Ha inizio la battaglia finale in Alicization nella Cattedrale della Chiesa di Axiom, ora condotta da Cardinal che, dopo duecento anni, è pronta ad un ultimo confronto con Quinella.
L’Administrator, colei che controlla ogni programma, ha però un’ultima rivelazione in serbo.
Sinossi di Alicization
Le due metà del Cardinal System, ora finalmente faccia a faccia, si preparano al confronto finale dichiarando le proprie piene intenzioni prima che Quinella, in pieno controllo di tutta l’area, imprigiona Cardinal ed i suoi alleati in uno spazio vuoto, disconnesso dal resto di Underworld, preparato dall’Administrator nell’eventualità che si fosse trovata di fronte Cardinal una seconda volta.
Anche l’apparente vantaggio numerico non sembra disturbare particolarmente Quinella. Rivela il Sword Golem ancora perfettamente funzionante, portando la battaglia ad uno schiacciante 300 contro 4. Con tale dichiarazione, rivela un’inquietante realtà: le armi che compongono il titanico costrutto sono in realtà umani tramutati in strumenti. Sono convertiti da Quinella per essere usati come strumenti di guerra. La sua intenzione di convertire almeno la metà degli 80.000 abitanti dell’Impero per produrre in massa le sue armi così da poter invadere il Territorio Oscuro.
Eugeo, su suggerimento di Quinella, deduce che la donna riesce a controllare le persone che compongono i suoi terribili esperimenti attraverso la volta affrescata sovrastante, incastonata da cristalli, in realtà composti dalle memorie estratte forzatamente dai soggetti così da limitarne le capacità mentali.
Dopo aver udito tutto questo Cardinal non è più in grado di eliminare il Golem, e sceglie di concedere la propria vita in cambio della sicurezza di Kirito, Eugeo ed Alice.
Quinella accetta l’accordo e procede nell’evocazione di un’arma con cui attacca ripetutamente Cardinal, cercando di ucciderla il più lentamente possibile di fronte all’inerme trio di amici, impotente di fronte a quanto sta accadendo.
Eugeo, di fronte a Cardinal morente, prende la decisione di farsi trasformarsi in un’arma, ritenendolo l’unico modo per acquisire abbastanza forza da poter affrontare Quinella, una richiesta che Cardinal, usando l’ultima traccia delle sue forze, soddisfa fondendo il ragazzo con la sua Blue Rose.
Quinella, comprendendo quanto sta accadendo, cerca di impedire il procedimento ma viene prontamente confrontata da Alice, che difende Eugeo durante la sua conversione che, una volta completata, da origine ad una nuova, potente arma autonoma che riesce ad annientare l’arma di Quinella trafiggendola prima di affrontare Quinella stessa, riuscendo con successo a tagliarle un braccio prima di essere spezzata in due, mettendo fine alla vita di Eugeo.
Il Pontefice, indifferente a quanto appena accaduto, recupera il proprio braccio e lo trasforma in una spada con cui si prepara ad eliminare Kirito, l’ultimo ostacolo rimasto in piedi di fronte alla sua autorità. Inaspettatamente, però, Alice si getta di fronte a lui per proteggerlo dalla lama di Quinella, facendo reagire Kirito che, ripresosi dalle recenti perdite e ripresa la sua determinazione, si prepara allo scontro finale con Quinella
Considerazioni sull’opera
Pur lasciando che gli eventi chiave si svolgano in maniera completa e senza aggiunte, l’episodio lascia un senso di eccessivo prolungamento laddove, come nel caso in cui Quinella si diletta a torturare Cardinal, avrebbero potuto presentare le scene in maniera più sintetica.
Sappiamo che Quinella è malvagia, ne abbiamo già avuto prova attraverso numerose delle sue vittime e dal suo atteggiamento incurante della dignità umana, perciò un ulteriore messa in scena del suo sadismo risulta superfluo.
Nonostante ciò, il ritmo lento della scene permette ad Eugeo di fare mente locale e razionalizzare ciò che è nelle sue possibilità, scegliendo di sacrificarsi per mettere quanto il più possibile in difficoltà l’antagonista.
Questo conduce all’unica vera battaglia dell’episodio, che vede protagonisti un costrutto metallico e una spada volante. Non di certo qualcosa che ci si aspetterebbe normalmente e che, specialmente nell’adattamento animato, lascia lievemente l’amaro in bocca.
Nonostante, in retrospettiva, si possa trovare traccia di un setup per un simile sacrificio da parte di Eugeo, la critica assenza della presentazione del forte pentimento di Eugeo rispetto alla sua incapacità di fare qualcosa per fermare l’arresto di Alice da bambino e il suo recente esser stato manipolato contro la ragazza e Kirito, elementi che hanno dato forma alla decisione presa in questo climax, indeboliscono il lato più drammatico del personaggio riducendo la sua scelta ad essere, banalmente, l’unica soluzione a cui è stato in grado di pensare.
Che lo scontro finale di questo arco avrebbe coinvolto un duello tra Kirito ed il villain non era certo qualcosa di imprevedibile o sorprendente: è uno scenario classico, in cui i personaggi comprimari aiutano a coprire l’eroe eliminando gli ostacoli che lo separano dal nemico finale mentre questi raccoglie le sue forze e concentra le sue emozioni in preparazione allo scontro finale.
Tuttavia in tal senso Alicization ci sorprende positivamente dando a Kirito la forza e la decisione sufficiente e abbastanza rapidamente da impedire la ripetizione (con un parallelismo che viene temporaneamente dimostrato in un flashback) di quanto accaduto con Asuna durante il primo arco narrativo, forse anche un atto simbolico della crescita di Kirito e della sua capacità di affrontare la sconfitta in battaglia.
Tale parallelismo ovviamente non sarebbe stato possibile se Alice non avesse perso la spada difendendo Eugeo durante la sua trasformazione, un dettaglio che sebbene non trascurato nell’anime è facilmente trascurabile, visto che la scena in cui la Lama d’Osmanto viene infranta passa a schermo molto rapidamente e senza particolare attenzione, un evento meglio messo in evidenza su carta che contribuisce a rendere più credibile l’atto di Alice, altrimenti insensato per un cavaliere tanto preparato e capace.
A discapito dei soggetti delle scene d’azione, esse risultano raramente banali grazie al, nuovamente da elogiare, sonoro eccellente e dalle animazioni ben realizzate, elementi che hanno il principale merito nel trasformare molte scene di questa serie in eventi effettivamente drammatici.
Il lavoro dettagliato sulla volta della stanza, inoltre, è particolarmente elogiabile, soprattutto considerando che essa viene mostrata solo parzialmente in sottofondo in alcune scene.
La parte finale di questo primo atto di Alicization è ormai stata perfettamente delineata, e starà al prossimo episodio concludere queste vicende e mostrarci la direzione della storia per i prossimi due cour, ora che il ruolo di Quinella sta per giungere al termine.
Se da una parte la serie ha fornito qualche vago indizio a riguardo, infatti, sarà compito del finale, intitolato “Il mio eroe”, dare un quadro più chiaro e definitivo di ciò che ci aspetta in futuro.