Lo studio dell’arte medica era stato fondamentale per Martino Della Torre. Aveva compensato la mancanza di Fede, tipica di un sacerdote o di un chierico del Dogma, con la sua mente. Certo molti dei suoi poteri provenivano da San Totoforte, ma alla devozione al Santo Martino aveva affiancato medicina e religione. Si intendeva di erbe e un pizzico di alchimia, aveva preparato medicinali e bevande curative e, cosa più importante, aveva aiutato persone in difficoltà.
Lungo i corridoi del suo castello Martino aveva appeso dei quadri, ognuno raffigurante parti di Milano che, in qualche modo, avevano un significato per il Signore del Borgo. Era stato uno dei suoi primi gesti dopo l’arrivo dei Nobili Cacciatori.
Sentiva di aver dimenticato la Città e cosa volesse dire viverci. Aveva fatto di tutto per proteggerla, eppure ora si accontentava di quel Regno, così lontano e isolato. Il suo sguardo si fermò sui ritratti di Leandro e dell’Aasimar.
Passato e presente si fusero davanti ai suoi occhi mentre richiamava alla mente momenti remoti. Non sempre quel piccolo triumvirato aveva preso le decisioni all’unanimità ma, ripensandoci con il senno di poi, Martino aveva rivalutato molte delle loro conversazioni.
Dopo la caduta del precedente Capofamiglia Della Torre, Martino era stato chiamato a prenderne il posto. Nonostante non bramasse il potere politico, aveva cercato di svolgere quel compito al meglio delle sue possibilità. Tuttavia, nonostante avesse fatto di tutto per proteggere la Famiglia, le sue ricerche lo avevano condotto lungo una strada che mal si conciliava con un Nobile Cacciatore.
Le fiamme ghermivano la casa e il gruppo di Caccia di Martino Della Torre si trovava a dover prendere una decisione difficile. Avrebbero potuto spegnere il fuoco, con un po’ di pazienza, ma le persone all’interno dell’abitazione sarebbero morte. Era inoltre giunta voce che vi potessero essere dei documenti importanti su cui mettere le mani. Nonostante il parere contrario degli altri Nobili Cacciatori, dopo che aveva scoperto queste due cose, Martino non ci pensò due volte e saltò nel fuoco. La sua morte sarebbe stata un piccolo prezzo da pagare per salvare delle vite e delle informazioni.
La maschera di Martino era velocemente diventata il simbolo di un Eroe. Numerose volte il becco ricurvo si era sacrificato per salvare molti gruppi di Caccia o popolani in pericolo. A differenza di Leandro, suo secondo, il futuro Signore del Borgo non sembrava tenere in alta considerazione la sua vita. Faceva esperimenti su di sé, si immergeva in conoscenze proibite e non si curava della purezza del proprio Sangue. La doppia vita del Capofamiglia dei Della Torre si era divisa così, tra Eroe e Mostro, fino al giorno in cui non aveva trovato quel… libro.
Martino aveva predisposto tutto. Dopo l’ultima Caccia, il becco ricurvo aveva deciso di sistemare i suoi affari con i Della Torre. Stava per affrontare l’ignoto e, dal suo Risveglio, ne aveva viste fin troppe per non essere timoroso di quello che avrebbe potuto trovare. La sua intenzione era chiara: dirigersi nelle catacombe della Villa e scoprire i segreti più oscuri della Famiglia. Era pronto a trovare molte cose, perché aveva ben chiaro come nessuno fosse un Santo in quella dannata Città, ma mai si sarebbe aspettato di trovare quello… scritto. Indagando sul suo stesso passato, Martino era incappato nel nome di un suo omonimo avo, il quale aveva fatto esperimenti sul Sangue ed era scomparso in quelle stesse catacombe. Il Capofamiglia Della Torre si era dunque incamminato per quelle scale, scendendo fino a raggiungere la segreta libreria. All’interno si trovava il passaggio per una grotta, di formazione naturale, nella quale si trovava un blocco di basalto con un drappo rosso. Quel… tomo… era imponente e pesante, come le conoscenze che racchiudeva.Tornato nelle sue stanze, Martino aveva sbarrato la porta alle sue spalle. Un brivido gli salì lungo la schiena al rileggere il titolo inciso sul… testo che aveva tra le mani. Conosceva molto bene il Codex Venator ma, si chiese, cos’era il “Codex Predator”? Quella notte il Nobile Cacciatore Martino Della Torre era rinato, ascendendo alla sua Vera Forma.