“Ricordi” è il primo episodio della nuova serie, “Picard”, marcata CBS e Amazon Prime, ambientata nell’Universo di Star Trek.
Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo in cui avevamo raccolto un paio di informazioni per godere al meglio dell’episodio e oggi parliamo di “Ricordi”.
Passata una settimana dalla messa in onda dell’episodio, credo di poter affermare che più o meno tutti gli interessati lo abbiano visto. Quindi sappiate che questo articolo sarà pieno di spoiler e spiegazioni delle citazioni disseminate durante l’arco dell’intera puntata.
Al solito vi consiglio di prepararvi una buona tazza di Earl Grey caldo e lanciamoci subito nella spiegazione!
Blue Skyies, una mano piena di donne e Marte in fiamme.
Una musica ci accoglie mentre diamo il via all’episodio della serie Picard, si tratta della canzone di Irving Berlin, interpretata varie volte da grandi cantanti quali Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Doris Day e Data. Vi ricordate che vi avevo consigliato di riguardare qualche film nello scorso articolo? Data, nel film “La Nemesi“, esegue una sua personale versione di Blue Skies durante il matrimonio tra William T. Reiker e Deanna Troi.
Questa era facile vero?
Passiamo allora alla partita di carte tra il Capitano Picard e Data. La serie dove abbiamo potuto conoscere bene la ciurma dell’Enterprise-D, “Star Trek: The Next Generation“, si chiudeva con una partita di poker.
Jean-Luc Picard diceva:
Teresina semplice, niente jolly e il cielo come limite.
Star Trek: The Next Generation, Stagione 7 Episodio 25 parte 2
Questo nuovo episodio si apre con una partita di poker a dimostrazione che il tempo, in un certo qual modo, non è passato! Anche la conversazione tra i due è un chiaro rimando ai vari episodi di “Star Trek: The Next Generation” durante i quali il poker è uno dei momenti di aggregazione tra gli ufficiali superiori.
Durante la scena il Picard rispolvera uno dei suoi caratteri distintivi, l’amore per il tea Earl Grey. Gli anni passano e al tea, che veniva bevuto, nero e amaro, vediamo l’aggiunta di latte e zucchero. Infine la mano di Data viene rivelata e vediamo ben cinque Donne di Cuori. E qual è il simbolo della Donna sulle carte da gioco francesi? Una Q. Vi dice nulla? Che il Q-elletivo farà la sua comparsa nella stagione? Ho un’altra ipotesi, ma è molto azzardata. Mezoti, una Norcadina assimilata come Drone da bambina, tiene in mano una regina di cuori durante un episodio di “Star Trek: Voyager“.
Dopo una “rivelazione” di tale sorta, vediamo Marte sotto attacco. Voglio ricordavi che su Marte erano presenti i cantieri navali della Federazione nella regione di Utopia Planitia. Solo durante l’episodio capiremo che siamo davanti ad un ricordo legato all’esplosione della supernova Romulana. Dopo questo colpo di scena troviamo l’anziano Jean-Luc che si sveglia dal sogno con un prontissimo Numero Uno, il cane di Jean-Luc, a fargli una coccola.
Qui siamo in presenza di due distinti rimandi. Il primo è il fatto che il sonno per Picard, da quando venne assorbito nella Collettività Borg a cavallo tra la fine della terza e l’inizio della quarta stagione, è sempre stato un momento complicato. I ricordi si mischiano all’interno del sonno e come abbiamo anche avuto modo di vedere in “Primo Contatto” sono molto importanti per il protagonista.
Veniamo al cane. Il cane è della razza pitbull che, se non mi sbaglio, è molto protettivo e al tempo stesso molto affettuoso. Sarà per questo che Jean-Luc lo ha chiamato con il nomignolo che usava per il suo primo ufficiale William T. Reiker?
Quando Picard si alza e apre la finestra, vediamo il vigneto della sua famiglia presso lo Château Picard a La Barre, in Francia. Suo fratello Robert viveva lì e se ne occupava ma, durante gli eventi di “Star Trek Generazioni“, Picard riceve un messaggio nel quale gli si comunica che Robert e suo figlio Rene sono morti in un incendio nella vigna. Sembra quindi che il vigneto sia stato ripristinato da allora.
Grande Boston e Dahj
Apriamo la seconda parte del pre-sigla nella città chiamata Grande Boston. In questa città futuristica si vede perfettamente un’enclave Ferengi (con tanto di Regole dell’Acquisizione sul cartello luminoso).
L’azione si sposta nell’appartamento di Dahj dove lei e il suo compagno stanno festeggiando la sua assunzione all’Istituto Daystrom. Qesto istituto è il più importante centro studi sulle intelligenze artificiali, computer e organismi sintetici. Abbiamo avuto modo di conoscere Richard Daystrom, il creatore del computer duotronico, nella serie Originale di Star Trek.
Dopo questa felice parentesi un qualche gruppo di operativi in nero attacca la ragazza e uccide il suo compagno. Quando inizia l’interrogatorio, la ragazza dichiara di essere di Seattle e qui sinceramente mi è venuto un po’ da ridere. Sembra che quando a qualcuno, nell’universo di Star Trek, debbano essere innestati dei ricordi fittizi sulle proprie origini, queste vengano sempre ricondotte a Seattle proprio come era successo con Ash Tyler nella serie “Star Trek: Discovery“.
Dopo la sopracitata scena, la ragazza si avvicina al corpo ormai inerme del suo compagno e, dal colore del sangue, tra il rosso e l’arancio, riusciamo a toglierci definitivamente il dubbio sulla sua razza di appartenenza. È uno Xahean che avevamo già avuto modo di conoscere durante “Star Trek: Discovery“.
Lasciamo al fanciulla in lacrime e godiamoci la sigla della serie.
Sigla della serie o sigla dell’episodio “Ricordi”?
La sigla è un vero e proprio ritorno alle origini ma, a differenze delle altre sigle delle serie di Star Trek, è densa di significati. Ci troviamo dinnanzi ad un frammento che si stacca da una superficie di vetro incrinata, e non è un caso che le prime note che sentiamo siano quelle suonate con un flauto ressicano da Picard nell’episodio “Una vita per ricordare” (Star Trek: The Next Generation S5E25).
Qui, personalmente, ho visto l’uomo Picard che lascia la Flotta Stellare perché non è più quella che doveva essere, e questo frammento di vetro vaga, prima sulla Terra dalle vigne Picard, per poi aggirarsi per la Galassia. Vediamo un cubo Borg, un neurone che si spezza in due filamenti di DNA, quello che sembra un occhio, chiaro riferimento a “Primo Contatto” e infine quest’occhio si trasforma nella supernova Romulana. Vediamo il pianeta di Romulus distrutto e che questi pezzi viaggiano per “ricostruire” Picard.
Che tutta la stagione sia inserita nella sigla? Sarebbe sicuramente un’opera magistrale, ma sui sentimenti che questa serie mi dona, attenderò l’ultimo episodio per fare un’esame completo di quanto ho visto.
Tenuta Picard e Intervista
Qui il citazionismo si spreca!
Iniziamo con un’analisi dei due domestici Laris e Zhaban; questi due personaggi sono due Romulani con cui Picard ha avuto modo di confrontarsi nel fumetto Star Trek: Picard – Countdown. I due sono due ex-membri del Tal Shiar il servizio segreto del fu Impero Stellare Romulano, e conobbero Picard durante una missione. L’amicizia che nacque tra i tre li ha portati a trovare rifugio a Chateaux Picard a seguito della supernova Romulana.
Mentre Picard si avvia a rilasciare un’importante intervista, mentre è davanti allo specchio, vediamo un cappello di tipo fedora che rimanda a Dixon Hill, personaggio che Jean-Luc interpretava sempre sul ponte ologrammi.
Passiamo all’intervista ora. Da quella che doveva essere un’intervista sulla supernova Romulana, questa invece vira sul dramma che ha portato Picard ad allontanarsi dalla Flotta Stellare, ovvero la distruzione di Utopia Planitia da parte dei sintetici.
Per chi fosse a secco di notizie a proposito di Utopia Planitia, questa era universalmente riconosciuta come il miglior cantiere navale in tutto il Quadrante. Dai suoi bacini di carenaggio sono state varate navi quali la USS Enterprise-D, la USS Defiant e la USS Voyager e per anni il Comandante Benjamin Sisko ha lavorato ai cantieri prima di diventare Comandante della stazione spaziale Deep Space Nine.
La distruzione dei cantieri di Utopia Planitia, e la conseguente morte di molte migliaia di persone, ha portato all’ennesima variazione di rotta nel pensiero della razza umana. Dopo la messa al bando dei potenziamenti genetici, di alcuni tipi di armi, ora la Federazione Unita dei Pianeti ha messo al bando le forme di vita sintetiche.
Ricordi dentro i sogni. Ricordi dentro un museo.
Prima del suo incontro con Dahj, Jean-Luc si lascia andare citando uno dei suoi autori preferiti Shakespeare. Era abitudine per la crew che lavorava a “Star Trek: The Next Generation“, di aprire una nuova pagina del volume contente tutte le opere del poeta ad ogni nuovo episodio in cui si vedeva la cabina del Capitano.
Durante il suo incontro con la ragazza troviamo altri due interessanti ricordi di Jean-Luc. Quando la fanciulla gli chiede se gli è mai capitato di non riconoscersi più, è un chiaro rimando all’essere stato qualcosa di più di un Drone Borg, ma anche quando, nell’episodio 25 della quinta stagione di “Star Trek: The Next Generation“, egli vive le ultime esperienze di un mondo ormai distrutto, anche questo da una supernova.
Dopo tali eventi assistiamo nuovamente ad un sogno vivido in cui Picard vede il comandante Data dipingere un quadro. Data era solito affrontare molti generi di arte, e il dipingere ebbe un ruolo fondamentale quando in un episodio prese coscienza della sub-routine, atta a sognare, che il suo creatore aveva programmato alla creazione.
Il tuffo nei ricordi tuttavia non è finito. Mentre Dahj sparisce così stranamente come è arrivata, Jean-Luc, colto da un dubbio, si dirige verso gli Archivi della Flotta dove appena entrati vediamo subito tre modellini di nave, tra cui la USS Enterprise-E. Gli altri due sono la USS Stargazer, primo comando effettivo di Jean-Luc Picard, e la lancia del capitano vista per la prima volta nel film “Insurrezione”. Potremmo dire che è un Runabout potenziato.
Oltre alle navi possiamo vedere: una Bat’leth e coltello Klingon, forse un ricordo dell’episodio “La via del Klingon”, il manoscritto di Shakespeare, di cui parlavamo precedentemente, e uno striscione che viene direttamente dalla seconda stagione. Lo striscione, disegnato dai bambini sulla USS Enterprise-D, nacque a seguito di una giornata particolare: “La Giornata del Capitano”. Questa ricorrenza serviva per aumentare il morale dei civili a bordo della nave e, per quanto Picard odiasse tale festeggiamento, quell’episodio è fondamentale per la crescita del personaggio.
Come ultima memorabilia del passato, Jean-Luc apre uno scomparto contenente un dipinto e sul dipinto possiamo vedere il volto di Dahj. Il titolo del quadro è “Figlia”.
Qui le cose si complicano un po’. Data, come parte della sua programmazione, ha sempre cercato di “procreare” e nell’episodio 16 della terza stagione Data crea un androide, una figlia. La sua progenie, che lui chiama Lal, parola indù che significa “amata”, va oltre la programmazione che Data pensava di darle, tanto da provare affetto ed emozioni, sentimenti troppo forti per la sua matrice positronica. Il finale dell’episodio è triste e malinconico, con la figlia di Data che va incontro a fallimenti catastrofici nella sua struttura cerebrale che culminano con la sua morte. Tuttavia, prima di perderla del tutto, Data riesce a trasferire i suoi ricordi e i suoi sentimenti nella sua struttura positronica.
Finale dell’episodio, ancora un paio di chicche
Mentre le cose si complicano, la narrazione si sposta nuovamente su Dahj che mette in mostra tutte le capacità di cui era anche in possesso suo “padre”. Ormai sappiamo che, in un modo o nell’altro, Data è una sorta di genitore per Dahj e quindi la vediamo compiere ricerche e calcoli nella stessa maniera tipica di Data. Interessante, sempre durante la “rivelazione” della sua natura, è il ricordo legato ad un fiore: un’orchidea. Chi ricorda l’episodio di cui parlavamo in precedenza, si ricorderà sicuramente la scena in cui Lal annusa quella che sembra essere, a tutti gli effetti, un’orchidea aliena.
Quello che avviene dopo questa scena, è un scontro simile a quello che Data ha coi Borg durante la sua lotta finale con Lore (il fratello malvagio di Data). A seguito della fine tragica della scena, che porta alla morte di Dahj per opera di forze speciali Romulane, Picard capisce di non poter più passare la sua vita ad attendere la fine e reagisce (era anche ora!).
Il suo primo atto è quello di recarsi all’Istituto Daystrom dove, parlando la con la Dottoressa Jurati (interpretata da Allison Pill, ricordate i Sex-Bo-Bomb di Scott Pilgrim?), viene fuori un nome che non sentivamo dalla seconda stagione di “Star Trek: The Next Generation“, Bruce Maddox.
Bruce Maddox è uno scienziato della Flotta Stellare che aveva da sempre studiato Data e la sua matrice positronica. L’episodio in cui si incontrano è “La misura di un uomo” (ST: TNG 2×09) che, secondo i fan, è il più bell’episodio di tutte le stagioni della serie. Le tematiche trattate erano entusiasmanti, una scontro giuridico sulla potestà di una macchina che si sente un umano. L’episodio è ricco di scene fortissime, come quella in cui William T. Reiker è costretto a interrompere il funzionamento dell’androide chiamandolo Pinocchio, come già aveva fatto nell’episodio pilota della serie. Scene da mettere i brividi.
Vediamo quindi, infine, uno smontato B-4, prima versione di Data, e la dottoressa Jurati che “confessa”.
Ma Maddox, quindi, è riuscito nel suo intento e ci ritroviamo al finale. La musica che ci accompagna all’interno di un Cubo Borg decommissinato, è la colonna sonora dell’episodio “Balance of Terror“, tradotto in italiano come “La Navicella Invisibile” (Star Trek: The Original Series S1E15). Qui troviamo la sorella gemella di Dahj e il martellante incedere di una musica che non preannuncia nulla di buono.
Conclusioni su “Ricordi”
Ho trovato questo primo episodio molto solido. Spesso ci illudiamo quando aspettiamo per anni il seguito a qualcosa. Molti si sono lamentati dicendo che Picard, non è Picard, che la materia trattata non è Star Trek e tanto altro. Io invece vedo in questo episodio tutto quello che 20 anni di guai hanno causato alla galassia. Le tematiche trattate sono forti: emigrazione forzata, ricollocamento, ricostruire un qualcosa di perduto, l’affrontare la senilità e la perdita della memoria storica. Tutti argomenti molto attuali e come sempre Star Trek ci aiuta a comprenderle meglio.
A proposito, avete bevuto il tea che vi avevo consigliato? Ecco un’ultimissima cosa, spero divertente. Il capitano ha smesso di bere Earl Grey nero come avete visto, ma sapete che per anni è stato uno dei punti fissi del personaggio, anche se a tutti gli effetti non è il suo tratto distintivo caratteriale? In totale Jean-Luc Picard ordina solo sette volte il tea durante gli episodi della serie “Star Trek: The Next Generation“. Il tea deve essere visto come una sorta di coperta di Linus. La usa in momenti di forte tensione per restare lucido.
Ora il dottore glielo avrà imposto decaffeinato, chissà che non ricominci a berlo più forte durante la serie!
Spero di non essermi perso nei ricordi e non aver tralasciato nessun easter egg. Nel caso avvertitemi! Ve ne sarei molto grato!