Microsoft quest’anno ha avuto un’occasione unica sul palco dell’E3. Con la grande e importante assenza di Sony, ha avuto essenzialmente l’esclusività della presentazione dei nuovi titoli. Questo vantaggio ha portato ad uno show incredibilmente bello da guardare, ricco di sorprese e momenti memorabili, ma cosa ci rimane alla fine?
60 giochi mostrati
Tra indie, titoli di third e first party, Microsoft ha mostrato in due ore oltre sessanta titoli. Bene, nonostante sia apprezzabilissimo l’intento di voler dar spazio al mercato indie, mostrare un flash di qualche secondo non è mostrare il gioco. Dobbiamo smetterla di accettare questo fumo negli occhi (perché di questo si tratta) e concentrarci sugli aspetti importanti della conferenza.
Microsoft presenta solo trailer
Le dolenti notizie iniziano subito per l’aspetto first party: Microsoft presenta soltanto trailer. Nonostante la maggior parte dei titoli, tutti AAA di una certa dimensione, debbano uscire tra la fine di quest’anno e il 2020, non viene mostrato nulla di concreto. Sappiamo soltanto che l’aspetto visivo sarà mozzafiato ma, purtroppo, abbiamo tutti imparato che non si giudichi un abito dalla copertina.
Halo rimane solo un nome
Particolarmente deludente si rivela la presentazione di Halo Infinite, che mostra solo un filmato di gioco e null’altro. A poco valgono le rivelazioni fan service, non è facendo vedere la probabile installazione 04 che si convincerà i fan a comprare il titolo. Halo ha una tradizione di leader del settore sparatutto, avendo innovato il genere più di una volta. Questa mancanza di informazioni può nascondere grandi sorprese sia in positivo che in negativo, specialmente dopo Halo 4 e Halo 5 Guardians.
L’importante assenza di Fable
Nonostante i fan chiedano a gran voce il ritorno di Fable, Microsoft anche quest’anno ha deciso di non ascoltarli. A questo punto non si comprende se la casa americana voglia tenersi qualcosa per le prossime fiere o, semplicemente, non abbia nulla in sviluppo per questa serie. Si tratta senza dubbio di un peccato, perché Fable si inserisce in un genere che non ha particolari titoli in questo momento. Ci auguriamo che Microsoft riesca a comprendere i punti di forza di questa saga e ne faccia un reboot o un seguito.
Project Scarlett è l’equivalente di uno spettro
Arriviamo dunque alla presentazione più deludente di Microsoft: Project Scarlett. La nuova console viene descritta in maniera fumosa, con dettagli volti solo a stupire il consumatore. Diciamolo onestamente: ogni console ha un processore creato appositamente con la collaborazione delle major del settore, non c’era da ripeterlo. Andando oltre le parole del buon Phil Spencer, cosa sappiamo su Scarlett? Sappiamo che monterà un super mega ssd, che dovrebbe accelerare se non eliminare i caricamenti. E poi?
Cosa accadrà una volta che gli ascensori raggiungeranno più velocemente il piano più alto/basso? La carenza di gameplay di alcuni titoli sarà davvero risolta da caricamenti più celeri? Mi è sembrata più la rivelazione di una Xbox One XX piuttosto che di una nuova generazione. Sicuramente, almeno sul fronte Microsoft/Sony, non c’è aria di reale cambiamento.
Per Microsoft lo streaming è davvero il futuro
Il fatto che Microsoft, Google, Netflix e Bethesda si stiano spingendo verso lo streaming del contenuto videoludico ci mostra come i tempi ormai siano maturi per iniziare la rivoluzione. Già Nintendo, con la Switch, aveva mostrato come i giocatori volessero avere la possibilità di accedere ai propri titoli ovunque. Lo Streaming è solo la naturale conseguenza. Invece di portarti dietro la console, ti porti dietro un account.