Avete già letto la recensione dell’episodio 5 di Alicization? La potete trovare qui
A seguito delle premesse gettate in Ocean Turtle, lo spettatore viene sottoposto ad un’approfondita spiegazione del contesto di questo arco narrativo, proponendo diverse controversie e rivelazioni che allontanano in maniera netta la serie dall’aspetto “videogame” e avvicinandolo più all’aspetto fantascientifico.
Sinossi
Lo scorso episodio si era chiuso con Asuna a confronto con Kikuoka ad Ocean Turtle, la base operativa della Rath in cui stanno conducendo esperimenti con la tecnologia del Soul Translator ed è con tale confronto che si apre la narrazione di questo episodio, con una comprensibilmente arrabbiata Asuna in procinto di interrogare l’ufficiale governativo riguardo alla situazione corrente.
Kikuoka racconta come i danni cerebrali di Kazuto siano irreparabili per la medicina moderna, spiegando come Rath, attraverso il Soul Translator, possieda di fatto l’unica tecnologia al mondo in grado di poter riparare il giovane.
L’idea di fondo è di utilizzare il Soul Translator per stimulare il Fluctlight di Kazuto inducendolo a generare una nuova rete neurale, riparando di fatto quella precedentemente danneggiata. Il processo richiede tuttavia tempo, tecnologie avanzatissime e costanti cure mediche di alto livello, di cui Rath si sta occupando direttamente.
Una volta rassicurata Asuna, tocca a Rinko porre i propri quesiti, riguardanti questa volta il lavoro vero e proprio di Kikuoka e della sua struttura e del motivo per cui tale lavoro richiedesse la partecipazione specifica di Kazuto al progetto.
Verificato che entrambe le donne siano familiari con come, in linea di massima, il Soul Translator operi, Kikuoka procede a spiegare a Rinko, Asuna e a noi del pubblico quale sia l’obiettivo dell’intero progetto: la creazione di un’IA bottom-up polivalente.
Kikuoka elabora ulteriormente sul concetto, spiegando a grandi linee la differenza tra gli approcci top-down e bottom-up nello sviluppo dell’intelligenze artificiali: il primo replica intelligenza attraverso la programmazione preventiva di esperienze e conoscenze secondo cui l’intelligenza artificiale agisce e si approccia alle situazioni, rappresentando sostanzialmente la tipologia di IA più comune.
Le IA top-down, tuttavia, essendo programmate attraverso conoscenze ed esperienze pregresse, non sono in grado di reagire in modo appropriato a nulla che non faccia parte di esse, quindi la loro intelligenza è limitata.
L’approccio bottom-down, invece, consiste nella costruzione di una rete neurale che replichi la costituzione di un cervello biologico, utilizzando miliardi di “neuroni” che generino intelligenza autonoma, alla stessa stregua di un essere umano, così da poter reagire a situazioni impreviste e nuove imparando da esse e creando esperienze e conoscenze attraverso la naturale evoluzione nel tempo.
Tale struttura è, tuttavia, praticamente impossibile da raggiungere dal punto di vista tecnologico se non grazie alla scoperta del Fluctlight, l’essenza biologica della coscienza e dell’anima umana, che il Soul Translator può scansionare e copiare digitalmente.
Kikuoka dunque rivela che grazie alle loro ricerche Rath è riuscita con successo nel copiare l’anima di un essere umano.
Scoprendo questo Rinko rimane sorpresa e confusa riguardo almotivo per cui la sua esperienza nel campo sia richiesta a quel punto del progetto, poiché sembra essere già arrivato ad una fase decisiva dei proprio biettivi.
Qui ci viene spiegato l’errore inaspettato che la compagnia non aveva considerato, errore rappresentato dalla differenza sostanziale tra la copia di un essere umano e una vera e propria IA.
Piuttosto che con le parole, però, Kikuoka decide di mostrare quanto intende dire con le sue parole, facendoci assistere ad una conversazione tra Higa, suo collaboratore, e la copia del suo Fluctlight.
In un’inquietante e raccapricciante scenario, vediamo il ricercatore cercare di spiegare alla propria copia che quest’ultima non si trovi intrappolata nel Soul Translator ma che si tratti, di fatto, di una copia digitale del vero Higa.
Essendo una copia perfetta e totale, tuttavia, il Fluctlight èincapace di accettare tale realtà, essendo incapace di concepire l’esistenza di due copie di sé stesso e di essere una versione digitale, con ricordi e sensazioni dell’originale, di un’altra persona.
Questo porta la rete neurale artificiale a collassare autonomamente in poco più di un minuto.
Kikuoka spiega che tale processo si è ripetuto con assoluta certezza in ogni Fluctlight copiato digitalmente, a prescindere dalla persona che ha fatto da campione originale, definendo dunque impossibile creare una IA funzionante copiando una coscienza già esistente.
La conclusione logica, dunque, è di non utilizzare la coscienzapienamente formata di un essere umano per il proprio progetto, ma di crescerne una dal principio.
Rinko immediatamente contesta la possibilità di fare una cosa simile, in quanto è impossibile creare una copia esatta del mondo reale che possa fare da ambiente in cui queste coscienze possono svilupparsi in modo autonomo, contestazione a cui Kikuoka risponde immediatamente sottolineando che le tecnologie ideali che possano compensare e fare da soluzione a questo problema sono già esistenti e diffuse:i mondi VRMMO.
Utilizzando il Seed Rath ha creato villaggi e paesaggi geografici convertendoli per essere utilizzati dal Soul Tranlsator, per poi utilizzare quattro membri dello staff come genitori che crescessero fino alla maggiore età 16 Fluctlight copiati da altrettanti neonati per poi riprodursi a loro volta creando, nel tempo accelerato di 3 settimane corrispondenti a 300 anni in Underworld, una vera e propria civiltà simulata.
Nonostante la maturità raggiunta dai Fluctlight fosse più che ottimale per produrre l’IA bottom-up che Rath desiderava, però, nel corso della sua civilizzazione Underworld ha visto nascere la Chiesa di Axiom che ha creato leggi e regole inviolabili come la già vista imposizione di non varcare il confine verso il Territorio Oscuro, il divieto di omicidio, e così via,raccolte in un codice che sappiamo essere l’Indice dei Tabù.
Ciò che Kikuoka mette in evidenza è che a differenza del mondo reale, dove nonostante esistano delle leggi esse vengano occasionalmente infrante da alcuni individui, gli abitanti di Underworld osservano e rispettano diligentemente ogni voce dell’Indice senza mai uscire dai parametri impostati dalla Chiesa, creando un’utopia pressoché perfetta.
Mentre Rinko non comprende il problema di questo tipo dicomportamento, Asuna deduce che l’intento di Kikuoka era di creare IA in grado di compiere omicidi, al contrario di quanto dedotto precedentemente da Kazuto sul loro impiego ai fini di addestramento, fine troppo banale per richiedere una tale struttura ed un tale impiego di risorse.
Kikuoka conferma i sospetti della ragazza, affermando chel’intento del progetto, sopraggiuntogli sin dal momento in cui il Nerve Gear èstato proposto al pubblico, sia effettivamente di sostituire l’impiego di esseri umani in situazioni belliche, affidando a IA autonome la guida di veicoli e armamentari mobili.
Kikuoka continua la sua spiegazione su come la perplessità nei confronti dei motivi per cui i cittadini di Underworld seguissero ciecamente l’Indice dei Tabù lo abbia portato ad ideare un esperimento per verificare cosa nei Fluctlight spingesse tale comportamento: bloccare i ricordi di un essere umano reale, facendolo regredire alla sua infanzia per poi inserirlo e farlo crescere in Underworld per verificare se sarebbe stato in grado di violare il codice di leggi della Chiesa.
Per fare ciò, tuttavia, sarebbe stato necessario qualcuno con talmente tanta esperienza nel muoversi e vivere all’interno di un mondo virtuale da poter agevolmente restarvi anche regredendo ad infante, cosa possibile solo con anni e anni di esperienza continua, rendendo Kazuto ed i suoi due anni consecutivi ed ininterrotti di vita all’interno di Sword Art Online i perfetti candidati.
La scena si sposta all’interno di Alfheim Online dove Asuna spiega ai restanti membri del gruppo quanto spiegatole da Kikuoka, incluso quanto abbiamo già visto nel primo episodio per quanto riguarda Eugeo e Alice che, a detta di Kikuoka, è riuscita ad infrangere l’Indice aggirando gli indirizzi di protezione attraverso il suo intento di aiutare il cavaliere morente, dando priorità ad un’altra vita piuttosto che all’Indice.
Alice è dunque il tipo di entità che Kikuoka e la sua squadra sta cercando e che, coincidenzialmente, porta il nome della sigla del loro obiettivo: trasformare un Fluctlight in un “Artificial Labile Intelligence Cybernated Existence” o, in breve, A.L.I.C.E., da cui il nome “Progetto Alicization”.
Al termine della lunga spiegazione scopriamo che oltre a Rinko, entrata nell’equipe del progetto, anche ad Asuna è stata data l’autorizzazione di restare nella struttura per restare a fianco di Kazuto, insieme all’infermiera Natsuki Aki, che già durante il caso Death Gun l’aveva assistito dal punto di vista clinico.
Rinko è tuttavia turbata dal coinvolgimento diretto di Sword Art Online nella situazione e chiede di poter conferire privatamente con Asuna, desiderosa di confidare il proprio ruolo negli atti di Kayaba..
La donna rivela di aver avuto all’interno del suo corpo un ordigno che, ufficialmente, l’avrebbe costretta a collaborare con l’uomo ma che, in realtà, sapeva bene non fosse funzionante bensì un inganno ordito dall’uomo per evitare che Rinko finisse coinvolta in cause legali una volta che la faccenda SAO fosse stata conclusa.
In seguito inizia a raccontare della sua storia, di come la loro relazione inizialmente lavorativa fosse diventata sentimentale e di come avesse, a causa dei suoi sentimenti, fallito nell’uccidere Kayaba una volta iniziato Sword Art Online.
L’episodio si conclude con una nota sentimentale: Rinko, al suo risveglio, vede Kayaba dinnanzi a sé,salvo poi sparire una volta lasciata la stanza, facendo domandare alla donna se quello fosse un sogno o un’allucinazione.
Considerazioni
L’episodio 6 è il classico episodio di “grosse rivelazioni”, in cui ci vengono date spiegazioni riguardo al contesto della serie e di come i protagonisti vi si inseriscono. Per questo motivo non presenta tensioni concrete o azione né fa progredire la trama in modo tangibile, ma grazie ad un buon ritmo e a delle scelte registiche ben oculate, l’enorme spiegazione è più coinvolgente e meno prolissa di quanto avrebbe potuto essere.
Rispetto alla Light Novel originale è stata aggiunta la possibilità di collegarsi ad una rete pubblica ed entrare in Alfheim,permettendo ad Asuna di confidarsi con i suoi compagni, scelta probabilmente volta a mantenere coinvolti i comprimari benché possa stonare con l’alto livello di riservatezza delle informazioni in gioco, mentre la conversazione con il Fluctlight di Higa risulta essere molto più agghiacciante grazie all’uso di suoni distorti e il cambio visivo del monitor che ne mostra le condizioni, mostrando in maniera efficace il rapido e violento collasso della mente dell’uomo, benché solo in una copia digitale.
Riguardo al contenuto effettivo dell’episodio vengono date risposte a tre grandi domande: perché Underworld esiste, qual è lo scopo del Soul Translator e perché è importante il coinvolgimento di Kirito.
Le risposte sono piuttosto realistiche, e non è difficile immaginare che davanti ad una tecnologia simile un governo possa effettivamente mettere in moto un simile progetto per rivoluzionare l’idea di guerra rimuovendo il bisogno di soldati umani.
Aspetto più importante di cui veniamo a conoscenza in questo episodio è però il fatto che entità come Eugeo, Alice, Selka e tutti i personaggi visti fino ad ora in Underworld sono, sostanzialmente, esseri umani veri e propri, benché in forma digitale, e per quanto il concetto possa essere astratto fa emergere alcune discussioni di etica, emerse nell’episodio stesso da parte di Asuna.
Sebbene a molti possa far storcere il naso questo lato “attivista”del personaggio, non bisogna dimenticare del coinvolgimento emotivo diretto sia di Asuna che di Kirito, che hanno adottato come “figlia” una IA vera e propria e che, per questo, non possono che essere in opposizione alla fredda e discutibile idea che, nonostante siano copie di anime umane, i Fluctlight siano semplici macchine solo per la loro mancanza di un corpo vero e proprio.
Il nome di Alicization viene inoltre spiegato nel dettaglio,benché suoni un po’ troppo conveniente che Alice coincida con il nome della fase finale dell’esperimento, A.L.I.C.E., e non sorprenderebbe scoprire che si tratti di più che una semplice coincidenza in futuro.
La presenza di Aki mostra di nuovo la volontà di Alicization di mettere insieme e coordinare tutto ciò che è stato introdotto in precedenza mala scena più interessante dell’ultima parte dell’episodio è senza dubbio la conversazione tra Rinko e Asuna.
La conversazione era certamente necessaria, e non è difficile immaginare perché Rinko sia perseguitata dal suo passato: la sua intenzione di uccidere Kayaba, finita in nulla una volta giunti al momento di agire, la rende indirettamente responsabile per aver autorizzato Kayaba ad eliminare migliaia di innocenti.
Nonostante ciò, è interessante vedere come quel singolo evento faccia da parallelo all’incapacità delle IA in Underworld di infrangere l’Indice dei Taboo e, realisticamente, uccidere qualcuno dovrebbe essere difficile, soprattutto se è una persona amata.
Anche Asuna senza rancore nei suoi confronti è realisticamente comprensibile: la situazione in Aincrad le ha permesso di crescere e di vivere una parte della sua vita con Kirito da una parte, dall’altra è un evento del passato che, per quanto imperdonabile, non può essere riparato.
Niente di quanto raccontato né la rivelazione dell’isolamento sociale di Kayaba prima che Rinko entrasse nella sua vita cambia la luce sulla tragedia avvenuta, e sembra essere assente la volontà di redimere Kayaba anche solo parzialmente ma, al contrario, questi flashback sembrano voler suggerire un distacco emotivo tale da contribuire alla decisione di forzare altre persone a completare il suo sogno d’infanzia, facendoci scoprire di più riguardo ad un personaggio che era stato per lo più messo da parte nella prima stagione, nonostante la grande risonanza lungo tutta la serie.
Essendo un episodio totalmente espositivo, la qualità tecnica dell’anime non è in grado di rendersi protagonista dell’episodio, non presentando nulla di eclatante né dal punto di vista delle azioni né dal punto di vista visivo o paesaggistico.
Lo stesso si può dire del sonoro che, a parte in alcuni casi in cui sono state riutilizzate tracce delle vecchie stagioni per rievocare il passato ove necessario, risulta essere qui senza infamia e senza lode, facendo bene da accessorio a quello che l’episodio è negli intenti.
Questo episodio segna la fine di una piccola parentesi nel mondo reale, che stando al materiale originale non dovrebbe essere visto più per un bel po’. Dall’episodio 7 si tornerà in Underworld, questavolta sotto una nuova luce, con un po’ più di consapevolezza della situazione.