Cosa succede se si prende una delle feste più amate dagli americani e la si mischia con un gruppo di attori in costume? Cosa succede se ci si butta dentro un passato da dimenticare come una fuoriuscita nucleare che ha ucciso la metà degli abitanti della zona? E poi, cosa succede se si cerca di amalgamare il tutto con effetti speciali di dubbio gusto e di non felice realizzazione? Ma soprattutto cosa succede se si decide di chiamare tutto questo un film? La risposta è Carved!
Il regista è Justin Harding [The Hunted Museum (2021-2023), Making Monsters (2019), The Stalker Files (2018), et al.] Si tratta di un regista, scrittore e showrunner eclettico che ha conquistato successo di pubblico e critica grazie al suo stile personale. Questo richiama, però, i grandi del cinema, soprattutto horror, del passato. Di una cosa siamo però sicuri: Carved non diventerà un nuovo classico di Halloween!
Peccato, perché le premesse per un qualcosa di divertente, che senza prendersi sul serio poteva dare una boccata d’aria fresca alla commedia horror, c’erano tutte. Purtroppo il film soffre della sindrome dei cortometraggi che diventano, forzatamente o meno, lungometraggi.
Carved: cronistoria
Harding, nel 2018, aveva diretto il corto dallo stesso titolo. I corti non vendono però. Non lo hanno mai fatto e non lo fanno adesso (“l’anno della grande contrazione“).
Quello che fanno i corti è portare un’idea davanti a produttori e finanziatori che, più o meno avidamente opzionano questo o quel titolo. Soprattutto se accompagnato dal nome di un regista che ha al suo attivo numerosi crediti.
Una volta che un progetto ottiene la luce verde e il processo di realizzazione comincia, non si può tornare indietro. C’è da dire che molto spesso non lo si vuole neppure. È solo infatti a questo punto della catena di montaggio che costituisce la macchina produttiva che cominciano ad arrivare i soldi veri!
Carved nasce come corto e tale doveva restare, perché un’idea che funziona in un formato, non necessariamente funziona in una versione più lunga.
Il corto funzionava ed era anche divertente! Un’assurda unione tra gli specials animati di Halloween di quando eravamo bambini e La piccola bottega degli orrori!
Renderlo qualcosa di più è un errore che viene pagato dagli spettatori al prezzo della loro noia. Neppure il numero, obiettivamente alto, di cadaveri lasciati indietro da questo spirito degli Halloween passati, deciso a vendicare tutte le piccole zucche che ogni anno vengono barbaramente mutilate da bambini e adulti di ogni età, riesce a non farci sbadigliare!
Un po’ di trama di Carved
Ma com’è possibile che una zucca possa vendicarne altre?
La zucca non è una semplice zucca, ma il più grosso OGM, un po’ marcio, che si sia mai visto sullo schermo! Sì, c’è anche la strizzata d’occhio alla causa green perché l’arancione da solo, se non è parte delle divise di una prigione, non vende.
In un idilliaco paesino sperso nel grande nulla degli Stati Uniti, arriva un reporter per immortalare l’annuale rito della sfida di intaglio della zucca.
Ma il giornalista sembra più interessato al passato radioattivo della ridente località, che non al fatto che, ancora una volta, zucche innocenti saranno immolate sull’altare pagano della festa di Samhain.
Con poche locations, e un budget che non corrisponde alla visione grandiosa del regista, questo strano figlio dell’amore tra un mostro qualunque creato negli anni Ottanta e Groot, in grado di uccidere con i suoi pampini, non riesce a conquistare la simpatia del pubblico.
Quello che manca al film è un’adeguata costruzione del mondo in cui la vicenda si svolge. Gli elementi del passato sono appena accennati e subito dimenticati. La ridente località che fa da cornice alla storia è copiata quasi spudoratamente da Children of the Corn (le solite sparute costruzioni di legno, N.d.A.). I personaggi, sono veri e propri stereotipi che fanno riferimento ad ogni archetipo tipico del genere horror.
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Carved: Target
Anche la scelta demografica di pubblico risulta completamente sbagliata.
La direzione presa sembra indicare che l’obiettivo fosse quello di portare al cinema giovani adulti. Ritratti con la convinzione che passino la vita a guardare serie TV con protagonisti innamorati, ma troppo giovani. Personaggi che sembrano sempre destinati a lasciarsi e intraprendere la propria strada invece di accettare il proprio destino. Restando in tale maniera insieme così da essere miserabili e rendere miserabile la vita all’altro!
di che zucca parliamo? Ma soprattutto, poltiglia rossa se ne vede?
Carved va ad iscriversi nel canone di quei film in cui il protagonista principale è un oggetto letale che non dovrebbe essere tale. Il problema ulteriore è che non si trasforma mai in un qualcosa che gli spettatori vogliano andare a vedere.
Fatta eccezione per poche immagini truculente degne di questo nome (giusto qualche testa che rotola via senza un corpo attaccato e un reporter troppo curioso che finisce in un generatore elettrico, N.d.A.), Carved non lascia, nella storia, nessun intaglio del suo passaggio!
Conclusioni
Meglio andare a rivedere un bello slasher anni Ottanta per dimenticare che là fuori esiste un mondo invivibile per zucche di ogni dimensione, che ogni anno vengono sacrificate per il divertimento di umani senza scrupoli e senza cuore!
Andate a vederlo, se avete tempo da perdere, aspettate che esca su una qualunque delle innumerevoli piattaforme di streaming a disposizione, oppure non fatene di niente, risparmiate questo tempo della vostra vita che nessuno vi ridarà mai e fate qualcos’altro…
… magari potreste provare ad intagliare una zucca!
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