Negli ultimi anni, J. K. Rowling ha continuato ad aggiungere dettagli alla saga di Harry Potter. Tuttavia, alcune sue esternazioni sono quantomeno disturbanti, mentre altre sono pura paraculaggine.
Qualora aveste notato i meme di questi giorni, sarà subito evidente che J. K. Rowling ha avuto un’altra delle sue uscite infelici.
Questa volta, però, l’autrice di Harry Potter non ha parlato di come i maghi, prima dell’invenzione dei moderni gabinetti, non potevano andare ad appartarsi a covino in una latrina come tutti gli esseri umani, no! I maghi e le streghe britannici, secondo la Rowling, si cagavano e pisciavano addosso, per poi far sparire le evidenze con la magia.
Disturbante, vero? Leggermente non richiesto, aggiungerei.
Tuttavia, negli ultimi tempi la Rowling ci ha regalato ulteriori perle, con tanto di informazioni più o meno pruriginose sui suoi personaggi. Il che potrebbe anche tranquillamente essere accolto da una risata e da una serie di meme per celebrarne l’animo trash.
Però, qui la Rowling non sta agendo con l’intento di far sorridere i propri lettori, come forse era stato il caso delle abitudini dei maghi. Vediamo esattamente di cosa si tratta e perché questo suo comportamento è indice di una certa ipocrisia e/o paraculaggine.
Silente e Grindelwald hanno fatto sesso ed erano molto appassionati
Ebbene sì: a quanto risulta dalle dichiarazioni della Rowling, la relazione tra Silente e Grindelwald non era limitata al povero Albus cotto come una pera, ma non necessariamente ricambiato dall'”amico” di gioventù. Oh no: a quanto pare i nostri due baldi maghi hanno approfondito la questione e si sono dedicati ad attività assolutamente non platoniche.
E a questo punto potremmo anche dire “e sticazzi”: si sa che Silente era innamorato di Grindelwald, che a sua volta aveva sfruttato i sentimenti del mago inglese per i propri fini. Il fatto che i due abbiano anche fatto sesso non è esattamente un’informazione rilevante, perché la presenza o meno dell’attività erotica non rende più o meno reale questo loro legame. Più interessante è scoprire che Grindelwald fosse coinvolto in questa relazione, la quale dunque non consisteva solo nella cotta adolescenziale di Silente, ma era a doppio senso.
Un semplice commento ad una relazione canonica?
Per la precisione, la dichiarazione della Rowling è presente in un contenuto opzionale della versione Blu-ray di Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald, che uscirà il 18 marzo. Qui, l’autrice ha detto:
La loro relazione era incredibilmente intensa. Era appassionata, una vera relazione amorosa.
Ma come accade in ogni relazione, gay o etero o con qualsiasi etichetta la si voglia chiamare, nessuno sa veramente cosa provi l’altro. Non lo puoi sapere, puoi solo credere di saperlo.
Quindi sono meno interessata al lato sessuale [della loro relazione, ndt] – sebbene io creda che in questa relazione ci sia una dimensione sessuale – rispetto ai sentimenti che provavano l’uno per l’altro, ossia l’aspetto più affascinante di tutte le relazioni umane.
E, come dicevo, fin qui non ci sarebbe nemmeno di che stupirsi: si sta solo commentando la relazione canonica di due personaggi canonici di un’opera canonica. Un po’ come se la Rowling avesse detto di aver preferito concentrarsi più sull’instaurarsi della fiducia e della stima reciproche fra Ron ed Hermione, rispetto alla loro attrazione fisica. O di aver preferito parlare dei dubbi e delle incertezze di Remus e Tonks riguardo alla loro relazione, piuttosto che concentrarsi sul fatto che facessero sesso appassionato.
Tuttavia, permane comunque una piccolissima differenza di trattamento di queste coppie: Tonks/Remus e Ron/Hermione sono canonici e resi tali dal contenuto dei film e dei libri, Silente/Grindelwald non lo sono.
Rowling, la medaglietta “inclusività” non si prende con i retcon: o scrivi contenuti inclusivi, oppure non puoi fregiarti del titolo “autrice inclusiva” per i commenti fatti dopo
Ora, chiariamoci: Harry Potter è sempre stato una saga molto progressista, che se la prendeva esplicitamente contro il razzismo e il classismo. Ha dipinto una nuova generazione in lotta contro gli stereotipi e le tradizioni tossiche di quelle precedenti, portando avanti un pensiero inclusivo e di accettazione del diverso. Harry Potter è un’opera estremamente intelligente, che ha tirato su una generazione, nella quale includo anche me stessa.
Tuttavia, rispetto agli standard a cui siamo abituati oggi, Harry Potter presenta alcuni difetti, sui quali all’epoca siamo passati sopra per celebrare invece gli aspetti positivi del libro.
La solita questione dei token character: inclusione non significa “quote di colore”
Innanzitutto, la saga letteraria della Rowling pecca di troppi token character di colore: certo, abbiamo l’asiatica e le gemelle indiane della scuola, così come il nero dell’Ordine della Fenice (ad Hogwarts sono nominate più persone nere, in effetti, includendo Dean Thomas, Angelina Johnson, Lee Jordan e Blaise Zabini), ma si tratta quasi sempre dell’unico esponente di un’etnia. Non ci sono altre cinesi di nota, oltre a Cho, così come non ci sono altre indiane di nota oltre alle gemelle Patil. Inoltre, il cast principale non comprende persone di colore.
Il problema dei token character, come avevamo detto qui parlando di Nagini, è il fatto che sono pensati non tanto come personaggi a sé, ma come quote, come i rappresentanti di un’etnia, un orientamento sessuale o un’identità di genere. In Harry Potter, per fortuna, si evitano gli stereotipi più beceri nei confronti di questi token character, i quali però sono comunque i soli esponenti della propria etnia e sono caratterizzati più da quest’ultima che dal loro vero carattere.
Un mondo in cui tutti sono etero (e mostrati come tali) e l’unico gay è detto tale in un’intervista
Allo stesso modo, in Harry Potter non vediamo personaggi esplicitamente non etero: il Mondo Magico presentato dalla Rowling è squisitamente etero e “tradizionale”, con tante coppiette che alla fine si sposano e sfornano barche di figli. Non esiste nemmeno la coppia che decide di non avere figli, tanto per dire: tutte le coppie romantiche hanno figli. Persino Voldemort e Bellatrix, se vogliamo considerare canonico The Cursed Child.
Me ne rendo davvero conto solo adesso, ma nel mondo di Harry Potter, se si entra in una relazione etero (e secondo il canon si entra sempre in una relazione etero), si ha un’elevatissima possibilità di sfornare pargoli. Generalmente più di uno, se non si muore prima, come è successo a James e Lily, a Remus e Tonks, ai genitori di Neville e alla madre di Luna. Oppure si è ricchi e snob e si fa solo un erede, come capita a tutti i Malfoy infami e a quei disgraziati dei Dursley. Madonna che ansia: stai insieme per un annetto? Bum, infante.
E il solo personaggio non etero presente, Silente, non è definito tale nei libri, anche solo con un brevissimo e velenoso accenno da parte di Rita Skeeter sulla biografia del Preside. Non è mostrato come tale nemmeno nei film, dove avrebbero potuto farlo vedere mentre si teneva per mano con Grindelwald, un po’ come abbiamo visto Remus e Tonks durante la battaglia di Hogwarts. Non serviva niente di esplicito, solo un piccolo accenno che però rendesse evidente la relazione sentimentale tra Silente e Gellert, proprio come ne abbiamo avute a secchiate per qualsiasi altra relazione etero (specialmente nei film).
E invece no. Sono passati anni e sto ancora rosicando per questa cosa. La Rowling ha dovuto dire che Silente è gay in un’intervista esterna ai libri, perché prima lo aveva dovuto rivelare a David Yates. Non lo poteva scrivere, né mostrare nei film, successivi al suddetto articolo.
Perché, a quanto pare, non si poteva parlare di omosessualità, oppure l’orientamento sessuale di Silente non era rilevante, nonostante sia stata proprio la sua cotta per Grindelwald a portarlo ad appoggiare i piani di uno psicopatico e a spalleggiarlo fino alla morte di Ariana. Quindi, in realtà il fatto che Silente fosse gay e innamorato di Grindelwald era leggermente rilevante per la trama. Ma no, non diciamo niente di esplicito, altrimenti non va bene: tanto avete già l’intervista che vi spiega tutto, non vi potete accontentare?
Animali Fantastici: anche qui è tutto un gran sottinteso
Come ho detto, sto ancora rosicando per l’ipocrisia della Rowling e di Yates per la mancata resa esplicita dell’orientamento sessuale di Silente nella saga potteriana. Ma col tempo ci sono passata sopra e Silente, attraverso il passaparola dei fan, è entrato nell’Olimpo dei personaggi gay del fantasy.
Con l’uscita dei nuovi film su Animali Fantastici, però, in cui effettivamente andiamo ad esplorare la lotta contro Grindelwald, ci si aspettava che la relazione che quest’ultimo ha avuto con Silente venga come minimo nominata. Dopo tutto, è un fattore molto importante per comprendere il comportamento di Albus negli anni prima del suo duello finale contro Grindelwald. Non stiamo parlando di bruscoline, di fanservice gratuito per far felici le “fangirl yaoiste che shippano slash” (sulla natura di questo fenomeno ci sono fiumi di inchiostro da scrivere, ma ci arriveremo), ma di una questione importante che, se avesse riguardato un uomo e una donna, sicuramente sarebbe stata trattata.
Perché, cari lettori, non prendiamoci in giro: con Yates come regista, che si aggrappava a qualsiasi pretesto per inserire un po’ di romanticismo semi-comico (Harry e la cameriera del sesto film???), se avessimo avuto Greta Grindelwald avremmo visto i fuochi d’artificio. Ma visto che stiamo parlando di due uomini, allora no che non possiamo nemmeno farli prendere per mano in un flashback.
E infatti, ne I crimini di Grindelwald la relazione passata tra Grindelwald e Silente è stata lasciata nel non detto, accennata solo da una poco chiara scena in cui il Preside vede un giovane Grindelwald nello Specchio delle Brame. Ma quella scena avrebbe potuto indicare qualsiasi tipo di affetto tra i due: per quel che ne potevamo sapere, sarebbero potuti essere anche solo grandi amici. Solo essendo a conoscenza della fatidica intervista della Rowling, si poteva inferire la verità, riempiendo tutti i buchi del puzzle.
Rowling, o metti l’inclusività nell’opera originale, o non vale
Eppure, la Rowling continua a parlare di questa relazione, come se fosse evidente a tutti e ben documentata dalla sua opera. Tuttavia, l’opera di Harry Potter e di Animali Fantastici, per come la abbiamo adesso, non prevede nessun tipo di relazione amorosa tra Silente e Grindelwald.
Abbiamo Tonks e Remus, Molly e Arthur, Ginny ed Harry, Hermione e Ron, Ron e Lavanda, Lily e James, Cho ed Harry, Cho e Cedric, Krum ed Hermione, e tutte le altre coppie romantiche etero del caso. Ognuna di esse è canonica, è scritta nei libri come tale e non come un “erano tanto amici” in cui forse si potrebbe avere quel qualcosina di più.
Silente e Grindelwald, per quel che dicono le opere, ancora non sono canonici. Nessuno ha detto che stanno insieme, nessun regista li ha inquadrati in maniera tale che si capisse che avevano una relazione. Non si sono mai baciati, non si sono mai tenuti per mano e non si sono mai detti “ti amo”. Non gli hanno mai fatto fare nulla, perché si sono sempre tirati indietro dal voler mettere sul grande schermo una coppia gay.
E, nel frattempo, la Rowling ne parla, vuole che noi ne parliamo e vuole che noi consideriamo la Grindelwald/Silente una coppia canonica, facendo all’autrice tutti i complimenti del caso per essere tanto aperta, progressista e inclusiva.
Ma non è così che funziona.
La Rowling non ha mai scritto un personaggio gay in Harry Potter, perché Silente non è definito come tale nel libro. E, se non è definito come tale nei libri, non vale. La Rowling non ha scritto un’opera inclusiva verso i gay, e pertanto non può prendersi meriti che non ha.
Per fregiarsi della medaglietta dell’inclusività, bisogna essere inclusivi nelle proprie opere, non nelle interviste bonus, che forse guarderà qualcuno, forse verranno ignorate. Per essere inclusivi e dire “guardate che brava che sono stata, ho scritto un personaggio gay importante!” bisogna farsi crescere il pelo sullo stomaco e scrivere davvero dell’orientamento sessuale del suddetto personaggio.
Lo hanno fatto in tanti: Patrick Rothfuss, Brandon Sanderson (se ci riesce un mormone, ci riuscirà anche una progressista come la Rowling, no?), Scott Lynch, Robin Hobb, Sarah Rees Brennan, Myke Cole, Cassandra Claire (cioè, stiamo davvero raschiando il fondo del barile con lei) sono i primi nomi che mi vengono in mente. La Rowling non è fra questi, non per la saga di Harry Potter, almeno: il solo personaggio non etero che ha scritto è la figlia maggiore di uno dei protagonisti de Il seggio vacante (si vede per pochissimo, ma quella donna lascia il segno).
Il discorso vale anche per Hermione nera
Allo stesso modo, la Rowling non può pretendere di essere chiamata inclusiva e progressista per aver supportato la scelta di un’attrice nera per lo spettacolo teatrale di The Cursed Child.
Hermione, nei libri, è pensata come bianca.
Che poi in una rivisitazione teatrale si siano scelti attori di etnie diverse è normale, succede sempre nel teatro inglese e va benissimo così. Che poi alcuni fan abbiano preferito immaginare Hermione nera perché a loro pareva che quell’immagine del personaggio fosse più carina va a sua volta benissimo: ognuno immagina i personaggi dei libri come vuole, a seconda della propria sensibilità.
Che Hermione sarebbe stata molto azzeccata se fosse stata nera fin dall’inizio è sempre piuttosto vero, perché così si sarebbe potuto giocare molto sul fattore razzismo che già la Hermione bianca subisce. Di sicuro, con una attrice nera avremmo avuto Hermione con i capelli crespi e indomabili, non con la messa in piega ondulata del film (da castana con i capelli crespi, questa cosa mi aveva spezzato il cuore).
Tuttavia, la Rowling non ha scritto Hermione come nera. Anche se sarebbe stata una buona idea. Anche se non ha niente in contrario all’attrice di The Cursed Child. E la Rowling deve convivere con ciò che non ha fatto, con le occasioni perdute dieci anni fa, col fatto che il mondo stia cambiando ed abbia alzato l’asticella.
Non possiamo rendere Harry Potter più inclusivo con le retcon, ma possiamo produrre contenuti inclusivi nuovi
La sola cosa che la Rowling può fare, ora come ora, è avere il coraggio e la consapevolezza che le erano mancati vent’anni fa e produrre nuove opere.
Vuole finalmente parlare di una coppia gay canonica nel mondo magico, come Grindelwald e Silente? Bene, che ne parli nei nuovi film, allora! Vuole avere più personaggi di colore? Bene, che li metta, ma che non siano più dei token character perché serve la quota asiatica che faccia da bella statuina (chi ha detto “Nagini”?). Vuole parlare di altre civiltà magiche in giro per il mondo? Bene, ma che non prevedano una maga irlandese che va in America a fondare una scuola di magia ispirata alle culture e alle mitologie dei Nativi Americani, senza che poi si parli della magia dei Nativi stessi o li si veda nei film.
Il problema della Rowling, attualmente, è che ha un sacco di rimpianti nei confronti della sua vecchia saga e vorrebbe renderla più appetibile al pubblico odierno. Ma non ce la fa, perché ancora non riesce a scrivere opere potteriane con una rappresentazione decente delle minoranze.
Forse non possiamo vedere Grindelwald e Silente che limonano sul grande schermo a causa delle remore che ha la Warner Bros., sarebbe anche comprensibile. Tuttavia, questo non rende comunque la Rowling l’autrice progressista e inclusiva che vorrebbe essere, perché non ci sta dando opere inclusive. Ci sta dando retcon del canon attraverso timide interviste, dichiarazioni su Pottermore e tweet informali, infastidendo sia chi non vuole vedersi toccare la Sacra Saga di Harry Potter, sia chi vorrebbe davvero un contenuto più progressista.
Ma niente, nessuno riesce ad avere ciò che vuole, perché la Rowling non riesce a mettere il proprio piede in una scarpa sola e non riesce a produrre niente di nuovo senza tirare indietro la manina quando si tratta di esporsi seriamente.