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United Paizo Workers: il primo sindacato nell’industria dei giochi di ruolo

Come e perché si è formato il primo sindacato dell’industria dei giochi di ruolo, ossia la United Paizo Workers, che raccoglie artisti e game designer della casa editrice di Pathfinder e Starfinder?

Alcune settimane fa, avevamo pubblicato un articolo sulle denunce della game designer Jessica Price rivolte alla Paizo, la casa editrice di Starfinder e Pathfinder.
In queste denunce, supportate anche da altri ex-dipendenti della Paizo, Price raccontava che i lavoratori e le lavoratrici della Paizo tendevano a essere sottopagati e ad avere cattive condizioni di lavoro.
Alle denunce di Price sono seguite delle prese di posizione da parte della Paizo, e anche una certa dose di scetticismo da parte di diversi lettori/trici.

Oggi, quindi, vedremo come la vicenda della Paizo si sia sviluppata.
Cosa hanno risposto i suoi dirigenti? Cosa hanno fatto le persone che attualmente lavorano alla Paizo?
Speriamo che, rispondendo a queste domande, la situazione possa risultare più chiara. Ne approfittiamo anche per ringraziare il nostro lettore, Giorgio Vingiani, per averci gentilmente linkato le risposte dei dirigenti Paizo nei commenti allo scorso articolo. Potrete trovare il compendio delle risposte dei dirigenti Paizo a questo link.

Immagini promozionali dei due maggiori prodotti Paizo: Pathfinder e Starfinder
Immagini promozionali dei due maggiori prodotti Paizo: Pathfinder e Starfinder

Le repliche dei dirigenti Paizo: la risposta del presidente Jeff Alvarez

Il presidente della Paizo, Jeff Alvarez, è stato uno dei primi a rispondere ufficialmente a Jessica Price. Potrete leggere la sua risposta nel forum della Paizo, a questo link.
Qui ne riportiamo la traduzione:

La recente partenza di due dipendenti di lunga data della Paizo ha generato un sacco di discussioni pubbliche e una serie di accuse importanti verso ai dirigenti dell’azienda, che risalgono a fatti anche di diversi anni fa. Sebbene la Paizo non possa discutere di faccende personali in pubblico, vogliamo ribadire l’impegno della nostra azienda verso gli ideali di inclusività e diversità nel gioco, tanto nella nostra azienda quanto nei prodotti che creiamo.

Da quando l’azienda è stata fondata nel 2002 fino a oggi, i collaboratori e lo staff di colore e LGBTQIA+ sono stati una parte fondamentale delle nostre attività creative e commerciali, e la nostra azienda è stata all’avanguardia su queste tematiche nei lavori pubblicati e nei valori che sposiamo.
Noi rimaniamo fedeli a questi valori e lavoriamo per migliorarci ogni giorno, supportati da un grandioso staff a tutti i livelli della compagnia. Tutto lo staff condivide i nostri valori di inclusività, diversità e miglioramento. Stiamo anche lavorando attivamente per ascoltare questi dipendenti e per fare dei passi in più per assicurarci che loro sentano che le loro voci vengono ascoltate. Così facendo, crediamo di essere migliorati rispetto a cinque anni fa e che tra altri cinque anni saremo migliori rispetto a oggi.

Successivamente, Alvarez aggiunge un ulteriore commento:

Le accuse secondo cui io avrei usato dei termini offensivi verso membri dello staff sono assolutamente FALSE. Molti dei membri LGBTQIA+ dello staff Paizo sono miei cari amici, e io non parlerei mai così a membri del nostro staff o della nostra comunità.

Le repliche dei dirigenti Paizo: la risposta dello Chief Creative Officer, Erik Mona

Un altro dei dirigenti Paizo accusati da Price, Erik Mona, ha risposto su Reddit. Anche in questo caso vi riportiamo la traduzione, invitandovi comunque a leggere l’originale al link qui sopra.

Che settimana che è stata. Per la risposta ufficiale della Paizo, andate qui [link alla risposta di Alvarez, vista sopra]. Questa è un’altra cosa.
Un recente thread di Twitter critico verso la dirigenza della Paizo ha reputato alcuni miei interessi in merito all’occultismo storico problematici, da un punto di vista culturale. Vorrei prendermi un momento per rispondere in tal senso, non come dirigente dell’azienda, ma come Erik.

Nello specifico, queste critiche riguardano: 1) Un quadro del santo occulto Saint-Germain che avevo nel mio ufficio e che aveva offeso dei colleghi del tempo. 2) Una piccola foto di una svastica che avevo pubblicato per sbaglio sul mio Facebook, insieme a un sacco di altre immagini occulte. 3) Alcune creature che avevo scritto per un Bestiario di Pathfinder e che erano ispirate alla teosofia e al misticismo orientale.
Poiché i miei valori personali non sono PER NULLA vicini al razzismo, e poiché le accuse parrebbero suggerire che io abbia delle convinzioni razziste, voglio rispondere personalmente a queste accuse.

La difesa di Erik Mona

Questa citazione continua la citazione vista qui sopra. I link alle pagine di Wikipedia sono una nostra aggiunta, sperando che possano aiutare chi legge a farsi un’idea più precisa di ciò di cui parla Mona.

1) Sono da sempre affascinato dalla mitologia del (per quel che si crede) immortale Conte di Saint-Germain, un ladro di gioielli, compositore, spia e in generale tizio strano del XVIII secolo. Le mie ricerche su questa figura avevano rivelato che Saint-Germain era stato usato, degli anni Trenta del Novecento, da un culto chiamato “I AM Activity”, che aveva promosso Saint-Germain al rango di Maestro Asceso. Ho trovato quella che reputavo una rappresentazione divertente di Saint-Germain fatta dal culto e l’ho appesa in ufficio. Non mi pare che nessuno dei miei colleghi mi abbia mai detto che trovavano l’immagine problematica. Ad ogni modo, questa illustrazione non è stata messa in mostra da ormai diversi anni. Mi dispiaccio per qualsiasi offesa che l’immagine ha arrecato e mi scuso moltissimo per non aver anticipato il fatto che potesse essere problematica per qualcuno.

2) Alcuni anni fa ho acquistato un libro occulto di inizio secolo che includeva una serie di pagine piene di piccoli simboli occulti. Ho pubblicato delle immagini di diverse pagine di quel libro sulla mio profilo Facebook personale. Poco dopo, uno dei miei amici ha fatto notare che uno di quei simboli era una svastica (sfortunatamente molto comune nei libri occulti dell’epoca, poiché non aveva ancora ottenuto l’infamia del XX secolo), una cosa che all’inizio mi era sfuggita. Ho rimosso l’immagine subito dopo che me lo hanno fatto notare. Di nuovo, mi dispiace di averla pubblicata, ma si è trattato di un errore che è rimasto online per meno di un’ora.

3) Ho scritto alcuni mostri del Bestiario di Pathfinder che erano ispirati alla teosofia, cosa che alcune persone hanno ritenuto sgradevole. Come scritto nelle accuse [di Price, n.d.R.], gli editor della Paizo hanno cancellato il materiale che ritenevano problematico, il che è una prova dell’abilità e dell’intelligenza degli editor Paizo. Infatti, proteggere i manoscritti dai nostri bias inconsci è parte del loro lavoro, e una cosa che fanno molto bene.

Riassumendo: non sono vicino ad alcun tipo di razzismo. Supporto fortemente i valori dell’inclusività e della diversità. Fanculo i Nazisti. Fuck them in the eye [espressione idiomatica semi-intraducibile letteralmente, più o meno semanticamente equivalente a “che si inculino con la ghiaia”, n.d.R.].
Grazie per il vostro tempo.
– Erik

L'iniziale messaggio di Jason Bulmahn, poi riproposto in forma ampliata, come si legge qui sotto
L’iniziale messaggio di Jason Bulmahn, poi riproposto in forma ampliata, come si legge qui sotto

Le repliche dei dirigenti Paizo: la risposta del direttore del game design, Jason Bulmahn

Vediamo adesso la risposta di un altro dei dirigenti Paizo accusati da Price, ossia Jason Bulmahn.
Bulmahn ha rilasciato una lunga dichiarazione, che potrete leggere integralmente a questo link. Qui ne tradurremo solo le parti più salienti.

La risposta all’accusa di flirtare con le colleghe

Ora, le accuse sostengono che io avessi molestato diverse mie colleghe e che ci avessi provato con molte di loro. Nello specifico, che io avessi corteggiato Jessica Price.
In aprile 2015, dopo una serata di bevute, le ho chiesto di uscire su Messenger. All’epoca eravamo amici e lavoravamo insieme a stretto contratto per un torneo di beneficienza. Questo è stato un errore da parte mia e mi sono subito rimangiato la proposta e mi sono scusato la mattina dopo. Mi rendo conto che questo tipo di avance non sono accettabili e mi scuso per ciò che ho fatto.

Riguardo poi al provarci con altre colleghe nella Paizo, non mi ricordo di averlo fatto. Cerco di mantenere un rapporto amichevole con molte persone nella Paizo e questo potrebbe essere stato scambiato per un flirt. Io non lo avevo visto come tale, ma la mia percezione di una interazione non definisce ciò che invece percepiscono le altre persone.
Sto imparando a capire come le mie interazioni con i colleghi possono essere migliorate e come sono viste sul luogo di lavoro.

Riguardo al maltrattare Price dopo che lei lo ha rifiutato

Le accuse poi affermano che la mia relazione lavorativa con Jessica è peggiorata dopo questo evento, ed è vero. Sebbene credo sia vero che, parzialmente, ciò sia dovuto al mio errore, una parte più grossa della mia testa è convinta che ciò sia dovuto a delle questioni interne della Paizo. Era un momento in cui sentivo che il mio lavoro e il mio dipartimento stavano venendo danneggiati e rallentati per dare spazio ad altre cose.
Di nuovo, questo non è il modo in cui si trattano i colleghi e in retrospettiva mi dispiace di non aver lavorato di più sul prendere in considerazione altri punti di vista e sul lavorare entro gli obiettivi del dipartimento.

Quando lei [Price n.d.R.] se n’è andata ci parlavamo a malapena, e sono sicuro che questo non abbia affatto reso più facile il suo lavoro. Negli anni successivi, ho guardato in maniera critica quel periodo e ho cambiato il modo in cui lavoro con gli altri team, così da assicurarmi che si stia andando tutti nella stessa direzione.
Mi piacerebbe scusarmi e, se possibile, fare ammenda.

Riguardo alle assunzioni interne non trasparenti

Infine, c’è l’accusa secondo cui le mie scelte sulle assunzioni non promuovono la diversità e che, in un recente evento, ho ignorato le nostre pratiche migliori in favore di una promozione interna. Questo è categoricamente falso.
Nel nostro giro di assunzioni più recente, dopo aver incoraggiato diverse voci a candidarsi, i curricula sono stati smistati sulla base dell’esperienza con i nostri giochi o per esperienze simili nell’industria. A coloro che avevano i requisiti sono stati inviati dei test di design. Questi test sono stati valutati alla cieca (sono stati anonimizzati e resi randomici da quelli delle Risorse Umane) e sono stati portati al team di valutazione. I nomi sono stati rivelati solo dopo che abbiamo deciso a quali partecipanti avremmo fatto il colloquio. Dopo un processo esaustivo, è stato evidente che avevamo un candidato interno che calzava bene con la posizione.

Io voglio voci diverse nei giochi di ruolo e sono molto orgoglioso del lavoro fatto dalle persone del dipartimento creativo per portare queste voci al tavolo. Spero di aggiungere una varietà di voci ancora maggiore in futuro, ma quest’ultimo giro di assunzioni non ce ne ha dato l’occasione.

L'ex-game designer della Paizo, Owen K. C. Stephens
L’ex-game designer della Paizo, Owen K. C. Stephens

Il commento dell’ex-game designer della Paizo, Owen K.C. Stephens

Oltre ai vertici della Paizo, sono entrati nella discussione anche molte altre personalità del settore, compresi attuali ed ex-dipendenti dell’azienda.
Uno di questi è Owen K.C. Stephens, ex-game designer della Paizo e attualmente impiegato della Green Ronin. Stephens afferma di essere amico sia di Jessica Price, sia di Erik Mona e ha rilasciato un testo in cui cerca di trovare una via di mezzo tra le due posizioni. Anche in questo caso, riportiamo le parti salienti.

Penso che la Paizo Inc., come azienda, sia stata una forza benigna nell’industria ludica e nel mondo. Ecco perché, come ho detto più e più volte, hanno il mio supporto.
Questo significa che sono perfetti?
No.
Ci sono dei problemi, sia all’interno, sia nelle interazioni con l’esterno.
Inoltre, capisco che ci siano persone di cui mi fido, che conosco e che ammiro che sono in disaccordo con me sulla Paizo, come azienda.
Capisco perché hanno detto quelle cose.
[…]

Ci sono assolutamente delle persone che sono stati fregati dalla Paizo.
Conosco persone che hanno lasciato l’azienda, e persone che ci lavorano. Conosco i dirigenti, i creatori e gente di altri dipartimenti.
Ci sono persone che soffrono per come la Paizo lavora oggi. E, se e quando queste persone mi daranno il permesso di raccontare la loro storia, lo farò.
[…]

L’opinione di Stephens su Jessica Price ed Erik Mona

Allo stesso tempo, le ingiustizie accadono, e coloro che ne hanno subito le conseguenze hanno tutto il diritto di essere arrabbiati e di andare all’attacco per questo. Non andrò a dire a queste persone che possono combattere le ingiustizie solo se stanno calme e tranquille. Questo significherebbe schierarmi con lo status quo.
Quindi sì, supporto Jessica Price, anche se credo che abbia caratterizzato certe cose diversamente da come avrei fatto io, e che abbia assegnato delle motivazioni che non credo fossero presenti.
E supporto Erik Mona, che fa un lavoro che io NON vorrei, e lo fa meglio di quanto io potrei.
Li considero entrambi miei amici.

L’opinione di Stephens sulla Paizo

Supporto che la Paizo si prenda la responsabilità di ogni male che ha compiuto.
Supporto il continuare a lavorare con la Paizo per creare prodotti che diano voce a nuovi autori, e che permetta a molti dei migliori, più gentili e più geniali scrittori che conosco di tessere un mondo di meraviglie.
Non posso dire a nessun altro come si deve sentire.
Non credo che le cose che sono recentemente successe siano bianche e nere, da nessuna parte. Jessica ha fatto cose che io ritengo sbagliate e dannose. Erik ha fatto cose che io ritengo sbagliate e dannose. Credo che stiano cercando entrambi di rendere il mondo un posto migliore.
[…]

Mentre lavoravo per la Paizo, ho visto cose che reputavo problematiche. L’ho fatto loro presente. Alcune sono migliorate. Altre no. Molti, molti altri problemi non mi coinvolgevano, e non posso essere il giudice di come questi si siano evoluti.
E, alla fine, me ne sono andato.
Ciò di cui sono sicuro è che la Paizo ha alcuni degli scrittori, degli sviluppatori e degli editor migliori, più creativi, più empatici, più diligenti e più capaci di cambiare il mondo.
E queste persone hanno il mio pieno supporto.
E lo ha pure la Paizo, per il momento.
Molte delle persone che hanno lasciato la Paizo lo hanno fatto in condizioni assai peggiori delle mie. Credo che molti di loro stiano cercando di accendere una luce in luoghi oscuri, e anche se la luce ha un filtro, si tratta comunque di una cosa che credo vada fatta.
[…]

L’opinione di Stephens sui lavoratori della Paizo

Le persone con meno potere sono anche quelle probabilmente più innocenti. Gli editor e gli sviluppatori che sono ai panel del Gen Con, mentre si chiedono se domani avranno un lavoro. O si chiedono se riceveranno minacce di morte perché non hanno denunciato i datori di lavoro. O se saranno trattati con freddezza in azienda se non dichiareranno il loro supporto.
Essere un dipendente della Paizo oggi è una cosa molto stressante.
Se posso chiedere una cosa, è che teniate a mente queste persone, e che vi domandiate: “Ciò che sto per fare le aiuterà, più che danneggiarle?”.

Il supporto di altri vertici della Paizo a Jeff Alvarez

Alcuni membri importanti della Paizo hanno espresso il loro supporto al direttore, Jeff Alvarez.
I primi due, Jim Butler (VP of Marketing and Licensing) e Sonja Morris (Managing Art Director), hanno affermato che Alvarez non avrebbe mai usato termini offensivi verso le persone queer, secondo la loro esperienza. Butler ha affermato di lavorare alla Paizo da quattro anni, Morris da nove. Queste testimonianze sono particolarmente rilevanti, poiché sia Butler che Morris sono due persone queer: Butler ha un marito e Morris ha una moglie.
Il terzo è Mark Moreland (Director of Brand Strategy), secondo il quale, se avesse visto anche solo una delle cose delle quali Price accusa la Paizo, si sarebbe licenziato. E, invece, lavora lì da undici anni.

Infine, il quarto è Aaron Shanks (Public Relations Manager). Questi innanzitutto ha appoggiato le dichiarazioni di Alvarez, sperando anche in azioni più concrete. In un secondo momento, ha espanso la propria dichiarazione, affermando l’importanza per la Paizo di ri-guadagnare la fiducia perduta da parte del pubblico.
In particolare, secondo Shanks, la Paizo dovrebbe prendersi la responsabilità dei propri problemi. Inoltre, Shanks afferma che nella Paizo stanno avvenendo cambiamenti interni ufficiali. In generale, Shanks sottolinea che questi cambiamenti devono essere visti come una conversazione in fieri, che non risolverà tutto subito, ma che dovrebbe essere parte di un percorso di miglioramento dell’azienda.

Il movimento #PaizoAccountability

A partire dal 16 settembre, ossia dal giorno successivo alla dichiarazione di Jeff Alvarez, su Twitter è nato un movimento formato da membri della comunità della Paizo. Questi membri sono sia fan di Pathfinder e Starfinder, sia artisti freelancer che lavorano o che hanno lavorato per l’azienda.
Il movimento #PaizoAccountability è nato sulla scia delle accuse di Jessica Price, chiedendo che la Paizo risponda alle accuse e migliori le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti. In particolare, gli artisti freelancer del movimento rifiutano di prendere in carico nuove commissioni da parte della Paizo, finché l’azienda non migliorerà le condizioni di lavoro dei dipendenti.

Il logo dello United Paizo Workers
Il logo dello United Paizo Workers

La nascita del sindacato dei lavoratori Paizo: lo United Paizo Workers

Tutte le dichiarazioni che abbiamo appena letto sono state pubblicate il 15 e il 16 settembre, pochi giorni dopo le accuse di Price.
Un mese dopo, ossia il 14 ottobre, è comparso su Twitter un nuovo account: United Paizo Workers #UnionizePaizo. La sua descrizione recita:

39+ workers, working to #UnionizePaizo. Find out how to support us at http://unitedpaizoworkers.org. Don’t split the party!

39+ lavoratori/trici, che stanno cercando di #SindacalizzareLaPaizo. Scoprite come supportarci su http://unitedpaizoworkers.org. Non dividete il party!

Questo profilo Twitter appartiene al neonato sindacato dei lavoratori della Paizo, dotato anche di un proprio sito web.

Come è nato lo United Paizo Workers?

Il giorno della sua nascita, lo United Paizo Workers ha scritto un thread su Twitter, in cui ha spiegato le motivazioni della propria nascita. Lo riportiamo qui sotto:

Salve a tutti. Siamo 30+ membri dello staff della Paizo e oggi annunciamo che abbiamo formato lo United Paizo Workers [“Lavoratori della Paizo Uniti” n.d.R.], uno dei primi sindacati dell’industria ludica.
#UnionizePaizo

A chi ha passato le scorse settimane infuriato dalle storie che avete sentito sulla gestione della Paizo e sulle condizioni in cui siamo costretti a lavorare, e a coloro che hanno richiesto una #PaizoAccountability [“Responsabilità della Paizo” n.d.R.], vogliamo solo dire: grazie.
Vi vediamo, vi conosciamo e ci sentiamo allo stesso modo. Il vostro supporto durante l’incertezza ha significato tantissimo per noi mentre pianificavamo assieme, e siamo contentissimi di condividere questa cosa con voi.

Durante le scorse settimane, ci siamo confortati a vicenda, scambiati storie e discusso su come arrivare a quel cambiamento per cui voi avete spinto e di cui noi abbiamo bisogno.
In praticamente tutte le aziende statunitensi di oggi, i capi hanno tutto il potere, per design. I lavoratori hanno pochi preziosi mezzi con cui possono influenzare il loro luogo di lavoro, con l’eccezione di uno: la voce. E quando tutte le loro voci si uniscono, possiamo effettivamente cambiare le cose.

In tal senso, è bene aggiungere che, secondo le FAQ del sindacato, i licenziamenti di settembre e le accuse di Price non sono state il solo motivo per cui lo United Paizo Workers è nato. Infatti, il sindacato nasce da “una serie di preoccupazioni che i lavoratori avevano da anni”. Poi, certamente, i fatti di settembre hanno “galvanizzato il movimento” e reso i suoi membri “particolarmente consapevoli della natura inconsistente del loro lavoro”.

Qual è l’obiettivo dello United Paizo Workers?

Nello stesso thread, lo United Paizo Workers ha anche spiegato quali sono i suoi obiettivi:

Quindi, è questo ciò che stiamo facendo. Formando un sindacato, potremo parlare con una sola voce ai dirigenti, e finalmente avere voce su come viene gestita l’azienda che amiamo. Potremo proteggerci a vicenda, supportarci a vicenda e lottare per ciò che è giusto.
Una forte maggioranza di impiegati idonei si sono già uniti a questo sforzo, e ora che ci siamo rivelati al pubblico ci aspettiamo di dare il benvenuto ad altri nel movimento. Siamo un fronte unito, con una sola voce, come un party, per richiedere cambiamento, azione e responsabilità.

Nei prossimi giorni e settimane parleremo meglio del nostro sindacato: per cosa stiamo combattendo, come lo otterremo e in che modo un sindacato va da due persone che parlano a un gruppo unito, protetto dalla legge e con un contratto di lavoro vincolante.
Per il momento, ciò che chiediamo è il riconoscimento volontario da parte dei dirigenti della Paizo. Che accettino di sedersi al tavolo delle trattative con noi e si apprestino a negoziare in buona fede. Che mostrino di tenere ai propri dipendenti, a questa comunità e a ciò che producono.

Come fare per supportare lo United Paizo Workers?

Sempre nello stesso thread, lo United Paizo Workers ha anche spiegato come li si può supportare.
In primo luogo, si può diffondere il loro messaggio sui social, così da dare loro eco mediatica. In secondo luogo, lo United Paizo Workers invita a scrivere ai dirigenti della Paizo, spiegando loro la propria approvazione della creazione di un sindacato e chiedendo loro di riconoscerlo. Inoltre, è bene ricordare ai dirigenti che la creazione di un sindacato della Paizo è una cosa buona anche per loro, perché pure loro sono de facto dei lavoratori della Paizo.

Il motto dello United Paizo Workers

Infine, prima di chiudere con la lista dei membri fondatori del sindacato, lo United Paizo Workers scrive anche una frase che sembrerebbe quasi il loro motto:

Remember: when one party member is in trouble, we *all* roll initiative.

Ricordate: quando un membro del party, *tutti* tirano l’iniziativa.

In realtà, questa frase gira ormai da un anno sul web, ed è probabilmente nata dal movimento Black Lives Matter e dal Pride Month del 2020. Tuttavia, con questo richiamo è piuttosto chiaro a quale tipologia di movimenti per i diritti civili lo United Paizo Workers si rifà.

Il logo dello United Paizo Workers sulla bandiera transgender
Il logo dello United Paizo Workers sulla bandiera transgender

Cosa è successo allo United Paizo Workers dopo la sua nascita

Nei giorni successivi alla sua nascita lo United Paizo Workers ha rilasciato nuove dichiarazioni che hanno approfondito i suoi obiettivi e le sue posizioni.
Innanzitutto, il 15 ottobre sul loro sito è comparsa una dichiarazione, in cui lo United Paizo Workers ha affermato che affronterà le accuse di transfobia rivolte ai dirigenti Paizo con serietà. In tal senso, lo United Paizo Workers ha ribadito di essere uno spazio inclusivo nei confronti delle persone transgender e di avere diverse persone trans come membri e nel direttivo.

Nelle sue FAQ, lo United Paizo Workers sottolinea anche che il sindacato non ha legami ufficiali con il movimento #PaizoAccountability, ma che ciononostante apprezza la passione e l’impegno del movimento nel portare i problemi dei dipendenti sotto gli occhi della Paizo. In risposta, i freelancer del movimento #PaizoAccountability hanno affermato che torneranno a lavorare per la Paizo solo qualora l’azienda riconoscesse volontariamente il sindacato. Quindi, pur rimanendone separato, il movimento #PaizoAccountability supporta lo United Paizo Workers.

Inoltre, lo United Paizo Workers ha evidenziato l’importanza del supporto dei fan della Paizo, fondamentale affinché i dirigenti dell’azienda decidano di riconoscere volontariamente il sindacato.
In tal senso, lo United Paizo Workers ha anche creato del merchandise, con i cui guadagni si potranno supportare le spese del sindacato, come quelle dell’hosting del loro. Sottolineano che il loro logo è stato creato da un membro dello United Paizo Workers.

Infine, lo United Paizo Workers ha affermato anche che i lavoratori della Paizo non sono attualmente in sciopero e che non stanno chiedendo di boicottare l’azienda.

Il riconoscimento da parte della Paizo

La scorsa settimana, ossia giovedì 21 ottobre, la Paizo ha annunciato di aver riconosciuto volontariamente lo United Paizo Workers. Se ciò non fosse successo, lo UPW avrebbe dovuto affrontare un iter burocratico più lungo, attraverso una elezione del National Labor Relations Board.
Il riconoscimento volontario del sindacato da parte della Paizo ha invece abbreviato il percorso e, a detta del sindacato, è da considerare come una dimostrazione di buona fede da parte dell’azienda.

A questo punto, lo United Paizo Workers dovrà eleggere un gruppo di rappresentanti che avrà il compito di discutere con i dirigenti della Paizo le richieste dei lavoratori.
In tal senso, la prima richiesta dello United Paizo Workers sarà un aumento degli stipendi dei lavoratori, affinché siano in linea con il costo della vita e permettano loro di vivere in maniera dignitosa. Gli stipendi bassi, infatti, erano stati una delle cose che Jessica Price aveva denunciato il mese scorso.

Meme sul sito dello United Paizo Workers
Meme sul sito dello United Paizo Workers

Alcune riflessioni conclusive sullo United Paizo Workers e sui fatti di settembre

Dopo l’articolo sulle accuse di Jessica Price, siete stati in molti a chiederci di farne uno nuovo, in cui si parlasse delle risposte dell’azienda. Mi dispiace molto che sia passato un mese, ma spero che il ritardo abbia permesso di scrivere un articolo di più ampio respiro, in cui si possa mettere la situazione più in prospettiva.
Quindi, cosa si è (più o meno) capito sulla situazione in casa Paizo da tutta questa storia?

Quanto c’era quindi di vero nelle accuse di Price?

Innanzitutto, è difficile avere un’idea precisa su quanto le accuse di Price fossero veritiere, anche perché sono state molte e hanno toccato diverse questioni. Anche leggendo le risposte dei dirigenti, è difficile capire davvero se qualcuno di loro stia mentendo.

La nascita dello United Paizo Workers dimostra che, probabilmente, un certo livello di disagio tra i dipendenti e di incomunicabilità con i vertici della Paizo ci fosse. C’è anche da dire che nessun dirigente della Paizo ha affermato che nell’azienda tutto fosse perfetto e che tutti i dipendenti fossero felici.
Realisticamente, quindi, è probabile che nella Paizo ci fossero dei problemi, sebbene sia difficile capirne l’effettiva entità.
In tal senso, la richiesta del sindacato per degli stipendi migliori conferma l’esistenza di almeno un problema, ossia quello degli stipendi troppo bassi, già denunciato da Price.

E se il sindacato fosse uno specchietto per le allodole?

Qualcuno potrebbe pensare, con un certo cinismo, che in realtà lo United Paizo Workers sia stato un’operazione concordata tra lavoratori della Paizo e i dirigenti dell’azienda, così da dare al pubblico un’effettiva dimostrazione che qualcosa si sta muovendo dentro la casa editrice. In tal senso, c’è da chiedersi se la creazione del sindacato non sia stata in qualche modo anticipata da Aaron Shanks, quando parlava di cambiamenti interni, ufficiali e importanti.
Chiaramente, un’operazione concordata come questa darebbe poche certezze in merito all’effettiva efficacia del sindacato, come difensore dei diritti dei lavoratori. Sarebbe, quindi, un contentino, o uno specchietto per le allodole.

Bisogna però riconoscere anche che la creazione di un sindacato non è la cosa più semplice e più universalmente accettata negli Stati Uniti. Infatti, la creazione dei sindacati è difficile e fortemente osteggiata dalle aziende, le quali utilizzano ogni mezzo a loro disposizione per impedire la formazione di un sindacato. Inoltre, parrebbe che il 20% dei lavoratori che fa parte di un sindacato viene licenziato dall’azienda, specialmente durante le elezioni interne dei sindacati.
Qualora la creazione dello United Paizo Workers fosse un’elaborata strategia della Paizo per riottenere la fiducia del pubblico, ci troveremmo di fronte a un’inversione di tendenza, rispetto alla norma statunitense. In definitiva, che il sindacato sia solo un elaborato specchietto per le allodole sembra poco probabile.

L’importanza di sostenere lo United Paizo Workers

Ad ogni modo, più che capire quali e quante delle accuse della Price fossero veritiere, ora è fondamentale supportare lo United Paizo Workers, soprattutto se si tiene conto di quanto sia facile e poco rischioso per le aziende prendere di mira i lavoratori che fanno parte di un sindacato.

È sacrosanto che i lavoratori di un’azienda possano vivere in maniera dignitosa e che possano lavorare in sicurezza. Da amante di Pathfinder e Starfinder, personalmente vorrei solo il meglio per gli scrittori, gli artisti, i game designer e gli editor che hanno creato i manuali su cui gioco almeno una sera a settimana. E se questo, per caso, comporterà dei ritardi nell’uscita dei nuovi manuali, pazienza. Detto fuori dai denti: la dignità dei lavoratori della Paizo è più importante di un nuovo manuale di Pathfinder.
Personalmente, auguro il meglio allo United Paizo Workers e spero che possano migliorare l’ambiente lavorativo della Paizo.