Da quel momento Martino si era mostrato a Milano con un nuovo aspetto. Aveva osservato distrattamente la politica sotto le mentite spoglie di un elfo appena Risvegliato. Durante la battaglia contro l’esercito di Gianmaria Odescalschi, l’ex Capofamiglia Della Torre era rimasto nell’ombra, combattendo come un semplice Nobile Cacciatore.
Avrebbe voluto dire tante cose ai Nobili Cacciatori che si trovavano nell’altro esercito, invece si trovava a combatterli. Molti di loro, sperava, avevano cominciato a intuire la realtà così come lui la conosceva da tempo. Forse, se si fossero accordati, avrebbero potuto collaborare per un fronte comune, ben più elevato delle scempiaggini della politica meneghina. Conosceva le cause della loro reticenza, ben diverse dalle sue.
Sfortunatamente, Martino non aveva avuto il tempo di organizzare questo incontro con gli altri Nobili Cacciatori. Il Tarantasio era giunto ad interrompere il combattimento.
Davanti alla sua possanza, il futuro Signore del borgo si era sentito incuriosito e intimorito dall’immensa creatura. Possibile che un tempo fosse stato un uomo come loro? Si trattava forse di qualcosa di diverso, e più antico?
La gargantuesca fiera aveva una componente umana, o almeno sembrava, che fuoriusciva quando si attirava l’attenzione della testa del drago sufficientemente a lungo. Per molti dei Nobili Cacciatori e Rinati lì presenti, le parole del Tarantasio potevano non significare molto, ma per Martino Della Torre erano preziose conferme.
Dopo la “vittoria” della Città di Milano contro il drago Tarantasio, Martino era partito insieme a Leonardo Da Vinci, ricevendo da quest’ultimo l’indicazione per trovare una delle torri. La cosa prodigiosa di quei luoghi era la possibilità di purificare la terra, guarendola dalla corruzione che aveva accumulato.
Per la prima volta Martino Della Torre aveva sentito di star facendo un passo nella direzione giusta. Avrebbe dovuto occuparsi del suo nuovo Regno, non della politica. Salvate tutte le persone che era riuscito a portare con sè, il Signore del borgo aveva governato con saggezza, prendendosi cura del suo popolo come aveva sempre sognato.
Martino arrivò infine alla porta che lo avrebbe condotto al salone principale. Dopo aver indossato la sua fidata maschera, con la quale si mostrava ai suoi ospiti, prese un bel respiro e si preparò a tornare Martino Della Torre, dottore e Nobile Cacciatore.