Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Alicization Ep 22: La Recensione

Avete già letto la recensione dell’Episodio 21? La potete trovare qui.

Messo alle strette dai due vertici della Chiesa di Axiom, Kirito rimette in gioco una vecchia gloria mentre Eugeo ricorre disperatamente all’ultima risorsa a sua disposizione, preparando lo scenario che ospiterà la battaglia finale.

Sinossi di Alicization

Il golem incandescente evocato da Chudelkin lascia sgomenti i tre eroi, tanto che nemmeno Alice pensava il senatore potesse eseguire una simile Arte Sacra.

La ragazza si propone di combattere il costrutto in prima persona, affidando a Kirito ed Eugeo l’arduo compito di colpire Chudelkin nei preziosi secondi che l’ex cavaliere riuscirà ad accumulare.

I due amici escogitano un piano per scoprire completamente il Senatore e così, mentre Kirito prepara il suo affondo, Eugeo scaglia un incantesimo diretto a Quinella così da distogliere lo sguardo di Chudelkin dai due.

Lo scontro si chiude molto rapidamente, mettendo fuori gioco il braccio destro dell’Administrator senza alcun ostacolo e difficoltà.

Impassibile, Quinella si libera del cadavere del Senatore e conclude che Kirito si tratti in realtà di un essere umano proveniente dall’esterno di Underworld.

Kirito conferma i sospetti del pontefice e spiega alla donna che le sue azioni porteranno, in modo imminente, alla distruzione di Underworld, un monito che Quinella ignora ritenendola una menzogna di Cardinal per liberarsi della sua autorità.

Alice supporta la posizione di Kirito, menzionando le preoccupazioni che Bercouli e Fanatio avevano in precedenza espresso riguardo alla possibilità dei Cavalieri Integratori di contrastare un’invasione dal Territorio Oscuro.

La ragazza prosegue domandando se Quinella avesse delle contromisure in caso i Cavalieri dovessero cadere e le ragioni per cui  abbia deciso di forzare attraverso falsi ricordi persone comuni all’obbedienza al suo ordine.

La donna, dal canto suo, sembra essere impassibile dinnanzi alla sofferenza da lei causata, ritenendola una futile preoccupazione di cui è in grado di liberarsi a suo piacimento, cancellando le emozioni e rendendo i cavalieri i suoi burattini personali.

Kirito confronta Quinella riguardo a quanto ha compiuto su sé stessa in passato, spiegandole il suo fallimento e come, nel mondo reale, esistano persone con molta più autorità di quanto lei detenga su Underworld che potrebbero, vedendone il fallimento, cancellare ogni cosa con la semplice pressione di un pulsante, inclusa la donna che ha tanto faticato per ottenere quella posizione di autorità.

Quinella rifiuta di cambiare la sua posizione, determinata a non piegarsi dinnanzi ad alcuna entità, dichiarando le proprie intenzioni e negando qualsiasi possibilità di risolvere diplomaticamente quel confronto.

L’Administrator procede dunque ad evocare un golem di spade in grado di combattere eternamente utilizzando il potere delle armi da cui è composto, tutte di altissimo livello, simultaneamente ed incessantemente.

Quest’arma definitiva viene scatenata contro il trio, che si prepara a difendersi dagli attacchi della creatura, ma essa riesce rapidamente a ferire mortalmente Kirito ed Alice lasciando Eugeo solo ed inerme.

Charlotte, il ragno con cui Cardinal ha monitorato Kirito ed Eugeo sin dall’inizio del loro viaggio, interviene contro il titano prendendo tempo per far sì che Eugeo riuscisse, con il pugnale di Cardinal, ha colpire il pavimento richiamando nella stanza la nemesi di Quinella, che in un istante spazza via il costrutto dell’Administrator e cura i due eroi feriti.

Dopo aver espresso il proprio dolore per la morte di Charlotte, rimastale fedele per oltre due secoli dimostrando che anche un costrutto senza Fluctlight può, nel tempo, evolversi e sviluppare la propria indipendenza, la bibliotecaria si prepara al secondo e, probabilmente, ultimo scontro con il pontefice.

Considerazioni di Alicization

A causa del modo in cui sono state adattate le prime parti del franchise rispetto ad Alicization, gli spettatori che hanno solo visto l’adattamento animato di Sword Art Online faticheranno a comprendere cosa Kirito abbia fatto per mettere fuori combattimento Chudelkin.

È doveroso dunque spiegare la skill che Kirito ha utilizzato: essa è la Sword Skill Vorpal Strike di Aincrad, una delle tecniche più utilizzate dal ragazzo durante i suoi due anni imprigionato nella Realtà Virtuale al punto da essere diventato famoso e conosciuto per il suo impiego, una Sword Skill che non ha mai più utilizzato una volta uscito da SAO per evitare che essa gli ricordasse i tempi, la personalità e le azione di quando era noto come Spadaccino Nero.

L’associazione di Vorpal Strike al suo avatar di Aincrad e l’invocazione dell’immagine mentale che Kirito ha rispetto a quell’abilità è dunque la ragione per cui, durante il suo utilizzo, ricompaiono temporaneamente gli indumenti che Kirito era solito indossare in SAO ed è un momento significativo per il personaggio.

In questo caso Kirito ha utilizzato Vorpal Strike perché è l’unico attacco a lungo raggio che conosce, oltrepassando il limite di distanza normalmente associato all’attacco con il potere della propria spada.

Dopo un episodio 21 molto corposo in termini di contenuto adattato, questo episodio rallenta un po’ il ritmo rendendo verosimile la possibilità di chiudere questo arco narrativo, di cui rimangono solo 86 pagine da adattare, entro i prossimi due episodi.

In ogni caso, nonostante le premesse, questo episodio risulta essere molto più discorsivo che dinamico: i due combattimenti principali durano infatti molto poco, liquidando la creatura di fuoco di Chudelkin molto rapidamente e lasciando come portata principale il confronto ideologico tra Alice, Kirito ed Eugeo (che, in realtà, passa più tempo confuso da quel che sta succedendo più che facendosi valere) e Quinella.

Nonostante molto dialogato, questo confronto è un elemento cruciale per la narrazione, in quanto rivela ad Eugeo ed Alice la vera provenienza di Kirito, nonostante non ne comprendano l’implicazione, e chiarifica la consapevolezza che Quinella ha dello stress test pianificato da Rath e le ragioni delle sue azioni: il rifiuto di essere controllata dagli umani.

La donna dunque crede di star fondamentalmente combattendo gli dei, facendo di sé stessa l’eroina di Underworld. Ovviamente, la facciata dell’eroina cade completamente nel momento in cui inizia a parlare di usare cavalieri come burattini senz’anima che combattano per lei, ma questo offre anche un’opportunità per Alice di chiarire la sua posizione e aprire la porta allo Sword Golem, l’impressionante arma meccanica creata per rimpiazzare i Cavalieri Integratori.

La creatura, la più temibile e grottesca tra quelle affrontate fino ad ora dai tempi dello Skull Reaper di Aincrad, forza il trio a ricorrere all’ultimo asso nella manica a loro disposizione e, a giudicare dall’indifferenza di Quinella alla comparsa di Cardinal, ciò rientra completamente nei suoi piani.

La breve parentesi aperta su Charlotte, visto il ruolo marginale della creatura, risulta piuttosto insapore e avrebbe potuto avere più impatto se i suoi pensieri o qualche forma di azione  fossero stati presentati nel corso della serie.

Per come è stata gestita la sua perdita, invece, nonostante sia interessante il concetto che anche un accumulo di dati e input, nelle giuste condizioni, possa imparare a provare emozioni e prendere decisioni spontanee, la sua morte sembra più un pretesto per mostrare l’indole di Cardinal e la sua animosità nei confronti di Quinella piuttosto che una perdita significativa per il gruppo degli eroi.

Onorevole di menzione è l’ironia dietro le azioni di Quinella: la sua volontà di trasformare i cavalieri in burattini senza emozione, culminata nella creazione dello Sword Golem come un killer senz’anima che lavorasse e combattesse per lei fa agire l’Administrator esattamente come i suoi creatori stanno agendo con Underworld, creando un interessante parallelismo tra la Chiesa di Axiom e Rath che, paradossalmente, rendono la percepita ribellione ed indipendenza di Quinella l’esatto contrario di quello che pensa.

Il punto più forte di questo episodio è, senza dubbio, l’uso della musica, che negli ultimi due episodi ha sfoderato i suoi pezzi migliori, accompagnato da alcuni momenti visualmente ben realizzati, come il già menzionato Vorpal Strike, enfatizzandoli ancor più di quanto non fossero nelle parole scritte da Kawahara.

Tra il finale dell’episodio ed il titolo del prossimo, “Administrator”, si preannuncia una battaglia tra i due pontefici rappresentanti ognuno una metà del Cardinal System al termine della quale una cosa è certa: solo una delle due rimarrà in piedi.

Lascia un commento

Iscriviti alla newsletter dei cercatori

Per non perderti mai i nostri articoli, gli episodi dei podcast, e le live su twitch