Pistolerǝ, prontǝ a seguire l’uomo in nero che fuggì nel deserto? Se sì, allora il gioco di ruolo We Deal in Lead fa al caso vostro!
Si può tranquillamente affermare che La Torre Nera, la serie di romanzi di Stephen King, sia conosciuta praticamente da tuttǝ. Ecco, la carica dirompente dell’immaginario western della storia, il minuzioso worldbuilding fino giungere alla manipolazione delle fondamenta del Tempo e dello Spazio stessi, hanno lasciato un marchio indelebile su chi ha letto le innumerevoli pagine – oltre 4.250 – che compongono questa saga.
A questo punto vi starete chiedendo cosa c’entri La Torre Nera con un gioco di ruolo western postapocalittico, continuate con la lettura e lo scoprirete.
Vai con l’intro!
Io non miro con la mano. Colui che mira con la mano ha dimenticato il volto di suo padre.
La Torre Nera (1982-2004), Stephen King
Io miro con l’occhio.
Io non sparo con la mano. Colui che spara con la mano ha dimenticato il volto di suo padre.
Io sparo con la mente.
Io non uccido con la pistola. Colui che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di suo padre.
Io uccido con il cuore.
We Deal in Lead: A Weird West Wanders Game è un gioco di ruolo ideato da Colin Le Sueur. By Odin’s Beard (potete trovarlo qui su itch.io), com’è anche conosciuto il creatore, ha cercato di cogliere gli aspetti più magici e pulp della saga de La Torre Nera.
Stephen King, David Gemmell e altri autori
Stephen King e David Gemmell (1948-2006), sono forse i due nomi da cui più attingere per parlare di We Deal in Lead, ma ce ne sono molti altri. Sarò costretto però, per spazi e tempi, a citarne solo alcuni e anche brevemente, ahimè!
La serie de La Torre Nera viene, a buon diritto, considerata l’opus magnum di King. È composta da otto romanzi, inoltre molte altre opere del Re, sono connesse alla saga, dato che presentano concetti e introducono personaggi strettamente collegati alla storia.
King si è ispirato ai poemi Childe Roland alla Torre Nera giunse di Robert Browning e The Waste Land di T. S. Eliot, oltre che a Il Signore degli Anelli (J. R. R. Tolkien, 1955) e al film Il buono, il brutto, il cattivo (Sergio Leone, 1966).
La cronaca segue Roland Deschain, Roland di Gilead, ultimo membro vivente dell’ordine dei cavalieri conosciuti come Pistoleri e ultimo discendente di Arthur Eld, il Re Artù della sua realtà. Il suo mondo – il Medio-Mondo – è simile ma profondamente diverso dal nostro. Ricorda il vecchio West Americano, però feudale. È un mondo che è “andato avanti”, ha subito trasformazioni e sconvolgimenti. Infatti, per tutto il Medio-Mondo, persistono tracce di magia e reliquie di una società avanzata tecnologicamente, ormai scomparsa. La scopo di Roland è quello di raggiungere la Torre Nera, una costruzione leggendaria che si dice essere il punto di snodo dell’Universo, il “perno” di tutti i mondi.
Le storie del Pistolero e della Torre Nera hanno vissuto nella mia testa da quando ho letto i romanzi per la prima volta al liceo. Un mondo distrutto, l’ultimo pistolero nella sua ricerca per trovare il significato dell’esistenza, la sua banda eterogenea di compagni pistoleri. Là rimanevano, rinchiusi, ogni tanto ribollendo in superficie.
Colin Le Sueur
Più o meno nello stesso periodo un altro autore si stava dedicando al “suo” pistolero. David A. Gemmell, considerato tra i più autorevoli scrittori di fantasy britannici, nel Ciclo delle Sipstrassi, dedica ben tre libri a Jon Shannow. Si stratta di un pistolero che si aggira in un mondo, il nostro mondo, devastato dalla Caduta. In seguito a questo annientamento quasi totale, la maggior parte delle conoscenze sono sprofondate nell’oblio. Tuttavia è possibile rinvenire reperti antecedenti al cataclisma.
Jon Shannow è spinto dalla volontà di fare luce sull’antica fede. Desidera comprendere il Libro, la Bibbia, vuole trovare Gerusalemme. Nel profondo del cuore del solitario pistolero la Città Santa rappresenta la Terra Promessa, un’utopia dell’anima dove rinvenire le risposte in grado di placare la sua tormentata coscienza. Per questo viene soprannominato l’Uomo di Gerusalemme. Ma la fama che lo precede non è quella di un uomo di fede. Il suo cammino è costellato da dolore e morte.
Jon Shannow: Qual è il tuo nome?
Jon Shannow, Ciclo delle Sipstrassi (1990-1997), David A. Gemmell
Bandito: Perché?
Jon Shannow: Così potrò inciderlo sulla tua tomba…
Per quanto riguarda altre fonti di ispirazione è impossibile non citare Robert Erwin Howard (1906-1936). Il papà di Conan e Solomon Kane ha infatti scritto più di una cinquantina di western propriamente detti, più un manipolo di weird-western.
Ricordiamo anche il grande Valerio Evangelisti (1952-2022) con il Ciclo di Pantera con l’omonimo misterioso pistolero-stregone messicano.
Tra i fumetti troviamo Magico Vento sceneggiato dall’ottimo Gianfranco Manfredi e edito da Sergio Bonelli Editore. Anche Trigun, il manga scritto e disegnato Yasuhiro Nightow, è una magnifica fonte di spunti.
Per quanto riguarda i videogiochi come non citare la trilogia di Red Dead Redemption? Esiste, addirittura, un DLC – Terrore dall’Oltretomba – dove ci troveremo ad affrontare orde di zombie!
Un altro videogioco interessante – lo consiglio vivamente – Weird West sviluppato da WolfEye Studios.
E solo per elencarne alcuni…
We Deal in Lead: ambientazione
Sebbene l’ambientazione non sia presente nel manuale, possiamo farci un’idea dagli spunti sparsi tra le pagine.
Il mondo non è morto, quanto piuttosto è andato avanti. I paesaggi sembrano perdersi all’infinito, costellati da sporadici insediamenti e rovine di epoche passate. Strani macchinari continuano a funzionare incessantemente, forse per mantenere il cielo e la terra in movimento. La vecchia tecnologia, in gran parte evolutasi rispetto agli standard di allora e di oggi, arrugginisce abbandonata dove si trova.
Le vaste distese sono infestate da strane creature, pronte ad aggredire i viaggiatori incauti. La magia si insinua sottilmente, facendo presa sulla mente di studiosi, curiosi, ambiziosi e sciocchi. La sua conoscenza forse è perduta in questo mondo, ma non negli altri.
Sì, si potrà usare la magia, ma attenzione agli effetti nefasti!
Si vedono figure aggirarsi per questo mondo, a volte sole, a volte in compagnia di bestie fedeli, o riunite in Ordini. Tutte brandiscono armi da fuoco, artefatti mortali usati per uccidere. Uccidere banditi, ladri, imbroglioni, assassini, apostati del loro ordine. Uccisi per riportare ordine nella società e garantire a coloro che vivono questi tempi, la libertà dai soprusi.
Così come sono arrivati al tramonto, così se ne vanno verso il sol levante. Forse partiti come scorta di una carovana, forse hanno cavalcato verso l’insediamento successivo, o hanno semplicemente trovato la soglia che stavano cercando, guidati dalle loro armi, e l’hanno attraversata verso un altro mondo…
Come si gioca a We Deal in Lead
We Deal in Lead è un gioco di ruolo OSR (Old School Renaissance) dove la morte è sempre una possibilità, caratterizzato dall’assenza di classi, dal libero arbitrio, dal lavoro di squadra, dall’esplorazione – quasi un hexcrawl – dal dialogo, dalla cautela e così via…
Si inserisce, a buon diritto, nella scia di titoli quali Knave, Into the Odd e Cairn. Da quest’ultimo, il nostro barbuto autore, aveva già sviluppato un altro titolo Runecairn, ispiratore a sua volta per il volume che stringete tra le mani.
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Coloro che prenderanno parte a questo gioco – che è possibile giocare anche da soli – vestiranno i panni di cavalieri erranti, campioni di una civiltà perduta. Ognunǝ stringe tra le mani un’arma da fuoco che gli conferisce una leggendaria reputazione. Il gioco vanta infatti alcune regole nella generazione del design e delle qualità dell’arma proprio perché questa ricoprirà una certa importanza nelle storie. Nel suo cuore, infine, sono impressi i dettami dell’Ordine a cui appartiene.
Nel gioco ogni Pistolero possiede tre abilità, generate da 3d6: Forza, Destrezza e Cuore. Mentre per le prime due l’utilizzo è intuitivo, il Cuore entra in gioco nelle interazioni sociali, nella magia e nei duelli. Inoltre il Pistolero è contraddistinto dalla Grinta – definita da 2d6 – cioè la capacità di resistere ad ogni avversità e continuare ad andare avanti.
Per le sfide bisogna, lanciando un d20, rimanere sotto o eguagliare il valore dell’abilità di riferimento. Per altre particolari azioni, invece, si devono tirare 2d6 e controllare gli effetti sulla tabella corrispondente.
Tutto è ridotto all’essenziale, sebbene siano molte le tabelle in supporto alla costruzione dei personaggi, del mondo e della storia, proprio per dare priorità al gioco effettivo.
Aspetto grafico ed extra
We Deal in Lead si presenta bene: ogni capitolo è contraddistinto da un bordo pagina spesso e di colore diverso in base all’argomento trattato, questo rende la ricerca un po’ più agevole. Le regole sono spiegate molto chiaramente e, sorprendentemente per un libro di sole 96 pagine, sono supportate da diversi esempi.
Gli illustratori Goran Gligovíc (copertina), Kim Diaz Holm, lo stesso Colin Le Sueur e altri, hanno svolto un lavoro apprezzabile. Per un prodotto indie la qualità delle immagini è molto evocativa.
Il progetto di We Deal in Lead è stato finanziato tramite il crowdfunding della piattaforma itch.io, più flessibile e senza limiti di tempo. Tra gli stretch goal raggiunti c’è stato pure quello legato alle musiche (Of Sleeping Bears), del resto, cos’è un western senza una colonna sonora travolgente e suggestiva?
Se siete interessati nella pagina del negozio di By Odin’s Beard, è possibile addirittura acquistare la musicassetta!
Conclusioni
Parto con l’unico problema che ho riscontrato: la sua ampiezza, non solo degli spazi, e il senso dell’ineffabile e di ciò che c’è oltre. Il gioco lascia molto da riempire e sviluppare al Guardiano (GM), soprattutto se vuole strutturare le giocate in una campagna, e questo per alcuni potrebbe essere un problema.
We Deal in Lead: A Weird West Wanders Game presenta sicuramente un qualcosa di nuovo su un genere non molto presente tra i giochi di ruolo, giusto Deadlands e Werewolf: The Wild West, per citare i più famosi!
Sicuramente lo proverò in qualche convention di giochi, con la speranza di trovare appassionatǝ de La Torre Nera!