Un’industria in fermento: il punto di rottura
Nel corso del 2024 e dell’inizio del 2025, l’industria dei videogiochi è stata travolta da una mobilitazione storica: lo sciopero dei doppiatori dei videogiochi.
Questa protesta, guidata dal sindacato SAG-AFTRA, rappresenta una delle battaglie più significative contro l’uso non regolamentato delle intelligenze artificiali nel mondo dell’intrattenimento digitale.
Con un mercato da miliardi di dollari, che vede una continua crescita delle produzioni AAA e indie, la voce è diventata un elemento centrale della narrazione videoludica. Tuttavia, l’avvento delle IA e delle voci sintetiche ha scatenato allarme tra gli attori vocali, che ora si trovano a dover difendere non solo il proprio lavoro, ma anche la propria identità digitale.
Perché i doppiatori hanno incrociato le braccia?
Lo sciopero dei doppiatori dei videogiochi è iniziato ufficialmente il 26 luglio 2024. Al centro della protesta c’è il timore crescente che le grandi compagnie – tra cui Activision Blizzard, Electronic Arts, Disney, Warner Bros. Games e altre – possano utilizzare performance passate per addestrare modelli di intelligenza artificiale capaci di replicare le voci senza il consenso degli attori.
Secondo SAG-AFTRA, molte delle proposte presentate dagli editori durante le trattative includono “scappatoie pericolose” che minerebbero la sicurezza e il controllo degli artisti sulla propria immagine vocale.
Il rischio? Che in futuro un doppiatore venga “sostituito” digitalmente, senza essere coinvolto nel processo creativo, senza quindi essere adeguatamente compensato!
Questo scenario non solo mette in pericolo migliaia di posti di lavoro, ma mina anche la qualità narrativa e l’autenticità delle esperienze videoludiche.

Il ruolo di Harrison Ford e l’attenzione mediatica
A dare ulteriore eco allo sciopero dei doppiatori dei videogiochi è stato nientemeno che Harrison Ford. Durante la promozione del videogioco Indiana Jones and the Great Circle, l’attore ha elogiato il lavoro di Troy Baker, definendolo “più Indiana Jones di me stesso”. Ford ha sottolineato che nessuna IA, per quanto evoluta, potrà mai restituire la complessità emotiva di un attore umano.
Queste dichiarazioni hanno avuto un impatto mediatico enorme, portando l’attenzione globale sulla causa dei doppiatori e spingendo anche i non addetti ai lavori a interrogarsi sull’etica delle intelligenze artificiali nel mondo dell’intrattenimento.
La battaglia sulle clausole contrattuali
Le negoziazioni tra SAG-AFTRA e i publisher stanno andando avanti, ma con non poche frizioni. Il sindacato ha denunciato il fatto che le compagnie non vogliano garantire il consenso esplicito e continuativo per l’uso dell’identità vocale. Molti contratti includono formulazioni ambigue, del tipo:
“L’artista concede licenza perpetua, irrevocabile e mondiale all’utilizzo, modifica e riproduzione della sua performance in qualsiasi forma, inclusa l’elaborazione tramite IA”.
Una frase del genere, se non regolamentata, può significare che un attore venga “replicato” in decine di giochi, sequel e DLC senza ulteriore compenso. Questo, ovviamente, è inaccettabile.
Lo sciopero dei doppiatori dei videogiochi chiede, tra le varie cose:
- Trasparenza totale su quando e come viene usata l’IA
- Consenso specifico per ogni nuovo utilizzo della voce
- Compensi adeguati, anche per l’uso sintetico della voce
- Clausole che impediscano l’uso futuro non autorizzato
Nuove frontiere: studenti e game jam al sicuro
Una notizia positiva arriva però da un altro fronte. Recentemente SAG-AFTRA ha annunciato di aver raggiunto accordi separati per tutelare studenti e sviluppatori indipendenti durante game jam e progetti accademici. L’obiettivo è promuovere l’accessibilità al talento vocale professionale anche in contesti sperimentali, senza però aggirare le tutele sindacali.
Questa mossa (intelligente) permette al sindacato di sostenere la crescita dei piccoli team, senza cedere terreno nella battaglia contro l’uso non regolamentato delle IA.
sciopero dei doppiatori dei videogiochi, Cosa ci aspetta ora?
Lo sciopero dei doppiatori dei videogiochi è ormai entrato nel suo ottavo mese e la tensione resta alta. Tuttavia, il supporto da parte di grandi nomi, di sviluppatori indie e di una fetta importante della community potrebbe fare la differenza.
I doppiatori non stanno lottando solo per un contratto: stanno combattendo per definire il futuro stesso della creatività digitale!
Le possibilità di risoluzione ci sono, ma solo se l’industria sarà pronta ad ascoltare davvero chi dà voce – in tutti i sensi – ai suoi mondi virtuali.

sciopero dei doppiatori dei videogiochi: Perché questa battaglia ci riguarda tutti
Non serve essere doppiatori per sentirsi coinvolti. L’adozione massiva delle intelligenze artificiali nelle industrie creative pone un dilemma etico fondamentale: vogliamo un futuro fatto di automatismi perfetti o di imperfezioni umane che ci emozionano?
Lo sciopero dei doppiatori dei videogiochi è uno specchio di questa scelta. Oggi sono i voice actor. Domani potrebbe essere il turno di illustratori, musicisti, game designer o persino scrittori (piccolo spoiler, sta già accadendo! N.d.A.).
Stabilire ora regole chiare sull’uso delle IA è essenziale per salvaguardare non solo i diritti professionali, ma anche l’anima dell’intrattenimento.
sciopero dei doppiatori dei videogiochi: Conclusione
Lo sciopero dei doppiatori dei videogiochi è più di una semplice protesta sindacale: è il tentativo di disegnare un confine tra innovazione e sfruttamento. Finché le tecnologie saranno messe al servizio del talento, potranno davvero arricchire l’arte. Ma se usate per sostituire e non per potenziare, rischiano di svuotarla di significato.
Nel frattempo, l’industria osserva. I giocatori ascoltano. E le voci dei protagonisti di questa battaglia continuano a risuonare, più vive che mai