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Troll: chi l’ha fatto meglio?

In questa puntata della rubrica “Chi l’ha fatto meglio?” vediamo chi, fra le varie edizioni di D&D e Pathfinder, ha disegnato il Troll più azzeccato!

Un nuovo appuntamento con la rubrica preferita di chi scrive.
Nelle scorse puntate, abbiamo parlato della Bulette, della Driade, dei Goblin e dell’Orsogufo.
Questa volta vedremo un mostro immortale nella sua popolarità e persino sulla scheda: il Troll. La sua presenza nei manuali è costante e nessun bestiario potrebbe dichiararsi degno di tale nome senza includere una voce del nostro mostro verde preferito.
Vediamo quindi quale, tra le tante edizioni di Dungeons & Dragons e Pathfinder ha disegnato meglio il Troll.
Ovviamente, “Chi l’ha fatto meglio?” continua a essere una rubrica semiseria e i giudizi dati saranno basati unicamente sul mio gusto personale. Se voi apprezzate una rappresentazione del Troll che a me non piace, è più che legittimo.

Una premessa necessaria

Sono molto contento perché con il nostro viaggio tra i mostri e tra le edizioni iniziamo ad andare verso i livelli medi. Là, dove il troll regna sovrano.
Ammetto che di mostri di alto grado sfida che siano rappresentati in tutti i manuali finora presi in esame non ce ne sono moltissimi. Quindi, questa rubrica viaggerà spesso tra i livelli medio-bassi, con occasionali puntate verso i rari mostri grossi presenti in tutti i Monster Manual.
Da questa rubrica, ve lo dico già, mancherà per esempio l’illustre Terrasque visto che non figura nella prima e nella quarta edizione di D&D.

Tenete infatti conto che, per presenziare in questa rubrica, occorre figurare nel primo bestiario ufficiale di D&D. Non importa se la TSR fece uscire il disegno di un mostro e le sue statistiche sul retro di una scatola per pennarelli marcata D&D, o se la Paizo ha fatto rientrare il Flumph dalla finestra solo nel secondo bestiario.
Voglio vedere come sono evoluti i mostri dal primo bestiario di D&D. Quelli che, a ogni nuova edizione del gioco, vengono presentati al mondo: quelli su cui vogliono investire. Se un mostro non entra nel primo bestiario di una serie, non lo vogliamo.

Come questo mostro è immaginato da John Bauer
Come questo mostro è immaginato da John Bauer

Introduzione al Troll

Una volta relegato al regno della fantasia, con l’avvento di internet tutti noi abbiamo incontrato almeno un Troll nella vita. 
Inquadrare il Troll è difficile. Frutto della tradizione orale anglo-scandinava, il Troll è vissuto a lungo nella tradizione orale della parte più boreale d’Europa. Come tipico della tradizione orale, il Troll è stato declinato in molti modi differenti e nel folklore scandinavo, inglese e scozzese assume forme e funzioni che vanno da quelle dell’orco a quelle del piccolo popolo. 

A inizio ‘900 due artisti scandinavi, lo svedese John Bauer e il norvegese Theodor Kittelsen, resero piuttosto popolare la figura del Troll con i loro dipinti e i loro albi illustrati. Pochi anni dopo, i nostri gigantoni preferiti fecero la memorabile comparsa ne Lo Hobbit di Tolkien. Questa combinazione di fattori li rese estremamente popolari. 
Negli anni successivi, i Troll sono comparsi in cartoni animati come i Mumin (1945), come linee di giocattoli (le Troll Doll del 1959) e infine sono comparsi nella più prestigiosa delle pubblicazioni: il Monster Manual della prima edizione di D&D.

Il Troll: istruzioni per l’uso

Gli incontri con il Troll hanno due esiti: una passeggiata se il party ha fuoco o acido a disposizione (e un party che si rispetti dovrebbe sempre averlo); oppure un incontro duro ed estenuante se il party non è attrezzato.
Il Troll è sempre una sfida di medio livello. È un grosso mostro accompagnato da qualche piccolo minion quando si è tra il terzo e quinto livello, oppure un trio di troll per i livelli più alti. Funziona infatti bene sia come minaccia principale, che come gruppo di avversari.

Il tratto saliente del Troll è la rigenerazione, che solitamente può essere soppressa tramite l’uso di acido e fuoco. Non è niente di troppo insolito (come un quadrello benedetto per colpire il Rakshasa), ma è una delle prime occasioni in cui il party deve attrezzarsi un attimo per poter sconfiggere il nemico.
Troveranno finalmente utilizzo pratico le varie faschette di acido e il cantrip Spruzzo Acido. Persino il vostro giocatore che ha scritto in scheda che ha comprato l’olio per lampade avrà finalmente il suo momento di gloria!

Il Troll, essendo scemo ma non del tutto, presenta anche occasioni per risolvere l’incontro in maniera non violenta, offrendo il fianco a ruolate con un tocco di comicità. Tuttavia, essendo un predatore feroce e quasi immortale, può essere presentato come una minaccia seria per cui farsela addosso.
Insomma, il Troll è un mostro molto duttile e si offre a differenti utilizzi e spesso darà vita ad incontri memorabili. Fatene buon uso!

Il Troll della prima edizione di D&D
Il Troll della prima edizione di D&D

D&D prima edizione: come Wolverine ai tempi d’oro

Questa immagine è curiosa. Il Troll è raffigurato di lato e di fronte, come se fosse una foto segnaletica. Si potrebbe dire che questa immagine sia quasi uno studio anatomico della creatura.
La sua descrizione va subito al sodo: i Troll sono feroci e voraci, e soprattutto rigenerano. La presentazione della rigenerazione è molto carina, e si dilunga su come si possa ricreare un Troll praticamente da zero come nemmeno Wolverine ai tempi d’oro.
Il Troll nel disegno sembra emaciato e macilento, scheletrico quasi e sicuramente parecchio affamato. Il lungo naso appuntito emerge come tratto distintivo.

Voto: 6/10. Fa il suo lavoro.
Il Troll di AD&D
Il Troll di AD&D

AD&D: la personificazione della fame

Cosa succede se spezzettate il Troll e lo pubblicate in tanti moduli, manuali, codici e riviste? Succede che dai pezzi tagliati ricresce e si moltiplica!
Per questa ragione nella seconda edizione di AD&D, alla voce Troll ci sono qualcosa come otto varianti della creatura! Dal quello classico a quello a due teste, per poi passare alle versioni marine d’acqua dolce e salata!
Le descrizioni sono varie, ma i punti fermi restano sempre quelli: ferocia, artigli giganti e rigenerazione. Si scopre poi un piacevolissimo dettaglio: nella specie dei Troll c’è dimorfismo sessuale e le femmine sono più grandi dei maschi.

Ti dicono pure che dal sangue di Troll ci si ricavano pozioni di guarigione e antidoti, e che venderlo frutta 400gp. 
Personalmente adoravo queste piccole note in cui ti dicevano cosa potevi usare della creatura. All’epoca non importa se eri un essere senziente o meno: se gli avventurieri ti accoppavano avrebbero trovato modo di ricavare monete d’oro dal tuo corpo.

Finora i disegni della seconda edizione non mi hanno mai deluso, e il trend si conferma.
Questo Troll è una versione decisamente migliorata del precedente. Mi piacciono le lunghe braccia quasi scimmiesche, la magrezza quasi scheletrica e gli occhi neri infossati. Si può notare quasi una texture muschiosa sulla pelle della creatura che aiuta a rendere l’idea dei luoghi umidi e bui in cui passa il tempo quando non cerca avventurieri da mangiare.
Sembra quasi la personificazione della fame insaziabile. Nel complesso siamo di fronte a una creatura aliena e inquietante, inesorabile nella sua marcia verso il prossimo Halfling da sgranocchiare. 

Voto: 8/10.
Il Troll di D&D 3.0
Il Troll di D&D 3.0

D&D 3.0: il Troll sotto steroidi

Come avrete capito dai precedenti articoli, ho iniziato a giocare proprio con la Terza edizione di D&D. Quindi qua iniziano i ricordi personali. Purtroppo però, in questo caso ho pochi ricordi perché il Troll dell’edizione 3.0 non l’ho mai usato. E la motivazione è semplice: non mi piaceva il disegno.

Siamo negli anni 2000 e tutto deve essere più forte, più grosso e più esagerato. Il Troll di questa edizione ha fatto abbondante uso di steroidi ed è pompato come non mai. Ovviamente, l’uso di steroidi e house rules incontrollate fa sì che gli effetti collaterali siano lì sotto gli occhi di tutti: il suo naso si è visibilmente ridotto e ammosciato
Oltretutto questo Troll ha la pelle ricoperta di bitorzoli e bubboni come un qualsiasi Venom disegnato da Mike Deodato Jr. Mi fa imbestialire che abbia un braccio con le vene sporgenti e l’altro dall’aspetto legnoso. Sembra un cattivo tentativo di copiare il personaggio della Marvel Man-Thing, che a sua volta è il tentativo di copiare la Swamp-Thing della DC Comics.

Hanno voluto fare una creatura più minacciosa e conseguentemente più massiccia, ma la resa non è il massimo e l’impressione che mi fa è piuttosto debole. Quel naso moscio e pendulo smonta qualsiasi aria di minacciosità la creatura possa mai avere. 

Voto: 5/10. Meno steroidi e più character design!
Il Troll di D&D 4e
Il Troll di D&D 4e

D&D 4e: il party di Troll

Come per molti altri mostri, nella quarta edizione il Troll viene presentato in più varianti per creare più combinazioni possibili di incontri.
Per questa ragione, ci viene presentato un trio di Troll con vari livelli e specializzazioni da MMORPG. Il pattern del bestiario è quello ormai, e non mi sento di criticarlo. Andiamo piuttosto a vedere che aspetto hanno questi Troll!

Innanzitutto si può notare che si sono distaccati pesantemente dal piano corporeo usato precedentemente. Questo Troll ha un aspetto intelligente, ed è molto umanoide. Forse troppo per i miei gusti.
Gli occhietti intelligenti, il volto umano, la postura scimmiesca ma non troppo. Abbiamo di fronte degli Ogre verdi più che una categoria di mostri a parte.
Una nota positiva è il richiamo vago al Troll così com’era disegnato da Bauer. 

Voto: 6/10. Poteva andare peggio.
Il Troll della prima edizione di Pathfinder
Il Troll della prima edizione di Pathfinder

Pathfinder: una bestia ferale e brutale!

Anche la Paizo volle dare un redesign significativo al Troll. Anzi puntò molto sul redesign del Troll, tanto da metterlo sulla copertina assieme ai Goblin (e a una Marilith sullo sfondo, ma ne parleremo in altra sede).
Va da sé che il Goblin ripensato dalla Paizo abbia avuto molto più successo del Troll. Per trovare l’immagine presa dal Bestiario ho dovuto scendere veramente in basso nella ricerca per immagini!
Ad ogni modo, alla Paizo i Troll sono piaciuti molto e infatti hanno messo qualche variante di Troll in tutti i Bestiari successivi, alcune delle quali sono proprio carine!

Anche se non ha avuto la popolarità sperata, a me il Troll di Pathfinder piace. Un bestione ferale e brutale, proprio come l’hanno descritto. Mi piace molto la ristrutturazione del viso in un muso che ricorda un facocero: lungo e piatto con grandi zanne sporgenti alla fine.
Ci sono delle esagerazioni: la parte finale della mandibola sembra dolorosa e più utile a sventrare avventurieri che a mangiare, ma magari è per questo che sembra così arrabbiato?
O forse è cresciuta così a causa della rigenerazione di quel tessuto?

Apprezzo molto anche che si sia passati dall’inquietante magrezza delle prime versioni a una muscolatura animalesca: gambe animalesche, possenti braccia, ventre gonfio e torace stretto. Siamo di fronte a un’ominide, qualcosa di a malapena evoluto sopra la bestia. Ha tutta la ferocia animale e l’occasionale capacità di organizzarsi socialmente. 
Laddove i primi Troll erano inesorabili macchine dell’omicidio, tipo dei Terminator verdi, questo è una furia indistruttibile e immortale.
Non ce lo vedo troppo con dei livelli di classe, ma in Kingmaker potrete affrontarne fino alla nausea.

Voto: 8/10.
Il Troll di D&D 5e
Il Troll di D&D 5e

D&D 5e: un Troll primitivo, ma imborghesito dal perizoma

Un passo in avanti rispetto alla quarta edizione. Si è deciso di mantenere la struttura facciale umanoide, con un naso grosso. Niente naso a carota come nelle prime edizioni, né moscio pendaglio come nella terza: un semplice nasone da troll.
Mi piacciono molto i minuscoli occhietti infossati e la fronte sporgente che fa molto cro-magnon. Immaginate il Troll come un umanoide sufficientemente robusto e bravo a sventrare gente, e che per questo non si è mai dovuto evolvere come hanno fatto gli umani o altre specie di gigante.
Mi piacciono molto le lunghissime braccia con lunghissimi artigli. Sembrano molto minacciosi. Ed anche la posa sembra quella di una creatura che ha appena avvistato un succulento Halfling.

Il look primitivo è accentuato dal perizoma e dai rastoni. Finora i Troll hanno girato nudi come mamma li ha fatti. Gli autori erano riusciti a non inquadrare i genitali mettendo la figura sufficientemente di profilo. Cosa avessero tra le gambe restava un mistero, potevano persino non avere nulla e riprodursi per partenogenesi.
Invece, in quinta edizione i Troll provano vergogna e coprono le parti basse. La cosa mi delude un po’. Non m’importa cos’abbiano là sotto, ma il perizomino è un ulteriore segno di civilizzazione e imborghesimento.
Dove sono finiti le femomenali macchine di morte rigeneranti di una volta?

Voto: 6/10. Imborghesito.
Il Troll della Seconda Edizione di Pathfinder
Il Troll della Seconda Edizione di Pathfinder

Pathfinder Seconda Edizione: poco convincente

Vedendo cosa è stato fatto in D&D 5e, la Paizo è andata nella direzione opposta con un risultato un po’… meh.
Questo Troll sta correndo verso il lettore, spingendosi con le zampe anteriori. Quelle posteriori, vuoi per la prospettiva o vuoi per l’intenzione del disegnatore, sembrano piuttosto rachitiche e forse con due sole dita.
Forse che il Troll cammini usando i più robusti arti anteriori come fa Sebulba ne La Minaccia Fantasma? Oppure questo Troll sta scavalcando un ostacolo tipo Olio Cuore?
L’autore ci ha sicuramente provato a fare qualcosa di nuovo, ma il risultato non mi convince troppo. Trovo anche che a livello di design non siamo andati troppo distanti dal Troll di Pathfinder 1. Niente di innovativo e nessun grosso passo indietro.

Voto: 5/10. S’impegna poco.
Il mio prototipo di questo mostro, dritto dalle miniere di Moria
Il mio prototipo di questo mostro, dritto dalle miniere di Moria

Menzioni speciali

Il Troll delle Miniere di Moria

Per me questo fu il primo vero contatto con il Troll.
Ovvio, ne Lo Hobbit li chiamavano Vagabondi quindi non avrei potuto mai capire che fossero Troll. Ma quello che invece la Compagnia affronta presso la Tomba di Balin a Moria mi rimase maggiormente impresso.
Grosso, massiccio, quasi intelligente, ma comunque bestiale. Il Troll è il centro del combattimento e svolge bene la sua funzione narrativa. Mi piace anche il design semplice e pulito: un subumano grosso e liscio, una montagna di carne e muscoli. Va bene così.

Il Troll di The Witcher 3: Wild Hunt

Adoro questi scemotti. Uno dei mostri con cui puoi ragionare, dato il loro limitato intelletto. Trovo che i numerosi Troll nel videogioco siano stati ben caratterizzati e resi un incontro divertente sia che li si combatta, o che ci si parli e li si persuada a fare il volere di Geralt.
Oltretutto adoro il loro aspetto roccioso, come dei grossi e stupidi Krogan di pietra. 

La rielaborazione di questo mostro in The Witcher 3: Wild Hunt
La rielaborazione di questo mostro in The Witcher 3: Wild Hunt

Spunti per avventure

Usare il Troll nelle vostre avventure è facile: sostanzialmente, fanno quello che fanno Orchi e Goblin ma a un livello più alto. Tuttavia, proverò a proporre qualche spunto incentrato più sulle unicità del Troll.

  • La Cura. Feddler Primpler è un alchimista Gnomo e ha un sogno: creare l’elisir di lunga vita. Si è convinto che le capacità rigenerative dei Troll siano l’ingrediente base per questo prodotto. Dietro la promessa di una lauta ricompensa, Primpler chiede al Party che gli portino un Troll vivo come campione. I PG dovranno trovarne uno  e portarlo con le buone o con le cattive dalle terre selvagge al laboratorio di Primpler, che si trova in pieno centro città, durante la festa del patrono.

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