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Hänsel e Gretel: da mamma, a matrigna, a strega

Da dove nasce la figura della matrigna in Hänsel e Gretel? Cosa c’entra la fiaba con le carestie in Germania? Perché questa fiaba racconta un rito di iniziazione? Lo scopriamo nel nuovo episodio di Narrabilia!

Vi sorprenderò. Le storie sono sempre state la mia passione. Eh lo so, chi avrebbe mai potuto sospettare che questo mio impulso di aprirle a metà per guardarci dentro abbia avuto origine già nella mia infanzia.
E, nonostante ne abbia macinate un bel po’, non mi sono ancora annoiata delle fiabe. C’è chi a un certo punto passa oltre, io no.
Perché la fiaba non si limita a essere squisitamente dark (checché la Disney voglia darci a bere).
Parla di noi.
Come molte forme di narrazione, è uno specchio sull’umanità e sul suo passato. E, in quanto tale, spiega anche molto, molto, molto del presente. Quindi, per questa Festa della Mamma 2022, perché non raccontare una bella fiaba?

Oggi quindi parliamo di Hänsel e Gretel, una storia di maternità e cannibalismo. Questo articolo fa sempre parte della rubrica Narrabilia, in cui svisceriamo le storie per capirne meglio le origini e le tematiche.
Ecco le puntate precedenti:
I Fratelli Grimm: l’inizio di tutte le storie;
Orfeo ed Euridice: una storia d’amore e d’oltretomba.
Frankenstein di Mary Shelley: quando il mostro lo crea la società.
Gli zombie di Romero: non il solito articolo pasquale.

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Le matrigne cattive sono un classico delle fiabe
Le matrigne cattive sono un classico delle fiabe

Ma nelle fiabe, la madre ‘ndò sta?

Chi di voi ha abitato i primi anni 2000 si ricorderà come, a un certo punto, internet fosse un continuo rigurgitare di video e articoli titolati, più o meno, “Oh, ma ‘ndò stanno le mamme dei personaggi Disney?”.
Beh, stanno grossomodo nello stesso posto dove si trovano le mamme delle fiabe: nella tomba.
E in effetti abbiamo deciso solo di recente che possiamo fare a meno di ammazzare i genitori dei protagonisti delle storie per l’infanzia. Ma questo argomento meriterebbe un approfondimento a sé, quindi ce lo teniamo per una prossima volta.

Avrete però certamente notato questa tendenza delle mamme delle fiabe a morire e farsi sostituire da una matrigna cattiva. Ed è proprio la matrigna cattiva, visto che i papà delle fiabe sono poco più che piante grasse (o muoiono a loro volta), a essere spesso la causa delle disgrazie dei fanciulli protagonisti.
Il tasto del sessismo lo schiacciamo tra poco, per ora concentriamoci su un altro fattore.

Come vi dicevo, la fiaba parla di noi. E non di un aspetto qualunque della nostra vita, ma del passaggio dall’infanzia all’età adulta. Quella cosa poco conflittuale che chiamiamo adolescenza.
E la morte della “mamma buona” e la sua sostituzione con una “mamma cattiva” rappresenta proprio il cambiamento del rapporto con la figura materna, che crescendo si fa più complicato. Quindi, ndò sta la mamma? Sempre lì, ma cambiano gli occhi con cui la guardiamo.

A questo aspetto, sdoganatissimo tanto nelle fiabe nate dalla tradizione orale quanto in quelle create a tavolino in epoche successive, Hänsel e Gretel aggiunge qualcosa in più. Qualcosa di più oscuro e che ha molto a che fare con ciò che la società pensava delle donne – o, più precisamente, delle madri – tra il XVIII e il XIX secolo. Ma ci arriviamo.

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Hänsel e Gretel nella casa della strega. Illustrazione di Paul Meyerheim
Hänsel e Gretel nella casa della strega. Illustrazione di Paul Meyerheim

Qual è la trama di Hänsel e Gretel?

Diamo intanto una ripassatina alla fiaba, per chi non la ricordasse bene.

La matrigna cattiva, il padre Pianta Grassa e l’abbandono

Hänsel e Gretel sono i figli di un povero taglialegna, ovviamente rimasto vedovo.
La nuova moglie, stronza come da copione, lo convince a disfarsi dei bambini perché non c’è abbastanza cibo per tutti. Far morire i piccoli rapidamente, divorati dagli animali selvatici, è sicuramente meglio che vederli appassire lentamente per la fame.
La pianta grassa trova la richiesta ragionevole e quindi li conduce nel bosco per abbandonarli, non sapendo però che i due hanno origliato la conversazione.

Hanno quindi precedentemente raccolto dei sassolini bianchi con cui segnare la strada. In questo modo riescono a tornare a casa. Pianta Grassa quindi, incalzato dalla moglie, li abbandona di nuovo.
Stavolta però Hänsel e Gretel non hanno raccolto i sassolini e devono usare le briciole di pane, che vengono mangiate dagli uccelli.
Smarriti, i bambini vagano per il bosco fino a trovare una radura che ospita qualcosa di meraviglioso: una casa di marzapane, che subito iniziano a mangiare.

La strega cannibale

Ma la casetta appartiene in realtà a una strega cannibale che, attirati i bambini in casa, li imprigiona. Quindi sfrutta Gretel per i lavori domestici e mette Hänsel all’ingrasso.
Fortunatamente però la strega, oltre che cannibale, è anche quasi cieca. Per questo tasta il dito del bimbo per verificare se sia ingrassato, senza accorgersi che questo le porge in realtà un osso di pollo.
Il che poi non serve a nulla, perché a una certa la megera si stufa e decide di mangiarlo lo stesso.

Ordina quindi a Gretel di accendere il forno e poi di infilarci la testa per verificare se è abbastanza caldo. La bimba, capendo che la strega punta a buttarci dentro anche lei, fa la finta tonta finché questa non decide di mostrarle come fare. Così è la strega a venire arrostita viva.
Hänsel e Gretel si impossessano del tesoro nascosto nella casa di marzapane e ritornano a casa, aiutati da un’anatra.
Qui Pianta Grassa è rimasto nuovamente solo, perché anche la moglie numero due è morta. I tre si ricongiungono felici, chissenefrega se l’uomo è stato complice di tentato infanticidio, e conducono una vita agiata grazie all’oro della strega.

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L'Orco nella fiaba di Pollicino. Illustrazione di Paul Gustave Louis Christophe Doré
L’Orco nella fiaba di Pollicino. Illustrazione di Paul Gustave Louis Christophe Doré

Hänsel e Gretel dei Fratelli Grimm e Pollicino di Perrault: similitudini e differenze

Questa è, più o meno, la storia come ce la raccontano i Fratelli Grimm nel loro Fiabe del Focolare, messo insieme tra il 1812 e il 1822. Ma, se vi ricordate ciò di cui abbiamo parlato lo scorso gennaio, le storie dei Grimm non sono mero frutto del folclore germanico.
E se è vero che l’immagine della strega come vecchia megera che vive in luoghi isolati come i boschi non se la sono inventata loro, è altrettanto vero che sia la loro versione della fiaba ad aumentarne il numero di apparizioni.

Nonostante ciò che i Fratelli Grimm dicevano del loro lavoro, molte delle storie che hanno riportato sono una versione rivista di fiabe francesi, già raccolte e ripulite da Charles Perrault col suo I racconti di Mamma Oca, pubblicato a Parigi nel 1697. E quale celebre personaggio appare nel libro di Perrault? Pollicino.

Ora, esiste una storia intitolata Pollicino anche nelle Fiabe del Focolare dei Grimm, ma è del tutto diversa e non deve confonderci le idee. Anche perché la versione dei Grimm del Pollicino di Perrault è, appunto, Hänsel e Gretel. Infatti, se mi permettete di riprendere le parole che ho usato lo scorso gennaio:

1) il capofamiglia è un povero taglialegna;
2) non hanno cibo per sfamarsi;
3) i genitori abbandonano i bambini nel bosco;
4) uno dei figli riesce a ritrovare la via di casa la prima volta seminando sassolini;
5) la seconda volta, gli uccelli gli mangiano le briciole e si smarriscono del tutto;
6) i bambini vengono “catturati” da una creatura antropofaga.

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La strega controlla il dito di Hänsel. Illustrazione di Arthur Rackham
La strega controlla il dito di Hänsel. Illustrazione di Arthur Rackham

Perché l’orco di Pollicino è sostituito da una strega in Hänsel e Gretel?

Ma perché allora, se Pollicino e i suoi fratelli vengono quasi divorati da un orco, Hänsel e Gretel devono sfuggire alle grinfie di una strega? La risposta è di natura storica. E, come accennato al principio, ha a che fare con sessismo e maternità.

Le carestie in Germania e la pratica di abbandonare i bambini

Come ci racconta anche la Dott.ssa Emily Zarka, tra il XVIII secolo e il XIX secolo in Germania non si stava granché bene. Il paese fu infatti soggetto a periodi di carestia, a tal punto che si stima una diminuzione della popolazione del 40% tra il 1708 e il 1711. L’ultima carestia fu tra il 1771 e il 1772, nemmeno 15 anni prima della nascita dei Fratelli Grimm.
I due hanno quindi avuto a che fare con gli strascichi di questi eventi e hanno potuto ascoltare testimonianze dirette da chi li ha vissuti.
E se ancora oggi i periodi di forte crisi non tirano fuori il meglio dell’umanità, non lo facevano certamente nel XVIII secolo.

Pare infatti che non fosse raro durante la carestia abbandonare i bambini, oppure perfino ucciderli. Simili gesti venivano giustificati come unica possibilità di garantire la sopravvivenza del resto della famiglia.
Ma non per questo potevano essere tollerati dalla legge. Il che non significa che la legge del tempo fosse particolarmente illuminata.

Solo le madri potevano essere processate per infanticidio

A partire dalla seconda metà del XVIII, in Germania diviene illegale per le donne non dichiarare le gravidanze. Allo stesso modo, era obbligatorio per il resto della popolazione segnalare ogni sospetta gravidanza.
Inoltre, sebbene sia i padri sia le madri potessero essere accusati di infanticidio, solo le madri venivano incriminate formalmente e quindi processate.
Se a questo aggiungiamo che nel folclore tedesco ed europeo non mancano gli spauracchi divora-bambini, così come non mancarono i roghi per stregoneria in Germania tra il XV e il XVIII secolo, ci facciamo un’idea di come l’orco di Pollicino sia divenuto strega.

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La matrigna in Hänsel e Gretel è sempre rappresentata corrucciata. Autore ignoto.
La matrigna in Hänsel e Gretel è sempre rappresentata corrucciata. Autore ignoto.

Un rito di iniziazione e la figura della madre-mostro

Hänsel e Gretel è, come molte altre, una fiaba che ci racconta di un rito di iniziazione. I due fanciulli superano ogni prova, ritornando a casa con un tesoro. Passano da bocche da sfamare a coloro che provvedono ai bisogni della famiglia.
Ma la loro storia ci racconta anche qualcos’altro: di come il filtro della carestia abbia trasformato nell’immaginario collettivo della Germania dell’epoca le madri in mostri.

Possiamo infatti leggere le tre figure femminili adulte presenti come la stessa persona. La mamma amorevole diventa matrigna crudele per la fame, al punto da tramutarsi in strega e desiderare di banchettare con le carni dei suoi stessi figli.
Infatti, Hänsel e Gretel sconfiggono una sola antagonista, la strega, e al loro ritorno anche la matrigna è morta.
Se vi sembra ingiusto che il vedovo padre Pianta Grassa la passi liscia in questo quadretto, è perché lo è. Ma non temete: nel mondo del folclore anche i ricchi vedovi possono diventare mostri. Più precisamente, licantropi. Ma questa è un’altra storia.

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