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Le Due Torri: perché Rettilingua e Aragne?

Discutiamo le scelte di Ottavio Fatica in merito alla traduzione di Wormtongue (Rettilinguo) e Shelob (Aragne) ne Le due torri: perché non ha lasciato Vermilinguo e Shelob?

Recentemente, è stato pubblicato anche il secondo volume de Il signore degli anelli nella traduzione di Ottavio Fatica, ossia Le due torri. Non abbiamo visto la stessa levata di scudi e la stessa indignazione (spesso gratuita e disinformata) esplose alla pubblicazione de La compagnia dell’anello, ma il malcontento non è certo mancato.

Non starò qui a riepilogare i commenti fatti a La compagnia dell’anello persino prima della sua uscita, o lo scontro legale tra Bompiani, Ottavio Fatica e Vittoria Alliata. Il discorso sarebbe molto lungo, quindi vi rimando a questo articolo, con l’elenco di tutti i nostri articoli riguardanti Tolkien.

In questo articolo non è nemmeno mia intenzione commentare estesamente la traduzione de Le due torri, poiché si tratterebbe di un discorso assolutamente troppo lungo per essere sintetizzato in un articolo. È molto meglio, quindi, abbassare il tiro e parlare di due specifiche scelte di traduzione di Ottavio Fatica, ossia Wormtongue e Shelob.

Perché Wormtongue è stato tradotto come Rettilingua, laddove la versione Alliata/Principe aveva Vermilinguo? Perché Shelob, che nella precedente traduzione era lasciato inalterato, ora è diventato Aragne? Grazie anche ai commenti e ai dibattiti sul gruppo Studi Tolkieniani, cerchiamo di far luce su queste scelte.

Gríma Wormtongue nella versione cinematografica de Le due torri
Gríma Wormtongue nella versione cinematografica de Le due torri

Nomi da Le due torri: Rettilingua

Nella traduzione Alliata/Principe, il personaggio di Gríma Wormtongue, era stato tradotto come Grima Vermilinguo. Questa scelta era stata probabilmente dovuta all’aver preso come riferimento il significato moderno del termine worm, ossia verme, dando quindi l’impressione di una persona viscida.

Ottavio Fatica, invece, nella sua traduzione de Le due torri ha preferito rendere il nome come Gríma Rettilingua. Ma qual è il motivo di questa scelta?

La radice wyrm-tunge: “lingua di serpente”

Come spesso accade in Tolkien, molti termini non esprimono il significato contemporaneo di una parola, bensì il suo significato arcaico. Lo stesso accade con Wormtongue, in cui worm non ha l’attuale significato di verme, bensì l’arcaico significato di rettile/serpente.

Infatti, come si può apprendere da A Reader’s Companion di Wayne G. Hammond e Christina Scull, Wormtongue è la versione modernizzata da wyrm-tunge, che in Old English significa appunto snake-tongue, “lingua di serpente”. Wyrm (variante dell’Old English wurm) deriva dal proto-germanico wurmiz e in Old English aveva il significato non solo di serpente, ma anche di drago o rettile.

Il soprannome Wormtongue per Gríma probabilmente è un richiamo al soprannome del poeta Gunnlaug Ormstunga, come ipotizzano Hammond e Scull. Protagonista della Gunnlaugs saga ormstungu, Gunnlaug era così famoso per la sua lingua tagliente e per la sua arguzia da aver meritato il soprannome di, appunto, Ormstunga, ossia “lingua di serpente”. In tal senso, ricordo che anche l’antico norreno ormr deriva dal proto-germanico wurmiz. Nel caso di Gunnlaug, il suo soprannome era de facto un onorifico, laddove in Tolkien wyrm-tunge ha un senso evidentemente dispregiativo, anche perché wurm in Old English era utilizzato come un insulto e i draghi tolkieniani sono sempre esseri abietti.

La traduzione di wyrm-tunge ne Le due torri

Secondo le istruzioni lasciate da Tolkien in Nomenclature of The Lord of the Rings, Wormtongue andrebbe tradotto a senso.

Pertanto, Fatica ha ragione nel tradurre wyrm come rettile, creando appunto Rettilingua. Un’altra scelta corretta sarebbe potuta essere Serpilingua, richiamando invece il serpente al posto del rettile. Tuttavia, a mio modestissimo parere, rettile è forse più appropriato, poiché ha un significato più esteso e dunque può comprendere anche (ovviamente nell’immaginario tolkieniano) la categoria dei draghi, gli ingannatori malvagi per eccellenza della Terra di Mezzo.

Vermilinguo, invece, non è una traduzione altrettanto corretta, se si suppone che Alliata avesse tradotto il nome basandosi sul significato moderno di worm. Tuttavia, qualora Alliata avesse fatto una ricerca etimologica più approfondita, forse la sua scelta non sarebbe nemmeno troppo errata, poiché il proto-germanico wurmiz probabilmente indicava non solo i rettili e i serpenti, ma anche i vermi. Infatti, wurmiz probabilmente deriva dal proto-indoeuropeo wrmi, che significava appunto verme e ha dato origine al latino vermis, da cui abbiamo ovviamente l’italiano verme. Pertanto, la traduzione di Alliata/Principe di Wormtongue non è esatta, ma è interessante notare come il ciclo di mutamento e specializzazione del significato dal proto-indoeuropeo all’inglese moderno riesca a fare in qualche modo quadrare persino Vermilinguo.

La traduzione di wyrm-tunge in altre lingue

La scelta di Alliata/Principe parrebbe non essere troppo diffusa. Infatti, come fa notare una utente sul gruppo Studi Tolkieniani, anche in traduzioni in altre lingue la scelta più comune sarebbe quella di tradurre wyrm con serpente/rettile. In spagnolo, per esempio, abbiamo Gríma Lengua de Serpiente, mentre in polacco abbiamo Gríma Gadzi Język che, secondo l’utente, significa letteralmente “Gríma Lingua di Rettile”. Questa utente approfondisce il significato della traduzione polacca:

non sta ad indicare propriamente la lingua di un serpente, ma veicola comunque l’idea di parole vuote, senza un senso preciso, usate per lo più con l’unico fine di sviare e confondere i pensieri dei retti e dei giusti, portandoli quasi involontariamente ad un bivio tra due scelte: o così o così, o il giusto o l’ingiusto, o la legge o l’arbitrarietà delle azioni.

Anche in francese e greco abbiamo scelte simili a quella di Fatica: Grima Langue de Serpent, Γκρίμα ο Φιδόγλωσσος (Gríma Lingua Biforcuta).

Bisogna però poi notare che wyrm è stato reso come verme anche in altre lingue. Per esempio, in portoghese abbiamo Grima Língua de Verme, mentre in romeno c’è Gríma Limbă de Vierme.

Shelob dipinta da John Howe
Shelob dipinta da John Howe

Nomi da Le due torri: Aragne

Nella traduzione Alliata/Principe la mostruosa Shelob non aveva visto il proprio nome tradotto e quindi Shelob è rimasto anche nella versione cinematografica de Il signore degli anelli, pronunciato “Scèlob”. Pertanto, questo nome potrebbe anche sembrare orchesco, e quindi senza alcuna relazione con le nostre lingue naturali.

Quindi, perché Ottavio Fatica ne Le due torri traduce Shelob con Aragne?

Il significato di She-lob: “ragno femmina”

Come molti e molte avranno già intuito, in realtà Shelob non è una parola orchesca, bensì un composto di due parole inglesi fatto da Tolkien.

Come leggiamo in Nomenclature of The Lord of the Rings e nel Tolkien Gateway, il nome del ragno gigante è formato dal pronome personale femminile nominativo she e da lob, e dunque significa letteralmente “ragno femmina“. Lob è definito da Tolkien come una variante dialettale inglese di spider, ossia ragno. Lob è anche generalmente riferito agli oggetti penzolanti e lobbe in Old English significava appunto ragno.

La traduzione di She-lob ne Le due torri

Nella sua traduzione de Le due torri, Ottavio Fatica ha tradotto Shelob con Aragne. Ma cosa significa questa parola e cosa c’entra con “ragno femmina”?

Ebbene, aragne è una desueta parola italiana che significa ragno e, per estensione, ragnatela, ed è una variante di aragna, che ha lo stesso significato. La Crusca attesta anche la variante maschile aragno. Il Dizionario della lingua italiana di Tommaseo, del 1865, indica aragne come un nome maschile, ma attualmente tutti i dizionari italiani lo definiscono come un nome femminile (si veda qui, qui e qui). Aragne/a deriva dal nome femminile latino aranĕa, che a sua volta significa ragno; il nome maschile ragno, invece, deriva dal nome maschile latino araneus.

Lasciatemi fare ora una piccola divagazione sull’etimologia di aranĕa/araneus, per favore, perché è interessante. Sia aranĕa, sia araneus sono affini al greco ἀράχνη (aràcne), che significa sempre ragno. L’Etymological Dictionary of Latin and other Italic Languages ipotizza che aranĕa e araneus derivino da ἀράχνη, col suono –khn– greco tramutato in –gn-, a cui poi sarebbe caduta la velare g. Ma questa non è la sola ipotesi possibile. Infatti, sia questo dizionario, sia l’Etimological Dictionary of Greek, ritengono che ἀράχνη e araneus/aranĕa potrebbero entrambi derivare da *araksn/*araksna-, la quale però non sembrerebbe essere una parola indoeuropea.

Pertanto, Fatica ha cercato di replicare l’operazione di Tolkien, ma volgendola all’italiano. Pertanto, ha ripreso un termine desueto per dire “ragno” e si è assicurato che avesse un evidente significato femminile. Quindi, Fatica ha scelto la versione femminile di aragna/aragno, propendendo però per l’alternativa aragne. Non saprei dire perché Fatica abbia scelto aragne su aragna, però.

Aragne, trattandosi di una parola italiana derivata dal latino, non dovrebbe essere pronunciata con la g dura di, per esempio, Wagner o Ragnarok, ossia come [ar’agne]. Al contrario, aragne dovrebbe essere pronunciato all’italiana, ossia con la gn di gnocco e ragno: [ar’aɲe].

Perché non scegliere Aracne? E come è stato tradotto Shelob in altre lingue?

È piuttosto evidente che, seguendo il percorso linguistico fatto da Tolkien, Fatica non avrebbe mai potuto tradurre Shelob con Aracne. Infatti, Aracne è un termine greco che in italiano è arrivato solo col nome proprio del personaggio mitologico Aracne. Pertanto, Aracne è un nome troppo greco e troppo legato ad una mitologia aliena rispetto a quella tolkieniana per poter tradurre Shelob, che non ha alcun riferimento alla mitologia greca.

Anche nella traduzione de Le due torri in altre lingue è stato probabilmente fatto lo stesso ragionamento di Fatica. Infatti, per esempio, in spagnolo abbiamo Ella-Laraña, in portoghese brasiliano abbiamo Laracna, mentre nella seconda traduzione in francese abbiamo Araigne, che è un nome femminile in antico francese che significa ragno e deriva, udite udite, dal latino aranĕa.

Ben poche lingue parrebbero aver lasciato inalterato, senza nemmeno un adattamento fonetico, l’originale Shelob, oltre alla traduzione Alliata/Principe: la sola che riesco a trovare è quella portoghese. Simili all’originale inglese, ma con un adattamento, sono le versioni lituane e bosniache (Šeloba) e quelle croate (Sheloba). Il riferimento all’Aracne mitologica parrebbe essere stato presente solo dalla prima traduzione francese, che quindi propone Arachne.

Ottavio Fatica, traduttore de Il signore degli anelli
Ottavio Fatica, traduttore de Il signore degli anelli

Alcune parole conclusive

Spero che questo articolo sia stato interessante e informativo per chi volesse comprendere le probabili ragioni dietro ad alcune scelte di traduzione di Ottavio Fatica. Non ho ovviamente la presunzione di parlare a nome suo e consiglio comunque vivamente di attendere l’uscita del suo saggio sulla traduzione di Tolkien per avere una prospettiva completa sul suo lavoro.

Tuttavia, le spiegazioni da me proposte per la traduzione di Wormtongue e di Shelob sono tendenzialmente in linea con lo stile di lavoro di Fatica e con l’etimologia data da Tolkien. E con questo articolo vorrei sottolineare quanto Fatica lavori con cognizione di causa. I nomi da lui tradotti possono piacerci o non piacerci, suonare bene o male alle nostre orecchie, e questo va benissimo. Tuttavia, dobbiamo sempre ricordarci che la musicalità e la bellezza di una parola sono questioni di gusto personale, non aspetti oggettivi; al contrario, l’etimologia è un aspetto oggettivo e dovrebbe essere rispettato in quanto tale.

Pertanto, come lettori e come fan possiamo certamente non apprezzare Rettilingua o Aragne, anche per motivi personali come “mi suona male” o “non mi piace a pelle”. Tuttavia, non bisogna confondere il gusto personale con i dati oggettivi. In tal senso, la traduzione di Fatica di Aragne e Rettilingua può non piacere, ma non si può dire che sia errata. Il nostro gusto personale può coesistere col rispetto per il lavoro di un professionista.

Anzi, mi spingo persino oltre. Secondo me, senza la traduzione di Fatica molti e molte di noi non avrebbero mai imparato l’etimologia di Wormtongue e Shelob. Per molti e molte, infatti, è stata la sovversione del canone Alliata/Principe a farci interrogare sul significato profondo dei nomi tolkieniani. E solo per questo, secondo me, la community italiana è diventata più colta e più ricca, nella sua parte che è stata disposta a mettere in discussione i nomi storici del proprio libro preferito.

18 Commento

  • Norbert
    Posted 16 Luglio 2020 at 8:12

    Bell’articolo, complimenti: pacato e documentato,

    Su “Wormtongue” mi permetto solo di notare che in italiano “lingua biforcuta” (cioè lingua di serpente) è stata usata per indicare persone che mentono; per esempio, nei dialoghi dei film western (Viso Pallido parlare con lingua biforcuta!) . Mentre un ipotetico “lingua di verme” non ha un immediato significato, che io sappia.

    Inoltre Grima è subdolo ma astuto – come il serpente (o il drago) nella cultura occidentale.

    • Post Author
      Gloria Comandini
      Posted 17 Luglio 2020 at 7:57

      Ottima analisi, Norbert!
      Una utente ieri aveva proposto Linguaforcuta come possibile traduzione alternativa e personalmente l’ho trovata molto carina. :)

  • marco
    Posted 17 Luglio 2020 at 7:43

    Ragazzi, questi articoli sono meravigliosi. Si sente la passione e una ricerca colta e approfondita. Solo quest’anno mi sono avvicinato all’opera letteraria di Tolkien, quindi menomato dalle vicende Bompiani-Alliata. I vostri articoli mi hanno accompagnato a riconoscere la bellezza della traduzione, la “fatica” di cogliere il significato profondo delle parole e voi siete una guida meravigliosa.

  • Fry
    Posted 17 Luglio 2020 at 13:51

    Apprezzo la traduzione di Fatica: è riuscito a modernizzare Il Signore degli Anelli, rendendolo appetibile alle nuove generazioni.
    Mi aspetto a questo punto una nuova traduzione, più moderna, del Diario di Anna Frank, così che i giovani d’oggi possano apprezzarlo.
    Potremmo partire dal titolo: “Il blog di Anna Frank”. “Cari followers, sono qui nella mia cameretta…”.
    Sarebbe un successo.

    • Post Author
      Gloria Comandini
      Posted 17 Luglio 2020 at 13:52

      Infatti non era intenzione di Fatica modernizzare alcunché.
      Complimenti però per aver provato a fare ironia sul nulla, anche se di questi tempi è piuttosto frequente.

  • Vincenzo
    Posted 18 Luglio 2020 at 18:15

    Mah. Rimango fortemente perplesso.
    Non metto in dubbio le buone intenzioni del signor Fatica, ma la signora Alliata ha reso molto più epico e aulico il testo inglese che Tolkien aveva scelto per i suoi romanzi. E non dimentichiamoci che lo fece con istruzioni dettate direttamente dall’autore.
    Per cui, no. Rimango sostenitore del più classico Grima Vermilinguo e Shelob.

    • Post Author
      Gloria Comandini
      Posted 19 Luglio 2020 at 9:35

      Come abbiamo detto in altri articoli, non è chiaro se Alliata avesse effettivamente ricevuto istruzioni dirette da Tolkien.
      In secondo luogo, Il signore degli anelli è un’opera complessa e con molti toni. Non è solo epica o solo aulica. Il fatto che, secondo te, Alliata avesse reso più epico e aulico il testo inglese non è necessariamente positivo.

    • Matteo
      Posted 25 Dicembre 2020 at 20:18

      Scusa ma “La Storia” che Tolkien avesse approvato o letto, o dato istruzioni ad Alliata non è appurato da nessuno. Nessuna lettera, nessuna documentazione. Nulla di nulla. Ha letto il testo di Alliata? Dubito. Tolkien ha impiegato “Un po’ di tempo” a scegliere il termine ELFI, la dove in opere più vecchie o in prime stesure usava il termine GNOMI. Un termine Germanico contro uno Nordico. Tolkien amante dei Miti Nordici avrebbe dovuto scegliere GNOMO, ma il termine era stato troppo abusato nel tempo, tanto da rendere una idea di “piccole creature che stavano sotto i ponti ad attaccare i viandanti”. Alla fine Tolkien si convinse e decise di usare ELFI. Nella Poesia dell’anello tradotta da Alliata, LEI usa il termine GNOMO, e lo fa per tutto il libro. Tolkien ha capito che cosa ha scritto? L’ha letto? Non credo. O le avrebbe detto di usare il termine ELFI. E la Poesia dell’Anello è la primissima cosa che si incontra nel Libro; Tolkien l’ha messa all’inizio; fuori testo, come “introduzione” alla storia. E la incontriamo di nuovo nei secondo o terzo capitolo. Quindi i dubbi che Tolkien avesse letto quanto scritto da Alliata, studiando sempre di più la sua prosa, la sua vita, ecc… risulta sempre più “falso”.

  • Fabio
    Posted 20 Settembre 2020 at 0:24

    Nel caso in questione “verme” è il termine aulico con cui nei poemi epici si indica il drago, non lombrichi e simili che, peraltro, non sono rettili e non possiedono neppure la lingua. Il riferimento è proprio alla velenosità delle parole dei draghi, esemplificata dal dialogo tra Glaurung e Túrin alle porte di Nargothrond.

    Le scelte di un traduttore devono essere azzeccate oltre che filologicamente corrette. Un musicista non può limitarsi a suonare una serie di note, nella sua composizione devono esserci armonia e ritmo, altrimenti risulterà sgradevole. Musicalità e bellezza non sono aspetti legati unicamente al gusto personale. Aragne è una pessima scelta, sarà filologicamente corretta ma suona male. Tradurre il comune “turf” con “cotica” lascia francamente allibiti. Mettere in bocca a Gandalf un’espressione come “me li sono sciroppati” è un’operazione incommentabile se non ricorrendo al turpiloquio. Si potrebbero citare decine di esempi come questi. La vecchia traduzione non era scevra da scelte discutibili (Trombatorrione, Orchetti, Gaffiere ecc…) ma con la nuova siamo finiti dalla padella nella brace.

    • Post Author
      Gloria Comandini
      Posted 21 Settembre 2020 at 10:11

      Come abbiamo scoperto in una discussione sul gruppo Facebook Studi Tolkieniani, in realtà “verme” storicamente non è un termine aulico con cui, in italiano, si indicavano i draghi. In italiano, “verme” o “vermo” era usato per indicare esseri striscianti e disgustosi, come il Vermo dantesco usato per Cerbero. Esistono giusto alcune eccezioni nella tradizione letteraria lombarda medievale, probabilmente a causa dell’influenza della lingua longobarda, che è di matrice germanica e dunque ha la parola “wurm” col significato di “drago/rettile/serpente”.

      La musicalità e la bellezza sono fattori personali. Se a te Aragne suona male, ok. Ma non puoi rendere il tuo gusto personale un fattore universale.

  • Stefano
    Posted 14 Novembre 2020 at 19:39

    Ho recentemente acquistato il volume unico e sono incappato in questo articolo, alla disperata ricerca del significato di “Shelob” dato che nella mia limitata conoscenza della lingua inglese, l’unico termine che avevo per “ragno” era “spider”, mentre il termine italiano “Aragne” era chiarissimo.
    Ho trovato quindi quest’articolo preciso, attento, rispondente a tutti i miei dubbi. Un lavoro bellissimo anche per chi, come me, ha scoperto Tolkien oramai troppi anni fa e si può trovare spaesato di fronte ad alcune scelte.
    Quindi grazie!

    • Post Author
      Gloria Comandini
      Posted 16 Novembre 2020 at 11:28

      Grazie di cuore per le belle parole! :)

  • Antonio
    Posted 16 Novembre 2020 at 17:32

    Uno scritto ben argomentato ed articolato, come tutti gli altri in questo “blog” , tuttavia non concordo affatto con le conclusioni . Per iniziare con la ormai famosa scelta (non la chiamerei traduzione) del nome “rettilinguo” per Grima, trovo interessante cominciare riportando due brevi scritti, in inglese, mi scuso se non mi azzardo a tradurle ma sono abbastanza chiare e comprensibili e non vorrei poi incorrere nelle ire dei “guardiani delle traduzioni corrette” ormai molto presenti:

    …Keep in mind that a ‘worm’ doesn’t have to be an earthworm, tapeworm, or anything else we call a ‘worm’ in modern English. Historically any narrow creeping or crawling animal (snakes, slugs, caterpillars) could be termed a ‘worm’. In legend and Tolkien, it’s used for dragons, too, and Smaug certainly had a gift of cunning speech. Here, though, I think the reference is more likely to be to a snake; Gandalf calls Gríma a snake more than once. So ‘Snaketongue’, or maybe ‘Dragontongue’, is perhaps a less ‘Evildude’ rendering of the nickname….

    …Théoden name Gríma ‘the Wormtongue’ (II. 516). Therefore, being more commonly known as Wormtongue, the absence in his name of a more complex linguistic significance makes his role more transparent to Tolkien’s readers, in a similar way to Sam. His character is developed around animalistic qualities and behaviour relating to the name Wormtongue, which is demonstrated when Gandalf calls him a ‘witless worm’ and instructs him to ‘be silent, and keep [his] forked tongue behind [his] teeth’ (II. 514). These animalistic links are reminiscent of Sméagol and the concept of worm relating to all creatures that creep and crawl, including snakes. Gandalf presents Wormtongue to Théoden and exclaims: ‘here is a snake… To slay it would be just. But it was not always as it now is. Once it was a man, and did you service in its fashion’ (II. 520). Once again, this echoes Sméagol’s fortunes and his corruption by a stronger dark power. He is presented, and indeed occasionally acts, as a malicious character, exemplified when he bares his teeth ‘and then with a hissing breath’ spits at King Théoden after he has been offered a chance of redemption (II. 520). Nevertheless, Tolkien clearly depicts Wormtongue as Saruman’s tool; he is used as an instrument for evil, but is not truly evil himself….

    Direi che la parola Worm nel racconto, come in altre saghe, è indicativa in senso dispregiativo di qualsiasi forma animale che striscia si contorce e si muove furtivamente lentamente; tutto questo riferito quindi a vermi, scolopendre, serpenti ed anche draghi (i vermi di Morgoth) , i draghi però incutevano terrore piuttosto che ribrezzo , cosa che invece riguarda di solito, le altre creature ; anche oggi è ben diverso dire ad una persona sei un Drago piuttosto che dire sei un Verme. Gandalf si rivolge quindi a Grima sia come “stupido verme” sia come “serpente”, quando gli intima di tenere la sua lingua biforcuta stretta tra i denti (letteralmente dietro i suoi denti) . Usa le due differenti parole per rimarcare in modo deciso il ribrezzo che Grima suscitava. Quindi la traduzione originale “Vermilinguo” è decisamente indovinata, a meno che il punto non fosse invece che, per altre ragioni, era assolutamente necessario cambiarla (e questa è una scelta dell’attuale traduttore , Fatica) , tradurre o meglio interpretare Worm come “rettile” (dal latino repto, reptilis, che indica lo strisciare) è di nuovo una scelta di Fatica ma allora veramente sarebbe stato più corretto usare “lingua Biforcuta” (anche se in effetti come già scritto,ricorderebbe le parole di Toro Seduto) o come giustamente ipotizzato nel “Blog” Serpilingua , comunque in ogni caso la traduzione Alliata/Principe non è affatto errata è una delle possibilità e rende perfettamente l’idea del personaggio:

    …..Wormtongue. ‘Modernized’ form of the nickname of Gríma, the evil counsellor of Rohan: Rohan wyrm-tunga ‘snake-tongue’. Translate by sense
    personalmente la parola “Rettilinguo” ha richiamato alla mente un accessorio per la colonoscopia piuttosto che l’appellativo di un individuo spregevole come Grima così come appare nel racconto, oppure in antitesi, un individuo che parla con rettitudine (sempre dal latino, rectus) , in un caso quindi, una scelta perlomeno discutibile oppure nel secondo caso, una scelta che non avrebbe nulla a che fare con il personaggio (ma non era sicuramente questo lo scopo di Fatica) .

    Per quanto riguarda la scelta di interpretare e trasformare il nome di Shelob in Aragne , qui di nuovo è stata una interpretazione di Fatica, (ho anche scoperto che Aragna non Aragne però! è un nome dialettale della Tracina, un pesce quindi) francamente dire poi che ha avuto il pregio di modernizzare il “Signore degli Anelli” usando a volte termini che erano poco usati persino quando erano conosciuti, mi sembra una contaddizione in termini e personalmente non trovo in alcun modo queste scelte in linea con l’etimologia data da Tolkien , quanto piuttosto con l’idea che è quanto Tolkien avrebbe dovuto voler dire, purtroppo non sarà di certo possibile conoscerne il parere e quindi ognuno di noi si sentirà libero di esporre le sue considerazioni.
    Personalmento ritengo che queste scelte ed altre non aggiungano nessun miglioramento alla lettura o aggiungano nessuna “nuova luce” al racconto ma questa è solo una mia idea che vale quanto altre mille differenti.

  • Giuseppe Coluccia
    Posted 28 Agosto 2023 at 8:15

    Trovo che la traduzione di Fatica sia migliore della precedente, alcuni passaggi un pò più ostici ma fedeli a quanto scritto da Tolkien. Sono d’accordo su molte scelte fatte con la nuova traduzione. Ho notato però un refuso nelle Due Torri (edizione economica, pagina 500) è rimasto un WWW di troppo invece di “cadono” (nella vecchia traduzione), sicuramente un errore di stampa.

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