Dopo averlo lungamente atteso, alla fine è giunto, tra le mie mani, The Last Ronin.
Conoscete questa storia?
Il volume è la raccolta della miniserie a fumetti, in cinque parti, pubblicata dalla IDW nell’ottobre del 2020. Da noi è giunta recentemente in questo formato cartonato che potrete acquistare in offerta su Amazon a questo indirizzo.
Questo storia, che ha per protagoniste le Tartarughe Ninja, tratta una linea temporale diversa da quella a cui siamo abituati a confrontarci. Così come anche le tematiche e le tinte fosche e cupe della storia che, a breve, andremo ad analizzare.
L’articolo che andrete a leggere non conterrà spoiler di nessun genere sul racconto. Questo perché è talmente bello e intenso che non voglio assolutamente togliervi il gusto di leggerlo. Tuttavia analizzerò alcune parti salienti e inserirò una breve sinossi oltre che le mie impressioni totalmente personali.
Sinossi di The Last Ronin
Chi è l’ultimo Ronin? In una futura New York devastata dalle battaglie, l’unica Tartaruga rimasta si imbarca in una missione all’apparenza impossibile: quella di cercare giustizia per la famiglia che ha perduto.
Immaginate un modo cupo. Una New York tra il cyberpunk e le atmosfere di 1999 Fuga da New York. Mura alte decine di metri atte a tenere fuori dalla città le acque di un mondo che è andato incontro a disastri climatici, scioglimento di ghiacci, liquami chimici maleodoranti. E, in tutto questo, una singola tartaruga ninja con una bandana nera e un vestito cupo. Al suo fianco il bastone bo, i nunchaku, i sai e le spade. Ma questa tartaruga è sola e ha la vendetta nel cuore.
Questa è l’incipit di The Last Ronin.
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Il concetto di Ronin e il suo significato nella cultura giapponese
Nella cultura giapponese, il termine ronin si riferisce a un samurai senza padrone o signore feudale cui servire. La parola ronin, letteralmente, significa “uomo ondeggiante” o “uomo senza radici”. Questo stato di essere si verifica quando il Daimyo, il signore feudale giapponese, di un samurai muore, viene sconfitto in battaglia o perde il suo favore politico. In queste situazioni, il samurai si trova senza un padrone e quindi diventa un ronin.
Storicamente, i ronin erano considerati fuori dalla struttura sociale e spesso venivano visti con sospetto. La loro condizione era considerata disonorevole, poiché i samurai erano tenuti a prestare servizio fedele ai loro signori fino alla morte, oppure autoescludersi dalla società divendo questa genere di tragica figura. Tuttavia, c’era anche una sorta di romanticismo intorno all’immagine del ronin, poiché rappresentava la figura del guerriero solitario, senza paura che poteva cercare vendetta o intraprendere avventure indipendenti.
Oggi, il concetto di ronin è ancora presente nella cultura giapponese, ma con sfumature leggermente diversi. Il termine viene spesso utilizzato per riferirsi a persone che si trovano in uno stato di transizione o che si sentono sradicate dalla società. Ad esempio, un neolaureato che non ha ancora trovato un lavoro fisso potrebbe essere considerato un ronin. In questo contesto moderno, il termine indica una condizione di incertezza e ricerca di un posto nella società.
Nella cultura di massa, il concetto di ronin è diventato molto popolare e ha influenzato numerosi film, libri e opere d’arte. Uno degli esempi più famosi è il film del 1954 I Sette Samurai di Akira Kurosawa, in cui un gruppo di ronin viene assoldato per difendere un villaggio contro i banditi. Questo film ha contribuito a rendere i ronin una figura iconica nel cinema giapponese e ha influenzato molte altre opere successive.
Due parole sugli autori
La miniserie di The Last Ronin ha visto il ritorno tra gli autori di Kevin Eastman e Peter Laird i due padri delle Tartarughe Ninja. Conoscete la loro storia? Nel 1984 dopo aver chiesto un prestito a suo zio, Eastman e Laird pubblicarono con la Mirage Studios il primo fumetto delle Teenage Mutant Ninja Turles!
È molto divertente il nome di questa casa di fumetti perché a tutti gli effetti era un miraggio. Non c’era alcuno studio. C’era solo un tavolo da cucina e due persone che davano vita alla loro passione: scrivere fumetti di tartarughe e di ninja. È proprio vero che quando si tratta di pirati e di ninja si può vendere qualsiasi cosa.
Il loro fumetto ha avuto un successo straordinario negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, portando alla creazione di una vasta gamma di adattamenti, come serie animate, film, videogiochi, giocattoli e merchandising vario. Le Tartarughe Ninja sono diventate un’icona della cultura popolare e hanno mantenuto una notevole popolarità per molti decenni.
Oltre al lavoro sulle Tartarughe Ninja, Kevin Eastman e Peter Laird hano continuato a lavorare nell’industria del fumetto e dell’intrattenimento.
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Lo stile grafico e le scelte di storia
Ma veniamo ora ad analizzare il fumetto.
Come anticipato le tinte della storia sono le più fosche. Non sembra che ci sia salvezza nelle pagine di questa storia. Il ritmo è frenetico, le morti frequenti, la violenza molto elevata. Le pagine sono ricche di coreografie d’azione emozionanti ed incisive, senza tralasciare i momenti più toccanti e umani di questa storia cupa.
I colori di Delgado, Plata e Pattison si abbinano perfettamente al tono del racconto. Che si tratti del bagliore delle luci al neon nella città, fino ad uno scontro esplosivo nella metropolitana o delle luride fogne. Infine, il lavoro di Lee è facile da seguire e riesce a sottolineare la passione dietro le parole dei personaggi, dando vita in modo appropriato ai momenti più intensi e personali.
Vengono trattati con delicatezza momenti terribili e ho adorato in tutto e per tutto i momenti di flashback incastonati in quello che potevano essere le antiche incisioni giapponesi, misto al dramma del teatro Kabuki.
È un perfetto lavoro ad orologeria, nonostante che, più autori, abbiano lavorato a questa miniserie. Anche lo scontro finale, non è altro che il tassello per completare un mosaico iniziato nella mente di Eastman e Laird molti anni or sono.

Conclusioni su The Last Ronin
Se non si fosse capito dai miei toni entusiasti, ho adorato ogni pagina, ogni vignetta e ogni millimetro di questo fumetto. The Last Ronin è quello che avevo aspettato dai tempi in cui giocavo in sala giochi alle TMNT mentre combattevo il clan del piede mangiando pizza all’ananas, prosciutto e jalapeno!
Ma non è più tempo di pizza in The Last Ronin. C’è solo la ricerca della vendetta, la maturità della crescita attraverso la perdita e il senso di colpa del sopravvissuto. È tutto bello, è tutto triste, ed è esattamente quello che volevo leggere!
Se posso darvi un consiglio, spero che lo leggiate con gli occhi del bambino che è invecchiato e conosce il significato della parola sofferenza e sacrificio.
Per completare il tutto non sono affatto stupito che, notizia di qualche settimana fa, questa serie diventerà un videogioco sulla falsariga di Batman: The Arkham Knight, ma questa è un’altra storia…