A pochi giorni dall’uscita dell’ultimo videogioco Paradox, ecco le nostre prime impressioni su Imperator: Rome.
Questa non sarà proprio una recensione perché un gioco lungo come questo non potrebbe essere recensito a due giorni dall’uscita.
Come gli altri grand strategy games prodotti dalla Paradox, Imperator: Rome è un gioco la cui singola partita può richiedere decine di ore per essere finita. Pertanto, con una sola partita non vedreste nemmeno tutto il gioco. Quindi non aspettatevi una recensione che ne svisceri le meccaniche quanto piuttosto una serie di prime impressioni a caldo.
Comunque, finalmente la Paradox ha fatto uscire un gioco di strategia ambientato nell’epoca classica. Era una cosa attesa da molti fan e ora possiamo, importando i dati, fare la nostra mega partita dal II secolo a. C. fino alla Seconda Guerra Mondiale. Non vedo l’ora che su YouTube si inizino a postare i video di mega-campagne a tema importando i salvataggi dai vari giochi. Per coprire tutta la storia umana, alla Paradox manca solo un gioco che vada dall’età paleolitica fino a quella del bronzo.
Precisazione preliminare: al momento non ho provato il multiplayer, ma da questo titolo sarà obbligatorio avere un account Paradox per poter giocare.
Come si presenta Imperator: Rome?
Imperator: Rome ha la familiare interfaccia di tutti i titoli precedenti, quindi gli aficionados della serie potranno buttarsi a pesce nel gioco senza perdere troppo tempo in tutorial.
A inizio partita potrete scegliere uno tra gli oltre quattrocento Stati che popolano un’area che va dalla Britannia fino all’India. Il vostro compito sarà deciderne le sorti barcamenandovi tra economia, sviluppo, guerra e diplomazia.
A differenza di altri giochi strategici, come quelli in tempo reale (Age Of Empire per esempio) la Paradox preferisce ambientare i suoi giochi nella storia reale, quindi preparatevi ad un gioco asimmetrico. Pertanto, giocare come l’Impero Seleucide sarà ben diverso (e più facile) che giocare come la città-stato di Ankona. Ma volete mettere il gusto di rendere la propria casa la capitale di un impero come mai si sia visto sulla Terra?
Come avete capito non tutti gli Stati tra cui scegliere sono uguali, e alcuni sono più approfonditi di altri. Roma o l’Egitto tolemaico avranno tradizioni militari, eventi dedicati e capacità specifiche più dettagliate rispetto alla sperduta tribù celtica in Gallia. Ma sarà in ogni caso possibile sperimentare la diversità del gioco tra una regione geografica e l’altra.
Guerra, tempo e diplomazia: gestione degli Stati
Il passare degli anni decreterà il fine partita quando raggiungerete la data specifica, e nel corso del tempo la vostra nazione si espanderà, rischierà guerre civili o collassi economici e forgerà alleanze e complotti contro gli altri stati. La guerra, per quanto importante, non è l’unico modo per assicurare prestigio e potenza alla vostra nazione. Infatti, diplomazia, sviluppo ed economia sono altrettanto importanti ai fini di conteggiare chi sarà il vincitore.
Per certi versi, il gioco combina la diplomazia tra nazioni di Europa Universalis IV (l’interfaccia diplomatica è praticamente la stessa) e la gestione dei personaggi sul fronte interno della Nazione di Crusader Kings II. Ovviamente, il gioco non ha ancora avuto la decina di patch che hanno avuto gli altri due titoli, e quindi può sembrare un po’ grezzo, proprio come lo era Stellaris al day one.
A differenza dei videogiochi strategici in tempo reale e di quelli a turni, qui il tempo scorre (e si pausa) a una velocità modulabile permettendovi di fare le vostre scelte con calma.
Sempre a differenza di queste altre due tipologie di videogioco, c’è meno attenzione alla singola battaglia e alla sua applicazione tattica, o alla creazione dell’esercito. Tuttavia, la guerra va trattata come facente parte dell’insieme organico delle attività che uno Stato può svolgere. Ad ogni modo, il giocatore avrà comunque modo di divertirsi con la composizione del proprio esercito, la scelta delle unità militari e l’assegnazione dei comandanti.
Alcune considerazioni su una prima partita con Roma
Io ho iniziato in maniera molto classica: Roma.
Ed è una partita molto storicamente fedele. In una prima fase abbiamo rapporti importanti con in foederati, poi quando si è sufficientemente grandi si iniziano le guerre di conquista contro tutte le tribù circostanti. A parte una mia sconfitta epocale per mano della Sardegna peggio della Battaglia di Canne.
Con Roma non sono riuscito a sperimentare molto il fattore diplomatico. Infatti, l’espansionismo e la distanza da civiltà rivali sufficientemente evolute non permettono giochi diplomatici, ma scegliendo uno stato del vicino Oriente le cose saranno certamente diverse.
Anche la forma di governo della nazione cambia il modo di giocare. Roma è, per ora, una repubblica e dovrete gestire cariche, famiglie aristocratiche e fazioni senatorie per evitare la tirannia, la guerra civile o la vittoria del partito populista (che è l’unico a dare solo svantaggi in gioco). Giocando con una monarchia ellenistica o una tribù barbarica il fronte interno da gestire sarà diverso e più del Senato dovrete temere parenti rivali o pretendenti al trono!
Alcune considerazioni tecniche su Imperator: Rome
Al momento, nella mia partita non ho riscontrato problemi tecnici col gioco, nonostante altri utenti abbiano affermato che Imperator: Rome laggasse, crashasse e procedesse a scatti.
Bisogna ammettere che i giochi della Paradox sono spesso belli pesanti per i nostri processori. Io, ad esempio, ho giocato a Europa Universalis IV e a Stellaris per anni su un vecchio portatile che li reggeva a malapena. Quindi, la differenza tra un processore di ultima o penultima generazione si sentiva, poiché questi sono giochi che devono processare moli enormi di dati.
Per ora, l’unico bug che ho riscontrato è il fatto che i Sardi fossero invincibili. Ma, per il resto, il mio computer (costruito appositamente per il gaming e per giochi di questo genere) pare reggere molto bene Imperator: Rome.
Il futuro di Imperator: Rome: un gioco che cambierà molto grazie alle patch
Come tutti i giochi della Paradox, anche Imperator: Rome subirà molte modifiche nei prossimi anni mano a mano che patch ed espansioni modificheranno sensibilmente le meccaniche di gioco. Basti infatti vedere quanto è cambiato Stellaris dal day one ad oggi, o quanto l’ultima patch fanmade abbia invogliato i fan a rigiocare Dragon Age: Origins.
La cosa positiva è che questi cambiamenti sono sempre fatti ascoltando i fan.
Cosa sono e come funzionano le patch dei giochi Paradox?
Va infatti specificato che le meccaniche di gioco cambieranno nel tempo non grazie ai DLC a pagamento, ma attraverso patch gratuite, che saranno messe a disposizione per tutti i giocatori. Di conseguenza, in questo caso non siamo di fronte alla solita formula del gioco incompleto che verrà completato solo pagando ulteriori contenuti aggiuntivi.
Le patch escono sempre in contemporanea all’uscita dei DLC e offrono correzioni e cambiamenti delle meccaniche di base, laddove il DLC offre soluzioni di gioco aggiuntive. Tuttavia, la patch non ha bisogno del DLC per funzionare.
Le patch continueranno ad uscire per molto tempo: Crusader Kings II, del 2012, continua a ricevere patch, ad esempio. Anche per questo motivo, i videogiochi Paradox sono estremamente longevi: giocare al primo Stellaris e a quello odierno è come giocare due videogiochi diversi. Se avete preso Stellaris al day one e avete continuato a giocarlo per i successivi due o tre anni, saprete che ora ha un aspetto e delle meccaniche del tutto diversi.
Per quel che mi riguarda, lamentarsi della piattezza di Imperator: Rome al day one paragonandolo ad Europa Universalis IV comprensivo di tutte le patch e i DLC dimostra che non si è sperimentato quest’ultimo titolo quando ancora era “incompleto”.
D’altronde, la tendenza di rilasciare giochi non sviluppati al 100% è globale e l’abbiamo vista in atto per anni, compreso Kingdom Hearts 3 (che abbiamo recensito qui!). Si tratta di una strategia antipatica, ma efficace per fidelizzare l’utente e contrastare la pirateria. Tenendo conto che la Paradox propone modifiche e aggiustamenti gratuitamente, direi che non sia infame come altre software house.
Per tenersi in contatto con gli sviluppatori di Imperator: Rome e far sapere loro i cambiamenti che vorreste vedere nel gioco, vi consiglio il forum Paradox Plaza.
Tiriamo le fila dopo la prima partita
Imperator: Rome è un gioco che promette bene, e che va a coprire una nicchia storica da lungo tempo lasciata scoperta dai giochi di settore. Non si discosta affatto dagli altri titoli Paradox, puntando sulla continuità tematica.
Personalmente, apprezzo che il gioco offra una visione storica ben curata e interessante e spero di vedere di più con le prossime partite. Al momento, mi sto preparando ad iniziarne una con le tribù irlandesi, per vedere le peculiarità di questo gruppo culturale e le meccaniche degli stati tribali. (Qui e qui informazioni sulla nostra campagna irlandese per Pathfinder!) Inoltre, deve essere bello poter colonizzare un’isola in cui non ci sono i Sardi invincibili. Sono anche molto curioso di provare l’Egitto tolemaico e l’India dei Maurya.
Probabilmente, col tempo si approfondirà la meccanica del commercio e delle infrastrutture. Di certo, faranno uscire molti pacchetti (da comprare, però!) per distinguere i vari eserciti dell’antichità, così come era successo con Crusader Kings II ed Europa Universalis IV.
Insomma, per quel che mi riguarda, potrete finalmente rimettere sullo scaffale Rome Total War!
Per i delusi dalla versione iniziale del gioco ho due parole da spendere: si sapeva come sarebbe stato Imperator: Rome. Dalla Paradox hanno fatto settimane di streaming e di developing diaries, che hanno mostrato molto fedelmente il gioco dal suo sviluppo fino all’uscita. Se vi foste tenuti informati, avreste saputo benissimo come sarebbe stato Imperator: Rome al day one. Di conseguenza, avreste potuto tranquillamente decidere di attendere le prossime patch, così da giocare ad una versione a voi più congeniale.