Tra un lockdown e l’altro mi sono tornato ad avvicinare al mondo di World of Warcraft nella sua versione più vecchia, ovvero Classic e sporadicamente la sua versione Retail. A quasi un anno dal suo arrivo, sono riuscito a portare 2 personaggi al 60, un personaggio al 50 e vari altri fermi tra il 30 e il 20. Oggi sono qui a tirare le somme, commentando quella che per me è stata l’esperienza World of Warcraft Classic, cercare di capire cosa è andato, cosa non è andato e cosa potrebbe migliorare.
L’articolo è prettamente diretto verso un pubblico di videogiocatori abituati a termini da mmorpg e pertanto potrebbe essere di non facile fruizione.
La Vanilla Experience: i Raid, le Istance e il Grinding
Iniziai principalmente a giocare a WoW Classic per provare la Vanilla Experience. Innanzitutto volevo provare tutti (o quasi) i raid che anni fa erano difficili (e che in pochi, ai tempi, erano riusciti a pulire); Molten Core, Onyxia’s Lair, Blackwing Lair, Zull Gurub, Ahn Qiraj, Naxxramas. Mi aspettavo di passare giornate a colpire lo stesso boss di wand con sforzi enormi da parte di quaranta persone nel farlo, o ostacoli davvero complessi che richiedevano un gruppo affiatato di persone.
Altre istance come Dire Maul, Sunken Temple, Razorfen Down – seppur datate – potevano riuscire a completare il mio curriculum riguardo la lore di WoW. Istance che non avevo visto nemmeno da lontano a causa dell’inutilità dei drop e delle storie ad esse collegate. Il content era ciò per cui mi ero avvicinato a WoW Classic e volevo avidamente assorbirlo.
Al contrario, quando arrivai WoW Classic era al punto nel quale tutti i raid più famosi venivano terminati nel giro di due ore quando era tanto. Molti boss venivano uccisi nel giro di uno, due minuti con poco impegno da parte di tutti, con gli healer che si tiravano i pollici dal momento che molte fasi si saltavano a piedi pari. L’insieme di oggetti realmente utili era praticamente penosa, con pochi drop necessari concentrati sugli ultimi boss. La maggior parte del tempo in gioco la si passava a farmare consumabili per parsare o, appunto, abbattere boss in istanza, in un ciclo che si autoalimentava (e si autoalimenta tutt’ora) “per riuscire a completare il raid in una sera”.
WoW Classic: il levelling
Almeno – pensai tra me e me – mi è rimasto il levelling. Quest epiche, gruppi creati da zero per abbattere quell’elité in fondo alla grotta per quell’oggetto utilissimo per i prossimi quattro, lunghissimi livelli. Mi sbagliavo.
Gran parte del levelling era (ed è tutt’ora) affidato a Booster che, per qualche gold (in realtà parecchi per chi non riesce a stare al pc abbastanza, o non vuole spendere soldi) portano il pg dal 10 al 60. Per trovare qualcuno che faccia ancora Dungeon “alla vecchia maniera” serviva cercare, spesso a lungo e senza risultati. Dal livello 58 al 60, poi, è una lenta agonia: non sei abbastanza forte da fare istanze coi 60 (che le farmano e non possono perdere tempo) e non sei abbastanza vestito per farle in un gruppo di gente come te, se non sputando sangue. L’unica possibilità è infilarti in un pug che non richiede preraid-bis (nessuno fa BRD o LBRS) e sperare di saltare quella fase a piedi pari.
Di Vanilla Experience, probabilmente costituita sulla poca informazione, sui test dei boss e sulle prove pratiche con build, oggetti e “segreti” non mi era rimasto nulla.Questo su Gandling, un server poco popolato, dove la concorrenza non è così risoluta e presente, sebbene tutti i server abbiano gli stessi problemi.
Classic: ciò che ci lasciamo indietro
Questa, però, non è una novità. L’idea del provare la “Vanilla Experience” con tabelle di parse e guide passo passo era svanita già dal primo raid. Il contenuto, però, era tutto da esplorare, e l’ho esplorato a fondo. Paradossale, però, come l’mmorpg più giocato al mondo mi apparisse scarno una volta giunto al sessanta, proprio nel suo endgame.
Una volta giunto all’ambito traguardo rimanevano da fare solo alcune istanze circostanziali e alcune quest che non avevano fine, mai incentrate sui raid o così lunghe da richiedere lo sforzo di un intera gilda. Altre aree del mondo, invece, erano completamente vuote, come se gli sviluppatori le avessero accantonate per progetti futuri. Cosa che, in effetti, sapevo già, e guardando qualche video sono riuscito a capire che il materiale tagliato dagli sviluppatori (per vari motivi) è davvero tanto, forse troppo.
Il Sogno di Smeraldo (aka Emerald Dream), dal quale si sarebbe potuto accedere attraverso i portali difesi dai Draghi/Boss che troviamo in giro per il mondo, Hellfire Citadel, lo stesso Black Temple erano a portata di mano con un po’ di pazienza e volontà (e, probabilmente, denaro). Ma non c’è alcuna speranza che questo accada, anche se Classic è una miniera d’oro, massima resa e minima spesa. Perché?
Classic TBC: il vecchio futuro?
Con il prossimo giro di boa verrà inserita l’espansione successiva al gioco Vanilla, ovvero The Burning Crusade. Il livello aumenterà al 70, ci saranno da fare nuovi raid, istance ed equipaggiamenti. Inserita senza cambiare nulla, senza aggiustare gli enormi difetti di questa espansione (come di una qualsiasi altra espansione) seguendo il dettame del #nochanges. Peccato che l’espansione sia già presente, e completamente come allora.
TBC è infatti raggiungibile già da ora grazie a Chromie, un drago d’oro nonché manipolatore del tempo, su Retail, la versione “ufficiale” del gioco (ovvero quella al passo con le uscite). Cosa accadrà, quindi, ai giocatori che giocavano Classic per provare il gioco per il contenuto (storia, quest, equip)? Migreranno su Retail? Rimarranno su TBC? Smetteranno di giocare e andranno su Final Fantasy 14?
La – mia – verità
Alla luce di queste notizie e dubbi, a cui lascio a voi l’arduo verdetto, sono arrivato ad una conclusione. Un pensiero personale data da un giocatore di Classic poi migrato su Retail con Shadowlands.
Temo che, con la fine di Classic, rimanervi sarà una perdita di tempo. Classic è un gioco con meccaniche vecchie, un grinding abbastanza noioso e strategie ormai straviste. Nonostante ciò, è un gioco diverso dall’odierno wow e possiede molti punti di forza nati per sopperirne le debolezze; primo tra tutti è la sua enorme componente social, forzata dalla mancanza di possibilità.
La Gilda era il nucleo di WoW Classic: ti serviva fare istance? Avevi bisogno di quattro martiri che come te la dovevano fare. Dovevi andare a farmare? Mettevi su un gruppo perché sennò ti annoi a morte. Le quest erano difficili (statisticamente parlando) ed avevi bisogno di sconosciuti per farle. A guardarlo ora, mi sento di dire che la componente social è più “alla base” di tutto Classic, mentre Retail parte con un indole più “single player” trasformandosi in un mmo per gli aspetti più competitivi. E con social intendo proprio il chattare con X, non limitarsi a dottare i mob che altri stanno uccidendo.
Il content e l’esperienza, però, sono oramai completamente andati. Avrei apprezzato davvero un mondo uno sforzo, da parte di Blizzard Activision, nel creare un Classic +. Sarebbe stato un segno, un “ci teniamo a cercare di darvi la miglior esperienza possibile”. Invece no, si limiteranno a pubblicare espansione dopo espansione, senza finire ciò che non avevano finito, senza rattoppare i buchi che c’erano già, tutto per lasciare intatta una classic experience già morta da tempo.