Perché J. K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter, è accusata di transfobia? Facciamo il punto della situazione e chiarifichiamo alcuni concetti importanti.
Ormai da alcuni mesi, l’autrice di Harry Potter, J. K. Rowling è accusata di essere transfobica, ossia di disprezzare le persone trans. Negli ultimi giorni queste accuse si sono rinnovate a causa di alcuni tweet dell’autrice britannica.
Ora, esattamente, cosa ha detto di transfobico J. K. Rowling? Vedo che sui commenti alla questione su Facebook ci sono molte persone che affermano che la Rowling non abbia detto nulla di sbagliato o di offensivo. Ma è vero?
In questo articolo, vorrei ripercorrere brevemente le esternazioni di questa autrice negli ultimi anni e spiegare perché alcune sue uscite sono transfobiche.
Libro I: J. K. Rowling e i like a tweet transfobici (2018)
Le prime accuse di transfobia sono state mosse a J. K. Rowling nel 2018, in almeno due diverse occasioni in cui ha messo “like” a dei tweet transfobici di terze persone. Vediamo quali sono questi tweet, cosa dicevano e come l’autrice abbia risposto alle accuse.
Il primo tweet transfobico supportato dalla Rowling risale a marzo 2018 ed era stato scritto da una certa Rachel (@racybearhold). Questo tweet lamentava il fatto che, negli spazi politici socialisti, le donne trans ricevessero più supporto dagli uomini socialisti rispetto alle loro colleghe donne cisgender. In questo tweet, le donne trans sono definite “uomini col vestito” (men in dresses).
Il like della Rowling al tweet di Rachel è stato subito notato dalla sua utenza e ha generato da un lato un sollevamento di dubbi e accuse di transfobia, e dall’altro una levata di scudi a difesa della creatrice di Harry Potter. Successivamente, una persona addetta alle relazioni pubbliche di J. K. Rowling ha spiegato l’accaduto come un errore dovuto all’età e alla goffaggine della scrittrice col cellulare: insomma, quel “like” era stato solo un errore. Ecco le parole del/lla rappresentante della Rowling:
I’m afraid J.K. Rowling had a clumsy and middle-aged moment and this is not the first time she has favourited by holding her phone incorrectly.
Il secondo tweet transfobico supportato dalla Rowling è di settembre 2018 e ad opera della giornalista Janice Turner, che commentava un proprio articolo in merito alla pericolosità delle donne trans in prigione sul The Times. Nel proprio commento, Turner affermava che è pericoloso mettere una volpe in un pollaio, anche se la volpe si identifica in una gallina.
A questo tweet non parrebbero essere seguite scuse o giustificazioni ufficiali da parte della Rowling.
Libro II: J. K. Rowling e il caso Maya Forstater (2019)
La tempesta delle accuse di transfobia ha pesantemente investito J. K. Rowling a dicembre 2019, quando l’autrice ha twittato:
Dress however you please.
Call yourself whatever you like.
Sleep with any consenting adult who’ll have you.
Live your best life in peace and security.
But force women out of their jobs for stating that sex is real? #IStandWithMaya #ThisIsNotADrill
Questo tweet, come si capisce dall’hashtag #IStandWithMaya, è riferito alla condanna giudiziaria di Maya Forstater, alla quale non è stato rinnovato il contratto di lavoro a causa dei suoi continui commenti transfobici nei confronti dei colleghi e delle colleghe trans.
Libro III: J. K. Rowling e “sex is real” (2020)
Recentemente, poi, la Rowling è tornata al centro delle polemiche per un’altra serie di tweet transfobici. Il primo concerneva il modo in cui un articolo sul rendere i prodotti igienici per le mestruazioni accessibili per tutte le persone che ne hanno bisogno, e la Rowling non ha apprezzato il fatto che non venisse usata la parola “donne”, in tal senso, dicendo:
‘People who menstruate.’ I’m sure there used to be a word for those people. Someone help me out. Wumben? Wimpund? Woomud?
Il giorno dopo, J. K. Rowling ha voluto specificare meglio la propria posizione, affermando di conoscere e amare le persone trans, ma di ritenere che il sesso (biologico) sia reale e che dunque sia importante tenerlo in considerazione. Inoltre, l’autrice afferma di supportare le persone trans e che marcerebbe con loro se fossero discriminate in quanto trans. Ecco la serie di tweet:
If sex isn’t real, there’s no same-sex attraction. If sex isn’t real, the lived reality of women globally is erased. I know and love trans people, but erasing the concept of sex removes the ability of many to meaningfully discuss their lives. It isn’t hate to speak the truth.
The idea that women like me, who’ve been empathetic to trans people for decades, feeling kinship because they’re vulnerable in the same way as women – ie, to male violence – ‘hate’ trans people because they think sex is real and has lived consequences – is a nonsense.
I respect every trans person’s right to live any way that feels authentic and comfortable to them. I’d march with you if you were discriminated against on the basis of being trans. At the same time, my life has been shaped by being female. I do not believe it’s hateful to say so.11.2596.47971.316
Un’introduzione teorica su sesso biologico, identità di genere e persone trans
Partiamo dall’inizio: cos’è la transfobia e come generalmente si presenta? Ebbene, la transfobia è l’odio e il disprezzo nei confronti delle persone trans.
Le persone trans sono individui il cui genere non coincide col loro sesso biologico. Pertanto, le persone trans possono essere donne trans (dette anche MtF, Male to Female), uomini trans (detti anche FtM, Female to Male), persone non binarie trans, il cui genere non coincide col sesso biologico senza però coincidere né col polo maschile, né con quello femminile, e persone trans che si identificano in altri generi ancora. Un’altra terminologia che viene usata dalle persone trans per descriversi sono le sigle AMAB (assigned male at birth, “genere maschile assegnato alla nascita”) e AFAB (assigned female at birth, “genere femminile assegnato alla nascita”. Le persone trans possono sottoporsi a trattamenti ormonali o a operazioni chirurgiche per conformare il proprio corpo al genere in cui si identificano, ma esistono anche persone trans che non sentono la necessità di sottoporsi a questi cambiamenti. Tutte queste tipologie di persone trans sono egualmente “trans”, poiché tutte sperimentano la differenza tra il proprio genere e il proprio sesso biologico. Gli eventuali trattamenti medici o la eventuale disforia di genere sono tutti fattori ancillari, rispetto alla differenza genere/sesso, e possono o non possono presentarsi, a seconda del singolo individuo.
Si parla di genere e sesso come di due entità distinte, poiché il primo è un’identità sociale, mentre il secondo è una caratteristica biologica.
Il sesso biologico: uno spettro più complesso del previsto
Il sesso è determinato dall’interazione tra i nostri cromosomi e un ventaglio di ormoni, la quale dunque determina anche la struttura dei nostri genitali. I risultati più comuni derivati da questa interazione sono il sesso maschile e quello femminile, ma sono presenti anche numerosi risultati che, in un ipotetico spettro che va dal maschile al femminile, si pongono in una posizione intermedia, con effetti fisici molto diversi. Le persone che si trovano in questa posizione biologicamente intermedia sono le persone intersessuali.
L’identità di genere: una questione sociale e personale
Il genere, invece, è determinato dalla personale percezione che si ha di se stessi, e può coincidere o differire dal sesso biologico. Citando un articolo di Wired, la Società italiana di psicoterapia per lo studio delle identità sessuali (Sipsis) indica come identità di genere:
l’identità complessiva della persona, l’insieme dei piani, delle dimensioni e degli aspetti – dal corpo, alla mente, al modo di presentarsi agli altri – con cui la persona si identifica, viene identificata e si fa identificare dagli altri. Si tratta quindi di una realtà a più dimensioni, che non smette di specificarsi e definirsi, dalla nascita all’età adulta e oltre.
Il genere, dunque, è una parte fondamentale di ciò che ci rende uomini, donne, persone non binarie e simili. È l’identità di genere che determina, in definitiva, se siamo donne, uomini o persone non binarie, non il sesso biologico.
Ciò tuttavia non significa che il sesso biologico non sia importante per molti altri motivi, come le innumerevoli questioni mediche legate ad esso. Il genere non invalida il sesso biologico, ma è semplicemente un livello di complessità in più che si va ad aggiungere a quello del sesso biologico.
Le persone trans: differenza tra sesso biologico e identità di genere
Quelle persone la cui identità di genere coincide col sesso biologico sono dette persone cisgender. Le persone la cui identità di genere non coincide col sesso biologico sono dette persone transgender, o persone trans. In questa definizione si possono dunque includere anche tutte le persone di genere non solo maschile o solo femminile, ossia le persone non binarie, genderqueer, genderfluid, agender, e simili. Tra le persone trans possono essere incluse le persone intersessuali, ma essere una persona intersessuale non significa automaticamente essere anche trans.
Va anche sottolineato che l’identità di genere non è legata all’orientamento sessuale, ossia alle proprie preferenze in termini di partner. Una donna trans potrebbe essere eterosessuale, se le piacciono solo gli uomini, oppure potrebbe essere lesbica, se le piacciono solo le donne, oppure potrebbe essere bisessuale, se le piacciono due o più genere, e così via. Il sesso biologico non determina l’orientamento sessuale di una persona trans, in tal senso. Infatti, una donna trans, il cui sesso biologico è maschile e che è attratta solo da uomini, non sarà un uomo gay, bensì una donna etero.
Ora che abbiamo un quadro generale sulla situazione, vediamo in che modo i tweet della Rowling, e i tweet precedentemente da lei supportati, siano transfobici.
Cosa c’è di transfobico nei tweet supportati da J. K. Rowling?
In primo luogo, il tweet di Rachel è transfobico poiché nega l’identità di genere delle donne trans, chiamandole “uomini col vestito”. Le donne trans sono donne, non uomini travestiti da donne, come abbiamo ribadito anche in questo articolo. L’idea che le donne trans siano uomini che recitano il ruolo delle donne è un’idea molto degradante nei confronti delle donne trans, poiché nega la loro esperienza e le definisce sostanzialmente delle bugiarde. In tal senso, Rachel nega l’importanza dell’identità di genere e riconosce solo quella del sesso biologico delle donne trans.
In secondo luogo, il tweet di Janice Turner è transfobico poiché, col suo paragone tra volpi e donne trans, a sua volta nega il peso dell’identità di genere, tenendo conto solo del sesso biologico delle donne trans. Inoltre, la Turner afferma che le donne trans, a causa del loro essere biologicamente uomini, sarebbero intrinsecamente più pericolose delle donne cisgender, cosa che parrebbe essere non vera, come spiega Alex Sharpe, professoressa di Legge alla Keele University, in questo articolo.
Cosa c’è di transfobico nel tweet su Maya Forstater?
Parlando poi dei tweet della Rowling, ci sono molte cose da dire. Partendo da quello del 2019 su Maya Forstater, credo sia il caso di riassumere la vicenda, in primo luogo. Potete leggere l’intero caso sul giudizio finale redatto dal tribunale qui.
Chi è e cosa ha detto Maya Forstater?
Maya Forstater è una ricercatrice che lavorava in un’organizzazione che lottava contro la povertà, il Centre for Global Development. Maya Forstater è una femminista che ritiene che il sesso biologico di una persona sia l’elemento chiave che ne definisce il genere e che, dunque, le donne trans siano degli uomini e vadano trattate come tali. Queste sue opinioni sono state da lei espresse più di una volta sul suo profilo Twitter. Ne è un esempio questo tweet:
Please stand up for the truth that it is not possible for someone who is male to become female. Transwomen are men, and should be respected and protected as men.
Successivamente, le persone trans/non binarie che lavoravano con Forstater o che avevano avuto a che fare con lei hanno iniziato a lamentarsi dei tweet transfobici della collega, affermando che Forstater si riferisse a loro senza rispettare la loro identità di genere. Per esempio, quando Gregor Murray si è lamentato del fatto che Forstater continuasse a riferirsi alla sua persona con il maschile, laddove Murray è una persona non binaria che usa il pronome they/them, Forstater ha replicato:
In reality Murray is a man. It is Murray’s right to believe that Murray is not a man, but Murray cannot compel others to believe this. Women and children in particular should not be forced to lie or obfuscate about someone’s sex.
I reserve the right to use the pronouns “he” and “him” to refer to male people.
Il sesso biologico come immutabile e centrale: la visione di Maya Forstater
Il verdetto della corte spiega che le idee di Forstater siano radicate nel fatto che esistano solo due sessi, maschile e femminile, e che dunque l’identità di genere non esista o non sia importante. Risulta evidente che Forstater non ha intenzione di cambiare idea o di considerare la possibilità di essere in errore. Inoltre, Forstater ritiene che le proprie idee siano scientificamente fondate, e ciononostante rifiuta l’idea che la scienza contemporanea si stia progressivamente distaccando da questa visione (grassetto mio):
The core of the Claimant’s belief is that sex is biologically immutable. There are only two sexes, male and female. She considers this is a material reality. […]
It is sex that is fundamentally important, rather than “gender”, “gender identity” or “gender expression”. She will not accept in any circumstances that a trans woman is in reality a woman or that a trans man is a man. […]
The Claimant largely ignores intersex conditions and the fact that biological opinion is increasingly moving away from a absolutist approach to there being genes the presence or absence of which determine specific attributes, to understanding that it is necessary to analyse which genes are present, which are switched on, the extent to which they are switched on and the way in which they interact with other genes. […]
La sentenza della corte che condanna Maya Forstater
Sebbene la corte comprenda l’importanza che queste idee hanno per Forstater, il giudizio su di lei è negativo, poiché risulta incompatibile con la dignità umana e i diritti fondamentali altrui. Se una persona trans ha acquisito dei documenti legali che ne definiscono un’identità di genere diversa dal sesso attribuito alla nascita, allora questa persona trans ha il diritto di essere chiamata col suo genere di arrivo.
However, I consider that the Claimant’s view, in its absolutist nature, is incompatible with human dignity and fundamental rights of others. She goes so far as to deny the right of a person with a Gender Recognition Certificate to be the sex to which they have transitioned. I do not accept the Claimant’s contention that the Gender Recognition Act produces a mere legal fiction. It provides a right, based on the assessment of the various interrelated convention rights, for a person to transition, in certain circumstances, and thereafter to be treated for all purposes as the being of the sex to which they have transitioned.
In Goodwin a fundamental aspect of the reasoning of the ECHR was that a person who has transitioned should not be forced to identify their gender assigned at birth. Such a person should be entitled to live as a person of the sex to which they have transitioned. That was recognised in the Gender Recognition Act which states that the change of sex applies for “all purposes”. Therefore, if a person has transitioned from male to female and has a Gender Recognition Certificate that person is legally a woman. That is not something that the Claimant is entitled to ignore.
[…] The Claimant does not accept that she should avoid the enormous pain that can be caused by misgendering a persons, even if that person has a Gender Recognition Certificate. […] The Claimant’s position is that even if a trans woman has a Gender Recognition Certificate, she cannot honestly describe herself as a woman. That belief is not worthy of respect in a democratic society. It is incompatible with the human rights of others that have been identified and defined by the ECHR and put into effect through the Gender Recognition Act.I conclude from this, and the totality of the evidence, that the Claimant is absolutist in her view of sex and it is a core component of her belief that she will refer to a person by the sex she considered appropriate even if it violates their dignity and/or creates an intimidating, hostile, degrading, humiliating or offensive environment. The approach is not worthy of respect in a democratic society.
Il tweet di J. K. Rowling alla luce dei fatti su Maya Forstater
Da questo verdetto si evince che il tweet della Rowling non riporta i fatti come stanno, bensì li rigira a proprio vantaggio. Infatti, Forstater non ha solo detto che il sesso biologico è reale, ma ha usato questa sua affermazione come punto di partenza per negare l’identità di genere di persone trans/non binarie, ponendole in una situazione umiliante e degradante.
In secondo luogo, il tweet della Rowling ha come incipit due frasi che parrebbero innocue, ad prima vista, ossia “Dress however you please. Call yourself whatever you like.”, per riferirsi alle persone trans. Tuttavia, queste sue parole semplificano e banalizzano il percorso delle persone trans, che è molto più complesso rispetto al vestirsi o chiamarsi in modo diverso rispetto a prima. Al contrario, questo atteggiamento riprende l’idea di molte persone transfobiche che ritengono le persone trans come “travestiti”, tali che il loro cambiamento non è un’intima presa di coscienza della propria identità di genere, bensì un semplice indossare un costume.
Cosa c’è di transfobico nei tweet di giugno 2020?
Ma veniamo dunque agli ultimi avvenimenti, ossia ai tweet di questo giugno, scritti proprio nel mese del Pride. Questi tweet sono transfobici per una serie di ragioni che adesso analizzeremo.
Il tweet contro “people who menstruate”: definire le donne solo in base alla vagina
Il primo tweet, che si lamenta dell’uso di “persone con le mestruazioni” al posto di “donne”, è problematico perché accusa di cancellare l’identità delle donne in un articolo che non parla solo di donne. Per la precisione, l’articolo in questione si riferisce a tutte quelle persone che usano prodotti per le mestruazioni, poiché è focalizzato sull’accessibilità di questi prodotti per chi ne ha bisogno. E chi ne ha bisogno non sono solo le donne cisgender, ma anche gli uomini trans e alcune persone non binarie.
Gli uomini trans e le persone non binarie di sesso biologico femminile, infatti, hanno spesso bisogno di prodotti per le mestruazioni, similmente alle donne cisgender; tuttavia, ciò non rende queste persone delle donne. Inoltre, non tutte le donne cisgender hanno bisogno dei prodotti per le mestruazioni, poiché possono non avere le mestruazioni per tantissimi motivi: problemi ormonali, gravidanza e menopausa sono i primi esempi che mi vengono in mente. E nonostante non abbiano le mestruazioni, queste donne cisgender restano donne, poiché le donne sono caratterizzate dalla loro identità di genere, non dai loro genitali o da altre caratteristiche biologiche.
Similmente, la Rowling cancella l’esistenza dell’identità di genere anche nel secondo tweet, dove afferma “If sex isn’t real, there’s no same-sex attraction. If sex isn’t real, the lived reality of women globally is erased.” Il problema con questi tweet, dunque, non sta nel dire che il sesso biologico esiste: questo lo si sa già, e lo sanno benissimo anche le persone trans, e nessuno lo nega.
Tuttavia, questi tweet riducono le persone al loro sesso biologico, o a caratteristiche che generalmente sono ritenute tipiche di un certo sesso biologico, come appunto le mestruazioni.
“Marcerei con voi se foste discriminati per essere trans”: la cancellazione della transfobia
Il suo tweet in cui afferma di rispettare tutte le persone trans contiene anche la frase “I’d march with you if you were discriminated against on the basis of being trans.”, ossia un’affermazione basata su una supposizione falsa. Mettendo in una ipotetica il fatto che le persone trans siano discriminate per essere trans, la Rowling mette de facto in dubbio l’esistenza della transfobia.
Anzi, se leggiamo il suo tweet precedente, troviamo la frase “they’re [le persone trans] vulnerable in the same way as women – ie, to male violence”. Pertanto, pare che, secondo la Rowling, le persone trans non siano discriminate perché trans, bensì perché sono donne discriminate da uomini. È poco chiaro poi se questa affermazione sia relativa alle donne trans (che quindi sarebbero discriminate dagli uomini perché si identificano nel genere femminile) o agli uomini trans (discriminati dagli uomini cisgender perché è stato loro assegnato il genere femminile alla nascita).
In ogni caso, l’affermazione della Rowling è basata su una supposizione falsa, come dicevo, poiché le persone trans sono discriminate in quanto trans. Lo si è visto proprio con Maya Forstater, che feriva e umiliava delle persone trans/non binarie proprio perché erano trans/non binarie.
La mancata distinzione tra sesso biologico e genere: ignoranza o voluta omissione?
Le affermazioni della Rowling sembrerebbero basate sulla sua ignoranza circa l’esistenza dell’identità di genere come fenomeno separato rispetto al sesso biologico. Tuttavia, un tweet successivo dell’autrice afferma che la Rowling si sia ampiamente informata in merito:
I’ve spent much of the last three years reading books, blogs and scientific papers by trans people, medics and gender specialists. I know exactly what the distinction is. […]
Ebbene, pare che le sue letture non l’abbiano convinta del fatto che le persone trans devono essere rispettate venendo apostrofate nei termini della loro identità di genere, e che comunque il sesso biologico non può essere il solo asse che caratterizza una persona.
Quindi, è probabile che J. K. Rowling sappia perfettamente dell’esistenza dell’identità di genere, ma preferisce ignorarla o non giudicarla importante.
J. K. Rowling e le posizioni delle TERF
Le idee della Rowling, in tal senso, sono molto vicine a quelle di una frangia femminista molto rumorosa, ma generalmente con un seguito limitato, ossia quella delle Trans Exclusionist Radical Feminist, dette anche TERF. Da notare che la Rowling, in un altro tweet, ha associato TERF alle offese sessiste tipicamente ricevute dalle donne, opinione che generalmente hanno anche le femministe trans-escludenti.
Le TERF sono femministe convinte del fatto che le donne trans non siano donne e che il femminismo dovrebbe focalizzarsi in primo luogo sulle persone che appartengono al sesso biologico femminile, poiché le donne sarebbero caratterizzate solo dal loro sesso biologico. Pertanto, non solo considerano le donne trans degli uomini, ma vedono anche gli uomini trans come donne, invalidando l’identità di genere sostanzialmente di ogni persona trans. Inoltre, alcune TERF sono convinte del fatto che le donne trans siano uomini travestiti che vogliono invadere e conquistare gli spazi unicamente femminili creati dalle donne cisgender, ossia i bagni femminili e i centri antiviolenza.
Pertanto, le TERF tendono a chiamare le persone trans solo col genere assegnato loro alla nascita, a definirle con appellativi degradanti e umilianti, come “uomini con la gonna”, ignorando totalmente il loro benessere e la dignità. Inoltre, generalmente le TERF ignorano il fatto che le persone trans siano tendenzialmente più discriminate rispetto alle persone cisgender, e che le donne trans di colore hanno maggiori possibilità di essere uccise rispetto alle persone cisgender. La Human Rights Campaign Foundation, per esempio, riporta le principali cause della violenza e della discriminazione contro le persone trans.
Ciò fa sì che le TERF basino il proprio femminismo non solo sulla riduzione delle persone ai loro organi genitali, ma anche sull’umiliazione e il bullismo di una categoria di persone che già affronta più discriminazioni. Pertanto, le TERF difficilmente si possono definire femministe radicali. Infatti, nell’ambito del femminismo le femministe radicali sono quelle che cercano di smontare in maniera radicale la struttura patriarcale. Per struttura patriarcale intendo tutto il sistema di ruoli di genere che impongono agli uomini di essere in un certo modo per essere Veri Uomini e alle donne di essere in un altro modo per essere Vere Donne, entrambi con relativi limiti e privilegi annessi. Le femministe radicali decostruiscono i ruoli di genere e il concetto di sesso, andando dunque alla radice del problema. Al contrario, le TERF si basano proprio su un concetto di sesso biologico per tracciare dei confini netti tra donne cisgender (e tutte le altre persone dotate di vagina, che queste lo vogliano o meno) e donne trans, quindi rinforzano proprio lo stesso concetto che le femministe radicali vogliono distruggere. Anche per questo motivo, oltre che per la loro transfobia, generalmente il resto delle correnti femministe disconosce e condanna le TERF, definendole non-femministe.
Detto questo, J. K. Rowling è definibile una TERF non solo per le sue posizioni che esplicitamente negano la dignità delle persone trans (negando l’esistenza o l’importanza dell’identità di genere), ma anche per i like dati nel 2018. Infatti, sia Rachel, sia Turner sono note TERF.
È dunque per le sue posizioni intolleranti e degradanti che la Rowling va condannata. Il fatto che non chiami le donne trans “uomini con la gonna” non significa che i suoi tweet siano meno disumanizzanti, poiché se nega l’esistenza dell’identità di genere e della transfobia, allora sta discriminando ugualmente le persone trans.
Alcune parole finali di una fan di Harry Potter amareggiata
E così, questo è il mio articolo-riassunto sulla transfobia della Rowling. Spero che sia risultato chiaro e di aver trattato i punti principali che rendono i suoi tweet transfobici, dando a chi volesse anche le basi per capire la differenza tra sesso biologico e identità di genere.
Voglio sottolineare che sono una lettrice e fan di vecchia data della saga di Harry Potter, e che vedere questa discesa nella transfobia di una persona che, con i suoi problemi, comunque ammiravo mi lascia molto amareggiata. Già non avevo apprezzato l’approccio della Rowling ai personaggi non bianchi e ai personaggi queer, ma negli ultimi anni la mia stima per questa scrittrice è scesa sotto le scarpe.
Questo articolo, dunque, non è stato scritto da una hater, ma da una persona profondamente delusa. Voglio poi sottolineare che, in queste critiche, non c’entra nulla il fatto che la Rowling sia una donna. Infatti, la Rowling non è attaccata in quanto donna. Gli attacchi nei suoi confronti non sono maschilisti, bensì transfemministi e da parte del femminismo intersezionale, e generalmente portati avanti da altre donne (sia trans che cisgender) che vogliono difendere le persone trans.
Personalmente, continuerò ad amare la saga di Harry Potter, poiché ci sono cresciuta e mi ha formata tantissimo. Tuttavia, non supporterò più altre opere scritte da J. K. Rowling, Animali Fantastici compresi. Sono contenta del fatto che la fanbase dei Potterhead sia cresciuta spesso molto più della Rowling, analizzando le sue opere con grande lucidità e trovando il coraggio di riscrivere e re-inventare Harry Potter con ogni nuova fanfiction.
12 Commento
Marco
Tante lamentele per non essere giudicati o discriminati ma in compenso discriminate, svalutate e “vi fate cadere in basso” addirittura “sotto i piedi” la professione e professionalità di una donna solamente perché ha una idea diversa dalla vostra. Potete pure odiare lei ma non la sua professione e i capolavori che ha fatto, e dire “non guarderò più animali fantastici o qualsiasi altro suo lavoro” fa capire che forse le persone limitate siete voi (riferito ovviamente a chi ha scritto questo articolo)
Gloria Comandini
Approvo questo commento perché è sull’orlo di tramutarsi in hate speech e credo che per questo sia interessante.
Sottolineo che dire che il comportamento di J. K. Rowling sia transfobico non è in alcun modo una discriminazione.
La posizione della mia stima nei confronti della Rowling è una cosa ovviamente personale e non sto dicendo a nessuno cosa deve pensare a riguardo.
Se agissi come te, dal tuo commento dovrei dedurre che anche tu sia limitato, visto che la tua comprensione del testo mi pare piuttosto lacunosa. Ma non dedurrò un’offesa nei tuoi confronti. Mi auguro che in futuro nemmeno tu lo faccia nei miei confronti.
rotello
Ciao Gloria,
ho letto l’articolo con interesse, ho scoperto molte cose di cui non mi curavo (erroneamente, forse): la quantità di affermazioni è così alta che avrò bisogno di tempo per metabolizzarle e studiare altro. Non commento quindi perchè non ho nulla che possa aggiungere valore a questa discussione (darei solo delle opinioni basate sulla mia ignoranza in materia) ma ti devo porre una domanda su un argomento che mi sta più a cuore: sport da contatto / arti marziali, di cui gestisco anche un blog.
Recentemente ci sono state alcune M2F a partecipare a incontri nella categoria femminile. Il che, alla luce dell’articolo, è assolutamente corretto e ne capisco anche il motivo… d’altra parte è che molte M2F sono ancora fisicamente forti come i cisgender uomini e in più di un caso hanno ferito – malamente – l’avversario donna. Questo è un problema che deve essere risolto, per la sicurezza della disciplina e la salute di tutti, ma ovviamente ogni discussione su questo tema in gruppi di arti marziali finisce in ciaciara.
Qui magari sono più fortunato: negli sport competitivi, dove c’è contrasto fisico e serie possibilità di infortunare l’avversaria, come gestire questa situazione (parlo delle M2F, nello specifico)? hai link da suggerirmi? puoi rispondermi tu?
ps spero di aver usato i termini nel modo corretto.
Gloria Comandini
La questione delle persone trans negli sport è molto dibattuta ed è un tema molto caldo!
Non sono un’esperta in merito a questioni sportive e ti consiglierei dunque di consultarti con i medici che seguono queste donne trans per comprendere meglio l’impatto del testosterone sulla forza fisica.
Al momento ho trovato questo paper scientifico pubblicato sull’APA (American Psychological Association) che ha revisionato la letteratura scientifica e i regolamenti di varie competizioni sportive per vedere se le persone trans possano avere vantaggi o svantaggi fisici nello sport: https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs40279-016-0621-y. I risultati parrebbero indicare che le persone trans non hanno né svantaggi, né vantaggi, in nessuno stadio della loro transizione, anche perché non si è sicuri del fatto che sia proprio il testosterone ad aumentare le capacità atletiche. Pertanto, si suggerisce di separare gli atleti non tanto in base al genere, quanto in base alla stazza. Ti riporto un estratto dal paper:
On average, men perform better than women in sport; however, no empirical research has identified the specific reason(s) why. Based mainly on indirect research with cisgender people, it is commonly believed that androgenic hormones (specifically high testosterone levels) confer an advantage in competitive sports (i.e. enhance endurance, increase muscle mass) and, while this belief has informed several sporting policies, testosterone may not be the primary, or even a helpful, marker in determining athletic advantage [73]. Karkazis et al. [73] have argued that there is no evidence to suggest that endogenous testosterone levels are predictive of athletic performance (apart from doping), as there is variation in how bodies make and respond to the hormone. Testosterone is only one part of a person’s physiology and there are other important factors (both biological and environmental) that should be considered if fairness (the absence of advantage) is the aim in competitive sport. For instance, having large hands is key for manipulation in some sports (e.g. basketball), but this is not seen as an unfair advantage. Establishing what an athletic advantage is in competitive sport would facilitate inclusion of all athletes (regardless of their gender identity) on the premise of fairness.
[…] The panel suggests that when sporting organisations are concerned about safety, based on the size or strength of competitors, such organisations should develop skill and size categories, such as in wrestling.
Questa ricerca, nella proposta di dividere i partecipanti per stazza invece che per genere, si rifà al “Canadian Centre for Ethics in Sport”, che infatti dice questo: “The EWG felt that any risk to safety based on size or strength should be controlled by establishment and adherence to weight or skill categories rather than by exclusion based on gender identification.”. Ecco il link al documento: https://cces.ca/sites/default/files/content/docs/pdf/cces-transinclusionpolicyguidance-e.pdf
Tuttavia, per quanto probabilmente questo paper sia ben fatto (non ho le basi per dirlo, ma tendenzialmente i paper pubblicata dall’APA sono sottoposti a controlli), si tratta comunque del primo studio sul tema, e dovrebbe essere confermato e approfondito da nuovi studi prima di essere preso per oro colato.
Insomma, credo che siamo in un territorio ancora tutto da scoprire. Mi fa piacere sapere che per te l’importante sia il benessere dei partecipanti, e sono sicura che troverai una soluzione al problema. :)
Spero di esserti stata utile!
Un caro saluto,
Gloria
rotello
Grazie mille Gloria… lo studio è uno dei pochi, ma è davvero molto inconcludente. Un altro studio (medicina sportiva) – https://jme.bmj.com/content/45/6/395 – dice “Particularly important is whether the advantage held by transwomen is a tolerable or intolerable unfairness. We conclude that the advantage to transwomen afforded by the IOC guidelines is an intolerable unfairness. This does not mean transwomen should be excluded from elite sport but that the existing male/female categories in sport should be abandoned in favour of a more nuanced approach satisfying both inclusion and fairness.”…
Ma fare (almeno) 4 categorie di sport sarebbe secondo te accettato / accettabile?
Gloria Comandini
Grazie a te per aver portato anche questo studio!
Non ti so dire se fare almeno 4 categorie sarebbe accettabile, poiché non sono né una sportiva, né una persona trans, ma magari puoi fare delle prove e vedere come va! :)
Un caro saluto!
Claudio
La realtà è complessa e spesso, soprattutto per favorire la forza della comunicazione, si arriva ad approssimazioni inaccettabili. È anche vero però che a volte dobbiamo approssimare le nostre percezioni per poterle usare: una mela morsa è sempre una mela anche se non ha più la forma con cui descriveremmo una mela; il pepe rosa resta pepe, pure se non è nero, colore che associamo immediatamente al pepe. In modo volutamente banale voglio dire che il sesso biologico è comunque il modo con cui siamo abituati a distinguere i generi, se non altro perché è cronologicamente anteriore all’identità di genere, concreto nel suo essere assegnato al neonato incansapevole in ospedale.
Capisco di essere quindi transfobico, e me ne dispiaccio seriamente, ma in un primo approccio non posso sapere con precisione come una persona vuole essere chiamata. Anche se una volta saputo che una M2F vuole che ci si rivolga a lei con i pronomi femminili, li userei serenamente, da una parte mi sembrerebbe sempre strano fino a che non ci fosse una frequentazione abitudinaria (e questo mi fa transfobico), dall’altra parte mi lascia perplesso che al primo incontro il pronome che userei sarebbe giusto solo per un colpo di fortuna, non sapendo esattamente come parlare (se non lo capisco subito perché poco attento, farei la figura del transfobico).
Se sento però dire che uno è transfobico, immagino che abbia usato violenza, fisica o verbale, verso qualcuno. La mia posizione è invece di perplessità. Però si tende con troppa facilità a dire transfobico a uno che magari è solo ignorante o distante, per motivi suoi, religiosi o caratteriali, da questo mondo, ma che non vuole né essere nemico di nessuno né attaccare nessuno. Dato che esistono così tante sigle e approcci al mondo dei trans, non sarebbe il caso di trovarne e usarne altrettanti anche per chi non li capisce?
In parte, lo so, è una provocazione: non capisco come si possa fare un discorso obbligatoriamente con così tanto approfondimento, con l’impossibilità di avvicinarlo senza sapere tutto. Non parliamo di discorsi in cui ci fingiamo capi di stato o virologi, ma di rapportarsi alle persone, cosa per cui non dovrebbe servire un titolo di studio. E invece questo mondo chiede che chi parla con lui conosca tutto.
Capisco poi che la posizione di personaggi di chiara fama sia più delicata per il seguito che hanno, ma resta la domanda: si può essere perplessi (nel senso di avere la percezione che questo modo di trattare la diversità sia scorretto) senza essere transfobici?
Gloria Comandini
Credo che tu stia facendo confusione e ti stia dicendo transfobico in maniera preventiva. Facciamo quindi un po’ di ordine.
1) Non è sempre immediato capire l’identità di genere di una persona e dunque è abbastanza normale commettere errori. Questo non rende transfobico nessuno: l’errore iniziale non è un problema, perché poi si viene corretti e si capisce come ci si deve comportare. Il problema sorge se, a quel punto, si continua a chiamare una persona in maniera diversa dalla sua identità di genere, che è quello che ha fatto Maya Forstater. In quel caso, non è più una questione di ignoranza, bensì è una questione di mancanza di rispetto.
2) L’importante è portare rispetto alle persone trans chiamandole in modo consono al loro genere. Il fatto che dentro di noi la cosa ci faccia strano perché intimamente associamo ancora queste persone al genere che avevamo supposto all’inizio è abbastanza normale, e comunque è una sensazione che può sorgere con certe persone trans e non con altre. L’importante, anche qui, è comportarsi in maniera rispettosa e chiamare queste persone in maniera conforme alla loro identità di genere.
3) Non riesco a capire su quali basi continui a definirti transfobico e, onestamente, il tuo tono mi sembra molto vittimista. Non capisco se tu abbia letto questo articolo con attenzione, poiché è evidente che in questo articolo si definisce transfobico chi volontariamente degrada e umilia le persone trans. Sottolineare continuamente il sesso biologico delle persone trans per invalidarne l’identità di genere è violenza verbale. Ormai dovrebbe essere chiaro che un errore iniziale non è transfobia.
4) Si può essere perplessi senza essere transfobici.
5) Tutto questo commento mi sembra essere stato scritto da una persona che vuole essere rassicurata sul fatto di non essere transfobica, perché non vuole pensare di essere una persona cattiva. Io sono una persona paziente che spiega sempre le cose e a cui si può chiedere di approfondire qualcosa. Lo sapete che non vado ad insultare la gente aggratis. Tuttavia, ricordatevi anche che non sono una terapista.
Claudio
Ti ringrazio della terapia, fa sempre bene, anche se non cercavo rassicurazioni. Cercavo invece un tono dialogante, forse sbagliando nel mettere troppo “le mani avanti”, ma volevo sottolineare la complessità di questo mondo che deve, secondo me, trovare una sintesi e che con così tante e precise definizioni rende difficile qualsiasi avvicinamento a chi non lo desideri fortemente. Questo secondo me, va contro la causa che si cerca di difendere.
Non concordo sul discorso che “si può sbagliare al primo approccio, basta correggersi”. Io lo vedo proprio come il sintomo di una mancanza di sintesi, di chiarezza, che rende respingente quel mondo già così complesso e dove le fragilità sono davvero molte.
Credo che più che l’accoglienza serva l’andarsi incontro. Se non so neanche come rivolgermi a un trans, evito di parlargli/le per paura di sbagliare.
Hai ragione: non sono transfobico neanche secondo me, ma sono sicuro che se fossi un personaggio pubblico e le mie parole avessero un peso maggiore e fossero analizzate al microscopio, lo potrei essere considerato con molta facilità. Dico allora, al di là del caso specifico della Rowling, che occorrerebbe una maggiore attenzione. Definire transfobico un atteggiamento sotterraneo come quello della scrittrice solleva solo la fierezza degli ignoranti e non contribuisce alla causa che si difende con questa radicalizzazione. Magari delle affermazioni distratte e leggere, hanno radicalizzato anche lei per gli attacchi ricevuti fin dal primo post sul tema.
Mi son permesso di intervenire perché ho apprezzato molto la serietà dell’articolo e ti ringrazio di aver dialogato con me. L’opinione di persone informate è sempre illuminante e la tua mi permette di riflettere su altri elementi.
Gloria Comandini
L’atteggiamento della Rowling non è così tanto sotterraneo, come le sue dichiarazioni più recenti hanno sottolineato. Nel suo caso, la transfobia è evidente, reiterata e da lei difesa.
La mancanza di chiarezza è una costante della vita umana. In un sacco di discipline ci si ritrova ad avere situazioni poco chiare e non incasellabili in termini o in strutture teoriche precise. In alcuni casi si sono create diverse teorie che si approcciano agli stessi problemi da punti di vista diversi. Nella vita non possiamo pretendere di trovare sempre chiarezza, poiché se tutto ci fosse chiaro non servirebbe la ricerca scientifica, o la ricerca scientifica procederebbe in maniera lineare, senza che ogni tanto sia necessario riorganizzare la struttura teorica di riferimento, poiché le evidenze empiriche trovate rivoluzionano le nostre basi.
Non farti paralizzare dalla mancanza di chiarezza, perché altrimenti non potrai fare altro che rimanere fermo per paura di sbagliare. L’identità di genere, il sesso biologico e i loro rapporti sono costantemente in fase di approfondimento e scoperta, e ogni anno nuovi studi fanno luce su aspetti nuovi di questi argomenti. Sbagliare è parte del processo di crescita, la quale a sua volta non sarebbe possibile senza degli errori. È per questo che vediamo personalità influenti che sbagliano, ma poi imparano e si correggono, come è capitato con, per esempio, Terry Crews. Con la Rowling, invece, non si sta vedendo alcun tipo di volontà di imparare e migliorare, e per questo è giusto provare risentimento e disprezzo.
Claudio
Qua si parla di comunicazione e di rispetto. La realtà scientifica-biologica o gli approfondimenti della psicologia non contano così tanto. Se domani qualcuno sostenesse che un gene è la causa di tutto, non cambierebbe nulla: io e te continueremmo a usare il femminile per una M2F e il maschile per un F2M.
La Rowling forse all’inizio era meno transfobica di come è diventata dopo essersi dovuta difendere.
Siamo tutti in evoluzione e come ci rapportiamo tra noi, spesso, è determinante.
curry 5
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