è giustamente annoverato. Ci piace immaginarlo in buona compagnia nelle Sale degli Eroi insieme ad R.E. Howard, F. Leiber, C.A. Smith, K.E. Wagner e altri. Anche nei suoi romanzi più storici (Il Ciclo dell’Antica Grecia e La Guerra di Troia) fanno capolino diversi aspetti tipici di tale filone.
Le tematiche preferite di Gemmell sono già tutte presenti in “Legend“.
L’assedio
Che sia una fortezza, una città, un muro, una grotta, là dove pochi si battono contro molti, lì la penna di Gemmell ha lasciato il segno. Del resto l’impatto che ebbe la malattia riecheggia in tutta l’opera gemmelliana, dalle imponenti sei cinta di mura di Dross Delnoch fino, all’inevitabile confronto con la guerra di Troia, dove la città stessa diventa l’archetipo del concetto di assedio.
Gli “eroi” di David Gemmell
I personaggi di Gemmell non vedono tutto in bianco e nero, vivono nelle sfumature di grigio (checché ne dica Druss), come Waylander l’Assassino. Non c’è una netta distinzione tra bene e male, ci sono personaggi visibilmente propensi all’egoismo e alla sopraffazione, ma che sono capaci di atti di incredibile coraggio che li fanno rivalutare, Durmast durante la ricerca dell’armatura di Bronzo, il brigante Groundsel o Skilgannon il Dannato.
La vecchiaia
Fin dal suo primo romanzo, con la presentazione di Druss, un vecchio guerriero che ha visto 70 inverni, è chiaro come la vecchiaia sia il più grande nemico degli eroi, ma lei fa presa sui corpi e le menti solo se le lo si permette. Druss è un dio della Guerra, le montagne si infrangono e gli eserciti vengono sconfitti quando c’è lui, Bison in “Guerrieri d’inverno” (“Winter Warriors“) non si sente affatto vecchio, e lo dimostra fino in fondo, come anche Jaim Grymauch o Furia il gladiatore.
Il sacrificio per David Gemmell
Molti dei personaggi, alcuni primari altri secondari, giungono fino all’estremo sacrificio. Che siano costretti a combattere contro demoni come Dagorian, contro i suoi stessi compatrioti come Argurio, o perché dal proprio sacrificio nascerà qualcosa di inimmaginabile, come per Nuada Mano d’Argento, essi moriranno perché devono! Far guadagnare tempo ai compagni, salvare un innocente, impedire l’avanzata delle forze nemiche, il sacrificio è il prezzo che gli eroi pagano ben volentieri!
La compagnia
Gli eroi non sono mai soli, è attraverso il rapporto di amicizia che si instaura tra due o più personaggi che li comprendiamo meglio, soprattutto se sono agli antipodi come Druss e Sieben Lingua d’Argento, Banocle e Calliade. Ma non solo amicizia, anche il bisogno che lega dei perfetti estranei, ma con il passare dei capitoli si trasforma in qualcosa di più, fino all’inevitabile e straziante sacrificio di qualcuno, come per i Cavalieri di Cattiva Fama (“Knights of Dark Renown“/”I Cavalieri dei Gabala“).
Intelligenza, sotterfugio, motti arguti.
Non solo di forza bruta si servono gli eroi. Sieben Lingua d’Argento, il poeta capace di convincerti che il mare in realtà è fatto di sabbia, Waylander l’Assassino che si cela nelle ombre, Odisseo il Re Brutto, capace di incantarti con le sue storie.
Conclusioni
Spero che, se non conoscevate Gemmell, adesso un po’ di curiosità nei confronti della sua opera vi sia cresciuta, e se lo conoscevate che abbiate apprezzato questo breve viaggio in memoriam.
Ci sono molti altri aspetti importanti nei romanzi di Gemmell, impossibili da analizzare in questa sede a meno di non sviscerare libro per libro, quindi vi chiedo, quali aspetti o quali libri o quali personaggi vorreste che venissero approfonditi?