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Alicization – War of the Underworld: Episode III

In questo articolo torniamo a parlare di Alicization. Se non avete familiarità con la serie, vi consigliamo di recuperare le recensioni degli altri episodi a questo link.

Attraverso una breve pausa dalla progressione della storia facciamo la conoscenza del nostro vero e proprio antagonista, mentre tutti i pezzi vengono posizionati sulla scacchiera per prepararci all’avvenire.
Il Territorio Oscuro, però, ci offre uno scenario inaspettato.

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Alicization: Gabriel Miller

L’episodio non si perde in inutili introduzioni nel sottoporre allo spettatore un flashback che punta a ricordare alcuni eventi dei primi episodi di questo arco narrativo: nello specifico, veniamo riportati alla schermaglia che i protagonisti hanno condotto contro un insolitamente preparato gruppo di giocatori in Gun Gale Online.

Scopriamo dunque che tale gruppo è il responsabile dell’assalto ad Ocean Turtle, in corso di preparazione e addestramento per l’operazione attraverso l’ambiente simulato dello sparatutto VR.

È in questa occasione che scopriamo, finalmente, il nome della persona a capo di questa operazione: Gabriel Miller, un mercenario e ufficiale della “Glowgen Defense Systems”, contattato dalla Sicurezza Nazionale statunitense con l’ordine di penetrare nella base giapponese e sottrarre la tecnologia del Soul Translator.
Parte dell’operazione ha, ovviamente, avuto successo, tuttavia il gruppo di mercenari si trova ora di fronte alle prime difficoltà: non sono in grado di penetrare nella stanza contenente i Light Cube nelle 24 ore a loro disposizione prima che la controffensiva militare giapponese si attivi, né possono entrare con gli account avanzati dell’Impero Umano, su cui pende inesorabile il countdown di una enigmatica “fase finale”.

Miller, grazie all’aiuto del suo consulente informatico Critter, riesce però a trovare due account ad alti privilegi del Territorio Oscuro che non hanno protezione:  l’Imperatore Vector ed il suo Cavaliere Oscuro.

Nel frattempo veniamo a conoscenza dei motivi della condizione di Kirito, e della possibilità che Asuna possa, dall’interno di Underworld, ripristinare le funzioni di identità del ragazzo. Tenendo a mente la fase finale dell’esperimento e considerando la necessità di qualcuno capace di combattere per proteggere Alice dalla guerra imminente, Kikuoka accetta di lasciare che la giovane entri in Underworld con uno degli account avanzati a disposizione.

È in questo momento che scopriamo che, all’interno del Territorio Oscuro, giunge finalmente la notizia della morte di Quinella, ma la reazione in risposta a questo importantissimo evento potrebbe non essere quella che ci saremmo aspettati.

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Considerazioni sull’episodio

Con un po’ di salti da un capitolo all’altro, riorganizzati per meglio adattarsi alla struttura seriale dell’adattamento, l’episodio propone alcune parti piuttosto importanti del quadro di insieme di Alicization mettendo da parte l’azione e la progressione in favore di un episodio più orientato all’esposizione e alla preparazione dello scenario futuro.

Non c’è quindi molto da dire sulla tecnica d’animazione, sull’uso del sonoro e su tutti gli aspetti che potrebbero emergere maggiormente in sequenze più attive e movimentate, mentre ci sono alcuni spunti narrativi su cui focalizzarsi.

Il primo, elemento centrale dell’episodio, è sicuramente Gabriel Miller: l’antagonista viene finalmente introdotto in maniera definitiva dandoci un nome ed un contesto che, come ci aspettavamo, nasconde diversi conflitti a livelli più alti.

Se infatti non sorprende particolarmente che gli Stati Uniti non siano particolarmente d’accordo con il lasciare che il Giappone sviluppi una tecnologia come quella del Soul Translator monopolizzandola, come gli USA siano riusciti a stringere accordi con le Forze di autodifesa del Giappone lascia piuttosto di stucco.

La JSDF, infatti, apparentemente è afflitta da conflitti al proprio interno che separano Rath da una porzione altolocata del dipartimento, la quale ha dato il via libera al gruppo di Miller garantendo la mancata risposta all’assalto per ben 24 ore.

Il coinvolgimento di Miller, tuttavia, di primo impatto sembrerebbe collaterale, tuttavia riteniamo possibile possa esserci di più dietro le vere intenzioni del soldato a giudicare in parte dalla sua reazione all’esistenza del Soul Translator ma, soprattutto, per via dell’enigmatica frase sussurrata a Sinon durante il quarto Bullet of Bullets, mostratoci in un breve flashback in cui la ragazza viene abilmente sconfitta non prima che Miller pronunci le enigmatiche parole “Your soul will be so sweet.”

L’altro punto focale dell’episodio è il test finale di Underworld, che da nome all’episodio e che finalmente viene dettagliatamente esposto.

Il test prevede la riduzione a zero delle difese delle mura orientali dell’Impero Umano permettendo così alle forze del Territorio Oscuro di invadere l’area scatenando, così, una guerra aperta. Ciò che non sapevamo di questo esperimento è che, se lasciato condurre in modo lineare, le forze umane sarebbero uscite vittoriose dal conflitto.
Le azioni di Kirito, tuttavia, hanno destabilizzato l’equilibrio delle forze in gioco distruggendo di fatto la Chiesa di Axiom e rendendo molto più vulnerabili gli abitanti dell’Impero Umano, mettendo dunque a rischio Alice e richiedendo il repentino intervento diretto dello staff di Ocean Turtle, compito che viste le condizioni di Kirito è passato ad Asuna, per mettere in sicurezza il fluctlight della ragazza.

L’esperimento è il motore primario delle azioni di entrambi gli schieramenti in gioco sulla base Rath: la mancata conoscenza di dettagli sulla sua natura spinge Miller a cercare qualsiasi modo per entrare in Underworld, mentre l’opposto spinge Asuna a tentare di cercare Kirito all’interno dell’ambiente virtuale, eventi che accadono sostanzialmente in maniera simultanea.

Il vero colpo di scena dell’episodio è però lasciato alle scene finali, ambientate nel Territorio Oscuro, in cui facciamo la conoscenza di due umani di questo strano regno popolato da creature mostruose che, questo episodio ci conferma, sono anch’esse mobilitate da anime digitalizzate, fluctlight umani sotto forma di orchi, goblin e mostruosità di ogni genere.

Essi sono Vixur Ul Shasta, Comandante dei Cavalieri Oscuri e uno dei dieci Lord dell’Assemblea che governa il Territorio Oscuro, e la sua nobile subordinata, con cui ha una relazione, Lipia Zancale.

È proprio quest’ultima a portare a Vixur la notizia, definitivamente confermata, che Quinella, il Pontefice della Chiesa di Axiom, è morta.

Bercouli aveva anticipato un paio di episodi fa che questo sarebbe, prima o poi, successo e che la notizia avrebbe finalmente mobilitato i Cavalieri Oscuri verso l’invasione, tuttavia qui Vixur sorprende il pubblico mettendoci davanti ad uno scenario che nessuno, né i Cavalieri Integratori né lo staff di Rath, aveva messo in considerazione fino ad ora: il Lord inaspettatamente vede la morte di Quinella come il momento perfetto per proporre un trattato di pace con l’Impero Umano, deducendo che Bercouli sia stato messo a capo dell’ordine di Cavalieri e ritenendolo sufficientemente ragionevole da poter trovare un punto di incontro.

Per far ciò, Vixur ritiene possa essere necessario eliminare quattro dei Lord dell’Assemblea, un prezzo disposto a pagare pur di garantire la pace tra i due regni.

L’uomo prosegue con una proposta di matrimonio alla sua apprendista, ma il loro colloquio viene interrotto dalla notizia che la sala del trono, sigillata per secoli, si è finalmente aperta: l’Imperatore Vector si è risvegliato e questo evento potrebbe intralciare gravemente i piani di  Vixur.

Su questo sarà focalizzato però il prossimo episodio, “Il Territorio Oscuro”, che probabilmente approfondirà quanto presentato nelle battute finali di questo episodio e ci darà un assaggio di Miller nei panni di Vector.

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