A cosa servivano questi Anelli di Tolkien Com’erano fatti? In cosa consisteva il loro effettivo potere?
Tra le tante invenzioni Tolkieniane, una di quelle che arriva alle orecchie anche di chi non sa nulla della Terra di Mezzo e non ha mai letto una riga dei libri, riguarda gli Anelli. L’Unico costruito da Sauron, i Nove, i Sette e i Tre fabbricati dagli Elfi. La storia di questi verrà raccontata (forse) nella sempre più vicina serie Tv Amazon Gli Anelli del Potere.
Andiamo a conoscere meglio gli Anelli di Tolkien
A parte l’Anello di Sauron, che tutti conoscono e che necessiterebbe di un saggio più che di un articolo, credo che degli altri Anelli molti abbiano una nozione non chiara, anche perché Tolkien stesso non ha dato troppe informazioni. Comunque, nei testi di Tolkien, le informazioni, se si sa cercare, si trovano sempre. In questo articolo vi voglio parlare della forma e delle funzioni di questi Anelli, e della loro origine.
Nel Signore degli Anelli, abbiamo due capitoli che ci parlano di questi Anelli: proprio all’inizio, nel capitolo L’Ombra del Passato, Gandalf racconta brevemente a Frodo la loro storia.
“Tanto tempo fa, in Eregion, si fabbricavano molti Anelli, anelli magici come li chiamate voi (…) ma i Grandi Anelli, gli Anelli del Potere, erano pericolosi. Un mortale che detenga uno dei Grandi Anelli, Frodo, non muore, ma non cresce né ottiene più vita, si limita a continuare finché da ultimo ogni istante viene in uggia.
E se usa spesso l’Anello per rendersi invisibile, sbiadisce: finisce per diventare invisibile per sempre e procede nel crepuscolo sotto l’occhio dell’Oscuro Potere che governa gli Anelli”.
Una descrizione efficace, questa, dei Nove Anelli donati agli Uomini da Sauron che li aveva presi all’artefice Celebrimbor, e che avrebbero portato questi Uomini a diventare gli Spettri dell’Anello.

Come funzionano gli Anelli di Tolkien
Ma come funzionavano questi e gli altri Anelli, quelli non donati agli Uomini? Presto ci arriveremo.
Prima però, leggiamo una descrizione degli Anelli, che possiamo leggere nel capitolo Il Consiglio di Elrond: Gandalf, per dimostrare che l’Anello di Frodo è proprio l’Unico, spiega com’erano fatti gli altri Anelli, e usufruisce delle parole del traditore Saruman, che aveva studiato a lungo la materia:
“I Nove, i Sette e i Tre- disse- avevano ognuno una gemma. Non l’Unico però. Era tondo e disadorno.”
Gli altri Anelli, quindi, avevano una gemma. Segno palese di chi li aveva fabbricati: gli Elfi dell’Eregion, e in particolare Celebrimbor. I tre Anelli degli Elfi, in particolare, mai toccati da Sauron e nemmeno creati con il suo ausilio a differenza degli altri, avevano anche dei nomi: Narya, l’Anello di Fuoco, passato per varie mani (Gil-Galad, Cìrdan, Gandalf), Nenya, l’Anello d’Acqua, in mano a Galadriel, che su di esso aveva una pietra bianca incastonata ed era fatto di argento mithril, e Vilya, l’Anello più potente, di proprietà di Elrond: l’Anello di Zaffiro, ornato da una gemma blu.

I vari poteri degli Anelli di Tolkien
Ma in che cosa consisteva il potere dei Tre e degli altri? Il luogo migliore per scoprirlo sono le Lettere di Tolkien. Nella lettera 131, scritta a Milton Waldman, leggiamo che
“Il potere principale di tutti gli Anelli era prevenire o rallentare il decadimento (cioè il cambiamento considerato come una cosa deplorevole), conservare ciò che è desiderato o amato, il suo aspetto; questo è un movente più o meno elfico”. E infatti è grazie al potere di due Anelli che Lotlòrien e Valforra, le dimore di Galadriel ed Elrond, sembrano eterne: il potere degli Anelli lo ha reso possibile.
Ma gli altri Anelli avevano anche altri poteri, più sinistri: “aumentavano i poteri naturali di chi li portava, avvicinandosi così alla magia, un movente facile da corrompere in male, un desiderio di dominazione. E infine avevano altri poteri, più direttamente derivati da Sauron (…) come quello di rendere invisibile il corpo materiale, e rendere visibili le cose del mondo invisibile.”
Questo per quanto riguarda ciò che accadde agli Uomini, che vennero irretiti e si trasformarono nei Nazgul. Ma che effetto ebbero, invece, i Sette Anelli donati ai Nani? Ebbene, parecchio diverso, perché per ogni popolo, le conseguenze di quei poteri si confacevano allo spirito e alla natura di quella particolare popolazione. Se andiamo a leggere l’Appendice A degli Signore degli Anelli, infatti, si legge che:
“L’unico potere che gli Anelli esercitavano su di loro era di attizzare in cuore la cupidigia d’oro e di oggetti preziosi talchè, in mancanza di questi, ogni altro bene sembrava senza valore, e venivano presi dalla rabbia e dal desiderio di vendetta contro tutti quelli che glieli sottraevano. Ma fin dall’inizio erano fatti di una tempra pervicacemente resistente (..) ucciderli era possibile, o spezzarli, non ridurli però a ombre sottomesse alla volontà altrui; e per lo stesso motivo nessun Anello poteva incidere sulla loro vita, né accorciandola né allungandola. Vieppiù Sauron li odiava in quanto possessori e desiderava espropriarli.”
Alla fine, comunque, i Nani persero tutti gli Anelli. Alcuni li prese Sauron, come quello appartenente a Thròr nonno di Thorin, ed altri vennero bruciati dal fuoco dei Draghi nelle loro lotte coi Nani.
Il potere dei Nove, strettamente legato a quello dell’Unico, si sbriciolò alla caduta di Sauron. Anche i Tre degli Elfi persero ogni potere, alla fine. Questo perché, nonostante Sauron non avesse avuto alcuna responsabilità nella loro creazione, comunque erano legati al suo destino. Probabilmente perché nati a causa dei rapporti tra Celebrimbor, l’artefice, e Sauron.

L’ineluttabilità della fine
Il loro scopo era di conservare i reami elfici sconfiggendo il trascorrere del tempo finchè Sauron non fosse stato sconfitto; avvenuto ciò, anche il potere dei Tre cessò, perché la loro funzione si era esaurita.
Così, i loro Portatori abbandonarono la Terra di Mezzo e quella fu la fine
“degli Eldar delle storie e dei canti.”